Riciclati duemila miliardi di lire dalla mafia dei colletti bianchi di Marzio Fabbri

Riciclati duemila miliardi di lire dalla mafia dei colletti bianchi Milano, dagli Stati Uniti arrivavano valigie piene di narcodollari Riciclati duemila miliardi di lire dalla mafia dei colletti bianchi MILANO — Compariranno davanti ai giudici l'Inverno prossimo quei «colletti bianchi della mafia» protagonisti di un colossale giro di affari, puliti e non, stroncato dagli arresti della «notte di San Valentino» del 1983. Sarà il primo vero, grande processo alla mafia salita al Nord, un'attività economica di proporzioni gigantesche che. aveva nel capoluogo, lombardo «raccertata funzione ài investire in attività apparentemente lecite i proventi del traffico di stupefacenti'. I legami erano con i mafiosi americani della cosiddetta •pizza connection», scoperta dagli investigatori Usa nel 1984. Un fiume di dollari che dagli States prendeva la via dell'Europa, valutato dagli uomini del Dea (il servizio antidroga americano) nell'ordine di grandezza di ben 1650 milioni di dollari in pochi anni, più o meno 2000 miliardi di lire calcolando le fluttuazioni della moneta americana. L'aiuto degli inquirenti Usa è stato determinante. I poliziotti americani hanno documentato decine di consegne di pacchi, involucri, borse, contenenti gli incassi delle pizzerie dove si spacciava la droga, e passando ai controlli bancari hanno scoperto quali erano le dimensioni del fenomeno: depositi, nel 1982, di uno, cinque, ancora cinque milioni di dollari fino a una «trancile., da 18 milioni. I sistemi principali erano due. Il denaro poteva essere versato dapprima alla •Chemical Bank, di New York, da dove passava alla .Handless. di Zurigo, di qui al «Credito svizzero, di Bellinzona dove si fermava sul conto «Wall Street 651.. Era da questo che i .colletti bianchi, prelevavano. Uno di loro, Andriano Corti, ha detto al magistrati che si trattava di fondi di sovrafattura- zione di una acciaieria di New York, ma lo stesso Corti, qualche tempo prima aveva invece confidato ad un operatore zurighese che erano soldi di una impresa americana di pavimentazione. L'altro canale di afflusso in Italia dei «narcodollari» è stato confermato da un pentito della mafia Usa, Salvatore "Amendolito, che ha ammesso . di avere rivenduto centinaia di migliaia di dollari, dal clan Castronovo, la cui destinazione finale era il già citato conto «Wall Street 651». Lui stesso, come ha raccontato, portava borse di denaro a Nassau (Bahamas) con un aereo privato e versava i soldi presso la «Banca di Svizzera e d'Italia». Le somme venivano convertite in assegni circolari che alla fine arrivavano, in buona parte, a Bellinzona. Diversificata l'attività- oltre alla droga e agli investimenti immobiliari (almeno di 300 miliardi era il patrimonio milanese di Luigi Monti e Antonio Virgilio) 11 gruppo, secondo la testimonianza del notissimo «driver» di trotto William Casoli, costretto a perdere una corsa, non disdegnava di truccare le competizioni ippiche o di truffare ad esempio lo Stato importando latte in polvere per uso agricolo e impiegarlo poi nell'industria alimentare. Ramificata l'organizzazione: nel rinvio a giudizio si parla addirittura di un ufficiale dei carabinieri, il tenente colonnello Chiarello, che sarebbe stato ospite ad Ibiza sulla barca del finanziere Silvio Bonetti insieme ad un ricercato e che avrebbe avvertito Monti e Virgilio dì una inchiesta Marzio Fabbri

Persone citate: Antonio Virgilio, Bellinzona, Castronovo, Chiarello, Luigi Monti, Silvio Bonetti, William Casoli