Arriva l'eroina fatta in casa di Franco Giliberto

Arriva l'eroina fatta in casa Adesso una sconvolgente realtà affiora dai laboratori chimici clandestini degli stupefacenti Arriva l'eroina fatta in casa Bastano apparecchiature da tre milioni per sintetizzare la droga senza far uso della classica sostanza vegetale - Questa rivoluzione destinata a propagarsi dalla California al resto del mondo - Il mercato spinge verso la cocaina - il professore Andreoli: «La mafia perderà il maggiore business; metadone e centri terapeutici non serviranno più» DAL NOSTRO INVIATO VERONA — In alcune città si è improvvisamente più che dimezzato il prezzo della -cocaina da strada-. Vi sono spacciatori che a Verona la offrono quasi alla stessa quotazione dell'eroina, invogliando i tossicomani ad abbandonare -il buco- per privilegiare -il tiro-. Tra gli esperti che da anni si occupano di tossicomanie serpeggia un dubbio: quella polverina offerta oggi a basso prezzo è -figlia vegetale- oppure nasce in qualche laboratorio chimico clandestino, come prodotto di sintesi? Perché nel mondo della droga c'è una novità piuttosto sconvolgente: l'eroina e la cocaina hanno cominciato a essere preparate con apparecchiature poco costose e formule facilmente praticabili anche da chi non sia un chimico provetto. Ma soprattutto, senza bisogno delle sostanze di base classiche tratte dal succo di papavero e dalle foglie di coca. Il prossimo numero della prestigiosa rivista Science, che uscirà fra qualche settimana, conterrà un allarmato resoconto su questo tema. -In un paio di giornate — dice il professor Vittorino Andreoli — un laboratorio clandestino può sintetizzare, grazie a un'abbastama semplice manovra cliiìnica. tanta eroina quanta se ne consuma durante ventiquattro ore in tutto il mondo-. A Verona Andreoli dirige i servizi psichiatrici ed è responsabile del Centro per le tossicodipendenze. Si dovette a lui, che a quell'epoca aveva appena concluso un'esperienza di insegnamento universitario negli Stati Uniti, il primo libro-monito in assoluto (■■Le mitologie chimiche-) contro la tragedia delle droghe pesanti. Era il 1970. in Italia nessuno sapeva. O nessuno dava peso a quelle poche dozzine di giovani tossicomani che cominciavano a bucare e che sarebbero stati imitati, nel volgere di quindici anni, da decine di migliaia di ragazzi. Ancora non vi è la prova, sostiene lo psichiatra, che l'eroina e la cocaina sintetiche siano giunte massicciamente in Europa e nel nostro Paese. -Ma è quasi sempre capitato che taluni appariscenti fenomeni statunitensi si siano ripetuti da noi. pari pari, a distoma di qualche mese o di qualche anno dalla loro diffusione oltre oceano. Gli addetti ai lavori sanno bene com'è cominciata questa brutta storia in America, nell'ultimo scorcio del 1979-. Sei anni fa negli Stati Uniti un abnorme aumento delle morti per overdose tra gli eroinomani aveva indotto le autorità sanitarie a indagare. Da alcuni reperti istologici, ma soprattutto dal sequestro di varie quantità di eroina (chiamata -China white-) era stato possibile stabilire che la droga era prodotta in laboratorio, partendo da un anestetico molto usato dai chirurghi, venduto dalla multinazionale farmaceutica Janssen. I laboratori clandestini, attivi soprattutto in California, erano stati allestiti con apparecchiature a basso costo, sul tre milioni di lire circa. Dagli alambicchi californiani, dopo la prima fase avventurosa, oggi sembra che esca un prodotto •molto meno instabile-, per il quale non sarebbe nemmeno più necessaria la -base-, il citato anestetico. Ossia, la formula chimica usata dai nuovi trafficanti di morte sarebbe -pressoché originale, inedita-. Il dato che fa rabbrividire, commenta Andreoli, riguarda la potenza di quell'eroina di sintesi: è circa quaranta volte più forte di quella che il mercato clandestino classico ha distribuito finora. Per cui sarà ancor più facile, quanto a volume, trasportarla c smerciarla. E basterà un errore di dosaggio pari a qualche milligrammo per avere esiti mortali. Ma non è questa la sola implicazione sconvolgente, vediamone qualche altra: -La mafia sarà verosimilmente destinata a perdere il business su cui fonda la sua mag- giore ricchezza, perché la droga fatta in casa da chimici avventizi non sarà più controllabile. E poi il costo della polverina si abbatterà talmente che i l'ari clan mafiosi — prevede Andreoli — non avranno alcun interesse pratico a trattarla. Così pure sarà vano l'impegno dcll'Onu, che già ha profuso e ha in animo di sborsare migliaia di miliardi per il Sud America e per l'Asia, nel tentativo di convertire le colture di papavero da oppio e di arbusti di coca-. Papaveri e coca non renderanno più. proprio per la concorrenza dei piccoli laboratori e chi ancora li coltiva farà bene a ritornare al caffè e alle banane. -Anche la catena dei traffici internazio¬ nali presumibilmente si interromperà, resa vana dalle iniziative chimico-clandestine interne a ogni Paese-, conclude lo psichiatra. Alla luce di questa prospettiva, paiono patetiche le poche iniziative fin qui adottate per arginare la diffusione delle tossicomanie; e sembrano di un altro pianeta le parossistiche polemiche sul «come meglio agire-, vive ancora in questi giorni. Andreoli fa un esempio, cita una tendenza chiarissima delle ultime settimane: •// mercato clandestino sta spingendo la cocaina come mai prima era avvenuto-. Se si consoliderà tale moda, magari con la coca sintetica a scapito dell'eroina, a che cosa serviranno gli ettolitri di metadone che ancora si distribuiscono e i cosiddetti centri terapeutici che esistono o clic vengono invocati? Chi — conoscendoli — è pronto in Italia ad affrontare quei quadri clinici laceranti nei quali il •cocainomane da strada- è destinato a entrare, subendo sconquassi ancor più intensi di quelli che provoca l'eroina? Franco Giliberto

Persone citate: Andreoli, Janssen, Vittorino Andreoli