Lo sport è spettacolo (stasera la conferma) di Paolo Valenti
Lo sport è spettacolo (stasera la conferma) In 20 milioni davanti alla tivù Lo sport è spettacolo (stasera la conferma) I confini fra sport e spettacolo diventano sempre più sfumati. Alla vigilia di un'eccezionale maratona sportiva in tivù abbiamo chiesto a un esperto, il telecronista Paolo Valenti, di mettere a fuoco l'argomento. / sostenitori del successo «erga omnes». verso tutti, dello spettacolo sportwo, non devono prendere a supporto le megacifre della audience televisiva durante una finale della Coppa del Mondo di calcio. In quella circostanza entrano in campo altri fattori, quali il senso di nazionalismo, l'attrazione nei confronti di un avvenimento die è valido anche sul piano del coslume e della cronaca varia, il coinvolgimento collettivo. Occorre invece esaminare i dati, ad esempio, di una giornata di Coppe europee. Il sentimento nazionale si fa vivo fino ad un certo punto — non dimentichiamo i «grazie Amburgo» e i «grazie Liverpool» —e tutte le altre sollecitazioni sono di gran lunga affievolite. Ebbene, lo scorso mercoledì 20 marzo, con le Coppe sul video dal pomeriggio a tarda sera, stando ai dati resi pubblici, la media degli spettatori die videro dal primo al novantesimo minuto Roma-Bayern superò i cinque milioni. Per Sparta-Juventus salirono a più di sei milioni e per Colonia-Inter — la sera — furono quasi 14 milioni. Tenuto conto che generalmente, in qualunque maratona dello spettacolo, solo un terzo degli spettatori è presente davanti ai teleschermi dal principio alla fine del programma, ecco che quel giorno hanno assistito ad almeno un'ora di spettacolo calcistico sedici milioni di persone. A questo dato si arriva scartando i •contatti», cioè il numero ragguardevole dì coloro che hanno seguito una parte della trasmissione delle tre partite. Assommando anche costoro, si scavalcherebbero largamente i venti milioni di •utenti» del calcio, per quella famosa giornata di Coppe. Ed il discorso si riproporrà in pieno stasera, con una lievitazione considerando gli orari più favorevoli per gli utenti. Diciamo che grosso modo un terzo degli italiani seguirà le Coppe. Questi dati, di cui ciascuno di noi può rendersi conto interrogando la cerchia delle sue conoscenze, dimostrano die la manifestazione calcistica in particolare e sportiva in generale è divenuta una forma di spettacolo anche per i non-tifosi; uno spettacolo come il cinema, l'opera lirica, la prosa, il balletto, il concerto. Possiamo dire che le partite di calcio in molti Paesi — ed alcuni happening agonistici in altri — rappresentano lo «specifico» dello spettacolo del nostro tempo. La generalizzazione dello spettacolo sportivo porta di conseguenza ad un elevarsi del livello di competenza media generale. La «nonnetta- di oggi ha già visto più partite di quante ne videro in tutta la vita i maestri del giornalismo specializzato ai quarantanni fa. Occorre tener conto di questo crescente tenore di giudizio, della universalità contemporanea verso tutti di questa rappresentazione calcistica via televisione, quindi tener conto del nuovo genere di «chiacchiere» che ne seguono. Occorrerà soprattutto che ne teniamo conto noi, operatori del settore, per creare in noi stessi il prototipo del cronista degli Anni Duemila, del quale già portiamo probabilmente gli embrioni. Paolo Valenti
Persone citate: Coppe, Paolo Valenti
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