Grandi manovre sulla via dello zucchero di Ugo Bertone

Grandi manovre sulla via dello zucchero Intorno agli stabilimenti Montesi ruota l'attenzione di tre potenti gruppi Grandi manovre sulla via dello zucchero Oggi il commissario Marangoni s'incontrerà con Altissimo, Pandolfi c i responsabili della Ribs - Si discuteranno le offerte della Citybank (appoggiata da Ferruzzi), della Gisi (un pool finanziario) e della inglese Man per rilevare i 13 impianti su cui gravano 700 miliardi di debiti MILANO — La via dello zucchero, da oggi, passa per Roma. Stamane l'avvocato Luigi Marangoni, commissario straordinario del gruppo saccarifero Montesi (all'epoca di maggior splendore produttore di un terzo circa dello zucchero italiano), s'incontrerà nella capitale con 11 ministro dell'Industria Altissimo, con i responsabili della Ribs, la finanziarla del settore, e con il ministro dell'Agricoltura Pandolfi. Scopo dell'incontro: presentare, dopo mesi di trattative, le offerte pervenute sul tavolo del commissario per l'acquisto del 13 Impianti del gruppo (ma 4 andranno chiusi se verrà rispettato il piano nazionale). ^Presenterò — anticipa Marangoni — solo indicazioni di carattere generale, frutto delle offerte clic ci sono giunte e di ampie consultazioni con le forze interessate, dai coltivatori alle cooperative-. In realtà, è difficile capire quante offerte reali siano pervenute a Marangoni per il gruppo, forte di impianti interessanti ma oberato da 700 miliardi di debiti (di cui i crediti privilegiati rappresentano i due terzi). Tre sono le offerte concrete: una è stata predisposta dalla Citybank (con l'appoggio dcHEridania del gruppo Ferruzzi, guidato da Raoul Cardini, che controlla il 46% dello zucchero nazionale). La seconda è stata avanzata, con l'approvazione del presidente degli industriali di Padova, Angelo Ferro, dalla Gisi, una società che riunisce il finanziere Umberto Li Causi, gli industriali Marchlorello e Costato e il proprietario di una catena di supermercati Bastiancllo. La terza porta il marchio del gruppo saccarifero inglese Man. Delle tre proposte, la più vantaggiosa è quella targata Citybank (58 miliardi subito e costituzione di una società formata al bWc da industriali tra cui Eridania e, probabilmente, la General Azucarera spagnola, e al 507t dai bieticoltori uniti nella Finbieticola di prossima costituzione). Ma ci sono forti resistenze da parte di diversi settori. «C'é una controindicazione — spiega Marangoni — di carattere generale, perché molti sono ostili al monopolio. Non mancano poi ostacoli di tipo locale, perché la soluzione Citybank sposterebbe dal Veneto il guartier generale delle attività del grupppor. Ha un certo credito, quindi, l'ipotesi Gisi (65 miliardi ma pagabili solo a fine '87). Ci sono poi due offerte non formalizzate: una di un gruppo italo-francese, guidato dalla Banca Paribas, e l'altro da un gruppo italiano, per il momento anonimo. Oltre a queste due offerte, ancora non formalizzate, c'è la possibilità di una soluzione mista (avanzata da varie finanziarie regionali) che Marangoni si accinge a esaminare. Ma la partita dello zucchero non finisce qui. Da risolvere c'è anche il problema del gruppo Maraldl, commissa¬ riato, su cui vanta una notevole ipoteca la società Italo-Iberica (proprietà della General Azucarera, potenziale alleata dell'Eridania nell'operazione Montesi) clic ha rilevato circa il 907i dei debiti del gruppo. Inoltre, la stessa Citybank ha avanzato un'offerta di 33 miliardi per 4 dei 5 stabilimenti del gruppo. Dopo anni di attese e polemiche, quindi, la ristrutturazione dell'industria saccarifera sembra essere giunta al punto decisivo e si prolila una soluzione targata Eridania . Ma. in attesa delle decisioni politiche, la partita si gioca nella prossima campagna che s'annuncia tesissima: nell'85 a causa anche delle condizioni atmosferiche, la semina delle bietole non supererà i già esigui (rispetto alla capacità industriale) 210 mila ettari dell'84. Sia l'Eridania che i gruppi commissariati hanno annunciato prenotazioni superiori all'anno precedente (per l'Eridania il 1% ). Il risultato? Dato che I commissari straordinari non hanno chiuso stabilimenti (come era previsto dal piano nazionale) e probabile che qualcuno dovrà lavorare a ritmi più ridotti e senz'altro sotto I 500 mila quintali per impianto raggiunti dall'Eridania ncll'84, una cifra largamente Inferiore alla inedia europea. Ugo Bertone La galassia di Cardini (zucchero, cemento, terra: ecco l'impero Ferruzzi)

Luoghi citati: Milano, Padova, Roma, Veneto