Riprodottigli unguenti di Cristo La ricetta in un'officina di Erode

Riprodottigli unguenti di Cristo La ricetta in un'officina di Erode Donati al Papa in due vasi antichi dai ricercatori del Cnr Riprodottigli unguenti di Cristo La ricetta in un'officina di Erode ROMA — I due unguenti con i quali furono unti i piedi di Gesù a Betania e ne fu cosparso il corpo alla sepoltura sono stati riprodotti in laboratori italiani secondo i metodi del tempo, con sostanze del tutto naturali. Gli unguenti sono stati donati ieri al Papa dal ministro dei Beni culturali, on. Antonino Gullotti, dal presidente del Cnr, prof. Luigi Rossi Bernardi, dal prof. Paolo Bisogno presidente del comitato per le ricerche tecnologiche. Il primo unguento è a base di nardo, un olio aromatico molto costoso (300 denari per poco più di tre etti), non più in commercio: venne usato da Maria di Madgala per ungere i piedi di Gesù suscitando le proteste di Giuda contro quello «spreco». Il secondo unguento è costituito in parti quasi uguali di mirra e di aloe e venne usato per cospargere il corpo di Cristo nel sepolcro per conservarlo: ne vennero usate 100 libbre pari a 32 chili e sette etti. Eccezionali sono anche i due contenitori con i quali le sostanze sono state presentate al Papa: due «unguentari» della prima metà del I secolo dopo Cristo, provenienti da Gerusalemme; sono di terracotta, a forma di goccia, una affusolata, una panciuta con manico. Le pochissime piantine di nardo che si sono trovale provengono dalla regione liimalaiana. La mirra si trova invece facilmente, un po' più difficile l'aloe, ma sempre nel bacino del Mediterraneo. I due unguenti sono stati ricostruiti dall'Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Consiglio nazionale delle ricerche, diretto dal prof. Giuseppe Donato. Sono il risultato di una ricerca clic ha lo scopo di capire i medicamenti e i cosmetici prodotti in una officina, anche questa 1885 anni fa, scoperta da archeologi israeliani a 15 metri dalla riva meridio¬ nale del Mar Morto. Si tratta della fabbrica che apparteneva ad Erode e che questi dovette cedere a Cleopatra su pressione di Antonio. Giuseppe Donato é partito da alcuni reperti trovati nell'officina ed ha già ricostruito quattro altri unguenti usati nel periodo grecoromano. Nell'officina è stato trovato anche del bitume, tipico del Mar Morto, un medicamento usato da Erode che soffriva di psoriasi. Per la ricostruzione su testi biblici degli unguenti legati ad episodi della vita e della morte di Cristo, Donato ha avuto la collaborazione di padre Michele Piccirillo, archeologo, frate minore. I metodi sono stati quelli originali: cosi le piantine di nardo sono state messe a bagnomaria nell'olio. Come è solito lare, non avendo cavie, il prof. Donato ha provato su di sé l'unguento di mirra e aloe usato per l'imbalsamazione: la sostanza non permette più la traspirazione e può provocare dermatiti. Roma. Gli unguentari ((ricopiati» dal Cnr e presentati al Papa

Persone citate: Antonino Gullotti, Erode, Giuseppe Donato, Luigi Rossi Bernardi, Michele Piccirillo, Paolo Bisogno

Luoghi citati: Betania, Gerusalemme, Roma