Ashkenazy : «Ben venga un Amadeus se avvicina il pubblico alla musica» di Luigi Rossi
Ashkenazy : «Ben venga un Amadeus se avvicina il pubblico alla musica» Incontro con il pianista in tournée come solista e direttore della Royal Philarmonic Ashkenazy : «Ben venga un Amadeus se avvicina il pubblico alla musica» MILANO — Vladimir AshkenaEy è in Italia alla testa della Royal Philharmonic Orchestra. Ieri tcra Iia suonato a Bologna, stasera è a Milano e poi andrà a noma. Il merito di aver richiamato in Italia, dopo 11 forfait di Firenze per malattia, il famoso artista di origine russa spetta al maestro Hans Fazzàri, demiurgo delle «Soniti- musicali», che lo scorse anno lo fece debuttare al Conservatorio di Milano nella duplice veste di pianista e di direttore d'orchestra con la Philharmonia di Londra. Anche stasera Ashkenazy suona c dirige ti Terzo concerto 0.\ Beethoven ed esegue, con il suo caratteristico eclettismo, molli altri autori. Nella sua sterminata produzione discografica, lei ha registrato centinaia di cose. La sua fama e forse destinata a dipendere dalla musica clic ha inciso? -No. Si tratta dì un caso. E se von si suona ovunque in giro per il mondo i dischi da soli non camminano». Lei ha sempre fatto tesoro del suo tempo e riesce a svolgere una enorme mole di lavoro. -Penso di usare il mio tempo esattamente come «l usato. Karajan da giovane si era impegnato ad impiegare tutto il tempo al servizio della muslca. Sarei pronto a sottoscrivere quelle parole-. Stravlnsky dedicò a Rublnsteln una versione pianistica di Pctruska, anche se il famoso pianista non ne fece molto tesoro. Le piacerebbe che qualche autore d'oggi le dedicasse una sua composizione e sarebbe pronto a eseguirla? -Certo, e avviene. In giugno a Londra eseguirò come novità il Concerto per pianoforte e orchestra di André Prevln». Ma lei non dedica molto tempo a musiche di Boulez, o Brittcn o Messiaen. «Non mi sento terribilmente attratto da esse. Credo che potrei probabilmente vivere anche senza questa musica-. Il successo del giorno è il film Amadeus. E' d'accordo con il Mozart che vediamo sullo schermo? «Non mi pare che combaci molto con la verità storica. Ma avvicina il grande pubblico alla musica. Cosi lo scopo è raggiunto. C'è dunque il prò e il contro-. Cortot con Chopin, Backhaus con Beethoven, Gieseking con Debussy. Presto o tardi tutti i pianisti sembrano doversi specializzare. E' cosi anche per lei? -No-. La secca risposta di Ashkenazy trova ampia giustificazione nel suo sterminato repertorio onnivoro di ogni autore, con una capacità di assimilazione che ha pochi eguali. Preciso e superprogrammato. nella sua casa di Lucerna, il musicista prepara con incredibile facilità nuove esecuzioni. Ora le maggiori orchestre del mondo se lo contendono anche come direttore, ma Ashkenazy non è certo intenzionato a lasciare la sua attività di pianista che svolge fin dalla vittoria al concorso di Bruxelles a 19 anni. In quella occasione Arturo Benedetti Michelangeli, che era in giuria,'affermò di rispecchiarsi nel giovane pianista. E l'ammirazione e totalmente ricambiata da Ashkenazy. Ma le differenze tra i due sono considerevoli, a partire proprio dall'approccio co) disco che in Benedetti Michelangeli e sempre più diffidente e raro, mentre per Ashkenazy è addirittura a pioggia, a giudicare dai cataloghi recenti e dagli annunci di sue nuove produzioni che prevedono Mozart, Beetho-i ven, Ravel e Chopin di cui sta incidendo l'opera omnia pianistica. Luigi Rossi
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