E' guerra tra il fisco e il mondo del calcio
E9 guerra tra il fisco e il mondo del calcio Numerose denunce dopo i controlli della Finanza E9 guerra tra il fisco e il mondo del calcio ROMA — Si annunciano tempi duri per i calciatori della Nazionale campioni del mondo. Se non interverrà il Parlamento, rischiano non solo di restituire all'Erario una fetta consistente dei 170 milioni avuti tre anni fa in premio per la storica vittoria di Madrid, ma anche di subire un processo penale. I superispettori fiscati. gli 007 del ministro delle Finanze Bruno Visentini, hanno infatti inviato ai competenti uffici delle imposte dirette il risultato delle loro indagini presso la Federcalcio e le società di appartenenza. Nel mirino del fisco sono finiti anche alcuni clubs di serie A. noti allenatori ed arbitri, nonché la stessa Figa Alla base di tutto vi è l'esalta interpretazione delle norme tributarie in materia di premi corrisposti ai calciatori azzurri e ai giocatori di clubs. Secondo la Federcalcio, deve essere applicato l'articolo 30 del decreto presidenziale numero 600 del 1973, che prevede che si effettui una ritenuta fissa del 20 per cento a titolo d'imposta «sui premi dei giochi svolti in occasione di spettacoli radiotelevisivi.-competizioni sportive o manifestazioni di qualsiasi altro genere nei quali i partecipanti si sottopongono a prove basate sull'abilità o sull'alea o su entrambe-. Il ministro delle Finanze non ha però condiviso le tesi della Federcalcio, ritenendo al contrario applicabile per i compensi ai calciatori della Nazionale il regime tributario di cui all'articolo 47 del decreto presidenziale numero 597 del 1973. La risoluzione ministeriale emanata il 5 aprile dello scorso anno è stata poi condivisa in pieno dai superispettori fiscali, che hanno appunto rilevato tutta una serie di irregolarità a carico di calciatori, allenatori, arbitri, società e Federcalcio. In soccorso del mondo del calcio si è mosso il ministro del Turismo e Spettacolo Lelio Lagorio con un apposito disegno di legge da lui preparato e firmato. Tale provvedimento prevede in sintesi che: per i premi superiori a centomila lire i giocatori sono soggetti ad una tassazione in misura fissa del 20 per cento non cumulabile con gli altri emolumenti (stipendi, introiti pubblici¬ tari, eccetera); le società di serie A. B, C e quelle semiprofessionistiche e dilettantistiche sono esenti dal pagamento dell'Iva, dell'Irpeg e dell'Ilor anche per i proventi derivanti da riprese televisive e da sponsorizzazioni: sono intassabili i rimborsi spese per gli arbitri. In pratica, il ministro socialista dello Spettacolo sostiene una tesi opposta a quella del ministro repubblicano delle Finanze. La questione è importante, perché lo Stato incasserebbe decine di miliardi in meno se fosse approvata la proposta Lagorio. Supponiamo, ad esempio, che un calciatore di serie A guadagni quest'anno 250 milioni, di cui 60 milioni di stipendio vero e proprio e i restanti 190 milioni per premi di varia natura. In base al progetto Lagorio e alle tesi della Federcalcio, egli dovrebbe pagare un'imposta complessiva di 57 milioni 570 mila lire cosi suddivisa: 19 milioni 570 mila lire per imposta Irpef corrispondente alla «voce» stipendio e 38 milioni per trattenuta fiscale fissa del 20 per cento sull'ammontare dei premi. In base all'interpretazione del ministero delle Finanze sulle leggi attualmente in vigore, invece, quel calciatore dovrebbe denunciare come imponibile Irpef tutti i 250 milioni e pagare la corrispondente imposta di 120 milioni 570 mila lire (cioè più del doppio del calcolo precedente) come qualsiasi altro professionista, artigiano o dipendente nella stessa situazione. Poiché la proposta Lagorio non è ancora stata votata dal Parlamento, gli uffici fiscali hanno continuato ad applicare la risoluzione numero 8/398 del 5 aprile 1984 della direzione generale delle imposte dirette. Di conseguenza molti calciatori azzurri e di clubs non sono stati trovati In regola. Di qui sono scaturiti accertamenti tributari sia per aver omesso nella denuncia dei redditi di indicare i premi del Mundial e quelli corrisposti dalle società, sia per non aver pagato le tasse dovute con una maggiore aliquota. Nei casi più gravi è scattata persino la denuncia alla Procura della Repubblica. Pierluigi Franz
Persone citate: Bruno Visentini, Lagorio, Lelio Lagorio, Pierluigi Franz
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