Una legge Orfei sugli animali? «Sì, bisogna franarli meglio»

Una legge Orfei sugli animali? «Sì, bisogna franarli meglio» Liana e il circo, un'appassionata difesa di un mondo in difficoltà Una legge Orfei sugli animali? «Sì, bisogna franarli meglio» NOSTRO SERVIZIO AVEZZANO — Sotto il tendone rizzato in un prato alla periferia della città gli operai danno gli ultimi ritocchi mentre Liana Orfei controlla cavi e tiranti, si aggira fra le gabbie, ogni tanto si sofferma davanti ad una delle inferriate e l'animale sembra rispondere con mugolìi di soddisfazione alle paiole che la bionda «regina, del circo gli sussurra. Da 250 anni la famiglia Orfei lavora nel mondo circense, lei è figlia d'arte: -Sono nata sotto il tendone e i miei primi compagni di giochi sono stati i cuccioli delle fiere-. Da anni si batte per assicurale un futuro a quest'arte circense, avversata da mille difficoltà. Adesso è scesa in piazza -contro i detrattori di questa nostra professione, quei falsi ecologisti, quegli ipocriti die ci accusano di maltrattare gli animali e vorrebbero che fossero eliminati dai circhi-. D'intesa con l'Ente nazionale protezione animali, ha presentato uno schema di disegno di legne -per la stabulazione e il ìiianlenimento degli animali nei circhi equestri-. Una dozzina di articoli ni quali dovrebbero ispirarsi tutti i complessi circensi, grandi e piccoli, per garantire la sicurezza c la salvaguardia -di questi compagni di lavoro, artisti che non l'cngono pagati ma sono retribuiti soltanto con un buon trattamento, il cibo, il caldo d'inverno-. La battaglia in difesa dc^li animali non è nuova per lei. -Sono anni die lotto per avere un codice di comportamento verso gli animali: tutti quanti, non soltanto quelli che lavorano nei circhi-. Una campagna appassionata, mossa dal suo grande amore verso gli animali e. adesso, dalla necessità di -fare qualcosa per impedire la fine del mondo circense-. Reagisce con foga alle accuse di crudeltà che vengono mosse contro il circo. •// circo non è atroce: chi afferma il contrario non capisce niente, non è a conoscenza di quel vincolo che si crea fra le persone che lavorano sotto il tendone e gli animali che contribuiscono con la loro partecipazione allo spettacolo-. Ammette che. in qualche caso, la situazione non è proprio rosea, -certi piccoli complessi hanno grosse difficoltà di carattere economico e non possono garantire quelle comodità che sarebbero necessarie-, ma di cattiveria non vuole proprio sentire parlare. -Secondo alcuni, la gente del circo sarebbe malvagia perché sfrutterebbe gli animali e li prenderebbe a botte. Niente di più falso: in un circo, prima si pensa a dar da mangiare alle bestie, a sistemare convenientemente le loro gabbie, poi ci si preoccupa degli uomini-. Il suo disegno di legge tiene conto di alcune situazioni, che definisce atipiche, e si preoccupa proprio della stabulazione e del mantenimento. -Le gabbie devono essere comode, spaziose, riscaldate. Il vitto sano, controllato e studiato con l'aiuto di un die¬ tologo. Nei viaggi di trasferimento bisognerà seguire certe norme di sicurezza. Tutte cose che, nella maggior parte dei casi, sono già fatte. Mi rendo conto che é facile metterci sotto accusa, ma questa caccia alle streghe è ingiusta. Gli animali dei circhi stunno molto meglio, secondo me. di quelli impiegati in certi sport o aìtche di quelli tenuti in famiglia, dove sovente i proprietari non si rendono conto, per ignoranza, delle loro reali necessità-. D'accordo, però i domatori... Liana Orfei reagisce con foga. -Non domatori, ma ammaestratori semmai. Qui è proprio il caso di sfatare una brutta leggenda: per addestrare gli animali non si ricorre più alle costrizioni, come si faceva una volta, ma nella mia famiglia questo sistema non è mai stato applicato. Adesso tutti gli ammaestratori sanno che si ottiene molto di più con la dolcezza. Nella doma oggi si usano sistemi psicologici, l'animale non è forzato a fare quegli esercizi per i quali non e portato-. Fa un esempio: -Se un animale soffre di vertigini, non lo può certamente dire all'ammaestratore. Ma sarà lui ad accorgersene vedendolo in difficoltà e non insisterà più. Ma la frusta però viene usata. -Più per scena che altro — ribatte — e anche per difesa, in certi casi D'altra parte, ha mai pensato che cosa si otterrebbe frustando un elefante? Ha mai provato a picchiare uno di questi colossi? Lo furebbr soltanto infuriare e allora sarebbero guai per lei. Con le buone, invece, otterrà tutto quello che vuole. E diventerà il migliore dei suoi collaboratori», f. for.

Persone citate: Liana Orfei, Orfei

Luoghi citati: Avezzano