Le dichiarazioni dell'Iva in Italia molto inferiori alla media europea

Le dichiarazioni dell'Iva in Italia molto inferiori alla media europea La ricchezza, secondo le denunce, concentrata in mano a 220 mila contribuenti Le dichiarazioni dell'Iva in Italia molto inferiori alla media europea ROMA — Volume di affari, valore aggiunto e ricarichi molto al di sotto delle medie europee, ma con la tendenza ad un rapido adeguamento delle categorie entrate nel mirino del fisco e sottoposte a nuovi obblighi: è il quadro che emerge dalle elaborazioni del ministero delle Finanze sulle dichiarazioni Iva presentate nel 1983. Se fossero presi per buoni tutti gli importi denunciati in 4 milioni e mezzo di dichiarazioni del 1983, la ricchezza risulterebbe in particolare concentrata in meno di 220 mila contribuenti che hanno dichiarato un valore aggiunto pari al 91% del totale. Sulla stessa linea si collocano i dati sui margini di ricarico dei commercianti al minu- to. che in media hanno denunciato una differenza fra valore degli acquisti e delle vendite di appena il' 7,7% ma con forti differenze fra grandi e piccoli esercenti: quelli con volumi d'affari dichiarati inferiori ai 12 milioni hanno denunciato perdite medie di quasi il 307t. quelli con volumi d'affari fra i 12 ed i 480 milioni margini del 5,7% e la media è riequilibrata solo dagli operatori commerciali con volumi d'affari superiori ai 480 milioni, che sono solo il 4.5% del totale, i quali hanno dichiarato margini di ricarico del 10.4%. Anche i dati relativi alla distribuzione geografica delle dichiarazioni marcano differenze non sempre giustificabili dalle diverse realta socioeconomiche. La Lombardia ad esempio contribuisce con oltre il 30/r del gettito totale dell'Iva a fronte di una popolazione attiva di circa il 16% del totale nazionale. In molte regioni meridionali, invece, il volume complessivo d'imposta sul valore aggiunto relativo alle operazioni svolte nell'anno è risultato costantemente negativo con un forte peso dei crediti e dei rimborsi d'imposta rispetto all'Iva pagata. Lo stesso vale per 1 dati sui volumi d'affari e sui margini di ricarico per categoria. I macellai hanno denunciato incassi medi annui di 130 milioni (circa 400 mila lire il giorno) con margini di ricarico di meno del 10%; le salumerie volumi d'affari di»J10 milioni e ricarichi dcll'8,4%; i negozi di frutta e verdura incasserebbero in un anno 56 milioni, con un utile lordo, da cui dovrebbero essere detratte parte delle spese di gestione, di poco superiore a 20 mila lire il giorno ed un ricarico fra vendite ed acquisti del 13,6'>; : le gioiellerie venderebbero in un anno preziosi per un valore di appena 80 milioni, lo 0,57o in meno del valore delle merci acquistate; solo i supermercati, con ricarichi di quasi il 20%, e le pasticcerie, che però hanno più le caratteristiche di esercizi artigiani che commerciali, con ricarichi del 25,3% si attestano su percentuali di ricarico vicine a quelle normal- mente riscontrabili nella Cee. Analogo 11 discorso nel settore dei pubblici esercizi: un ristorante nel 1982 avrebbe incassato 84 milioni, un bar meno di 50 milioni, un albergo poco più di 200 milioni e un parrucchiere supererebbe appena 1 15 milioni di incassi l'anno, meno di 50 mila lire 11 giorno, con un guadagno (da cui dovrebbero ancora essere tolte altre spese) inferiore a 25 mila lire al giorno. Ed ecco alcuni dati sui professionisti: gli incassi lordi dei medici non avrebbero superato i 30 milioni; gli avvocati non sfiorano ì 26 milioni di volumi d'affari annuo; gli ingegneri raggiungono appena 11 traguardo dei 22 milioni lordi; in pratica solo 1 notai fanno eccezione con più di 166 milioni di volumi d'affari medi denunciati. Molte categorie di contribuenti, specialmente quelle maggiormente entrate nel mirino del fisco e sottoposte a nuovi obblighi, come per esempio al rilascio delle ricevute fiscali, tendono però lentamente ad adeguare i margini di ricarico a volumi un po' più credibili. Emerge cosi dalla tabella, rielaborata sul dati fiscali, che le pelliccerie, che dichiaravano perdite del 6,2% per il 1980, hanno dichiarato margini medi del 4,7% ; che i rivenditori di mobili si avvicinano ora al pareggio; che 1 rivenditori di elettrodomestici passano anche loro da volumi negativi a margini di ricarico; gli albergatori fanno un salto, in due anni, di oltre il 20%; 1 parrucchieri passano dal 74,5% dell'80 a quasi l'84% dell'82. (Agi) Il prelievo nel paesi CEE (In percentuale del P.I.L. 19B3) Fonte: CER Bei IMPOSTE DIRETTE L_J CONTRIBUTI SOCIALI L_J IMPOSTE INDIRETTE ' Bj TOTALE

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