Troppi anziani in buona salute si curano per mali inesistenti di Ezio Minetto

Troppi anziani in buona salute si curano per mali inesistenti Diagnosi e medicine facili sotto accusa in un convegno Troppi anziani in buona salute si curano per mali inesistenti Per chi, avanti negli anni, si trovi solo o trascurato, malcurato o troppo-curato — con l'unica consolazione di sentirsi chiamato «anziano» invece di «vecchio» in questa nostra ipocrita società — c'è qualche notizia degna di riflessione. Dallo studio «longitudinale» di popolazioni di ultrascttantenni effettuato a Goteborg da A. Svanborg — e discusso recentemente al Convegno di Firenze su «La condizione senile» (F. M. Antonini, E. Genazzani, F. Fabris, G. Pepeu) — risulta che il 30-40 per cento di quei settantenni — e il 20 degli ottantenni — é sostanzialmente indenne da malattie eppur non risparmiata dal solito eccesso di diagnosi e relativa inflazione di farmaci. Il prof. Svanborg ha sottolineato che nella tarda età 11 declino funzionale e molto più attenuato di quanto si creda: e più ampie, anche nell'età più avanzata le capacità di riserva dell'organismo. I vecchi sono di fatto uno degli obbiettivi favoriti del¬ l'uso e abuso di farmaci. Ne e un esempio la diagnosi, spesso superficiale e gratuita, di arteriosclerosi cerebrale, solo dettata da un malinteso con- cetto di «lpse senectus». In realtà, su 100 di questi casi, solo 20 risultano davvero malati di quella devastante malattia che 6 l'aterosclerosi: mentre gli altri 80 presentano — diciamo «semplicemente» — quell'invecchiamento dei circuiti di neurotrasmissione che è appena logico si instauri nel cervello, alla pari con l'usura degli altri organi ed apparati. Ne derivi — ha sottolineato a Firenze il prof. Amaducci — il concetto di «care, (cioè di attenzione globale alla persona e all'ambiente di vita dell'anziano) da anteporsi a quello di «cure» (a base di farmaci o addirittura di accanimento o dì «tacitazione» terapeutica). Anche se. dopo il punto critico del '68, il pendolo sociale ha un po' invertito la sua corsa — ed 6 riaffiorato un più umano senso di comprensione e rivalutazione della terza età — non c'è dubbio che i vecchi pagano spesso di persona la più negativa escalation della noncuranza, dell'indifferenza o addirittura del rifiuto. E' scottante oggi il problema dell'anziano in quel microcosmo sociale, spesso spietato, che è la famiglia. Tutti conosciamo l'ormai invalsa abitudine al «nonno parcheggiato» quando ferie o festività o altri motivi extra-calendario comandano: ed è critico ovunque il dramma dell'anziano solo e disadattato e con un gran vuoto dentro e d'Intorno. Non sono cose che si risolvono con cumuli di ricette né con immotivatiricoyerl né con altri provvedimenti emarginanti provenienti da egoismi familiari. Notizia buona, sottolineata a Firenze, è quella di un sensibile miglioramento delle condizioni di salute in funzione delle classi d'età, per cui — in rapporto alla rapida variazione delle condizioni di vita dall'inizio del secolo — i nati intorno al 1910 risultano molto più sani di quelli del 1905 e ancor più dei nati all'inizio del secolo. Ezio Minetto

Persone citate: Amaducci, Antonini, F. Fabris

Luoghi citati: Firenze