Con l'elegante stile francese di un altro Bach

Con l'elegante stile francese di un altro Bach La «Suite» di Johann Ludwig nel concerto diretto da Wyss: in programma anche due Magnificat Con l'elegante stile francese di un altro Bach TORINO — Cugino di Bach. Johann Ludwig Bach (1677-1731) è autore, tra l'altro, di una Suite in sol maggiore per orchestra del 1715 che è stata eseguita l'altra sera all'Auditorium nel concerto diretto da Niklaus Wyss. Il lavoro, tutto compreso nell'ambito di un elegante stile francese, non tradisce la presenza di un genio ma dimostra l'alta qualità dello standard medio che caratterizzava, nel Settecento tedesco, la produzione corrente. Curiosa, inoltre, nel secondo pezzo una quasi citazione dall'Allegro iniziale del Primo concerto brandeburghese di Johann Sebastian, databile, per alcuni, al 1713. Seguivano nel programma due Magnificat. Il primo, di Johann Kuhnau che fu predecessore immediato di Bach nella prestigiosa carica di Kantor alia chiesa di S. Tommaso a Lipsia: il secondo dello stesso Bach. L'accostamento è stato utile per misurare, una volta tanto, lo scarlo che divide il genio dal semplice talento e ricuperare quindil'impressione dei contemporanei nel recepire le sorprese che Bach riservava loro trattando le forme e i materiali del tempo. Entrambi 1 Magnificat sono composti di vari pezzi, cori ed arie solistiche in forma libera, conclusi dalla dossologia: in quello di Bach, oltre alla scontata superiorità dell'invenzione, quel che colpisce di più è la stringente necessità della formai ogni pezzo, per quanto breve, non può che terminare dove esattamente finisce perché a quell'esito conduce tutta l'impostazione del discorso precedente. E' una logica che si fa poesia e che resta del tutto estranea al lavoro di Kuhnau. presentato peraltro con grande cura dal direttore Niklaus Wyss. In ogni brano di questo lavoro e, soprattutto, nell'esaltante successione di fantasiose trovate che costituisce 11 Magnificat di Bach l'orchestra della Rai ha avuto modo di esibire la bravura dei propri solisti, e il coro diretto da Olinto Contardo ha disimpegnato onorevolmente il proprio ruolo assai impegnativo; mentre il gruppo affiatato dei sei solisti (i soprani Jane Mengedoht e Maria Agricola, i mezzosoprani Helga Moller Molinari e Maria Luisa Actis Perlno. il tenore Ernesto Palaclo. dalla voce pura e precisa nelle fiorettature, e 111^ basso Carlo De Bortoli) ha contribuito al successo " molto caloroso della serata. p. gal.

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