La Cina e il ping-pong è un amore che passa? di Gian Paolo Ormezzano

La Cina e il ping-pong è un amore che passa? Domina i mondiali, ma le vocazioni sono in calo La Cina e il ping-pong è un amore che passa? DAL NOSTRO INVIATO OOETEBORG — / cinesi e le cinesi hanno vinto morbidamente e crudelmente, senza affannarsi, ma senza regalare nulla (un'arte tutta orientale, da far apparire unimpalatura come un favore), t primi due titoli ai campionati del mondo di tennistavolo, qui in Svezia: cinque a zero sugli svedesi, tre a zero sulle nordcoreane. Vincono tutto, i cinesi, dal 1981, da quando cioè hanno deciso di stradominare: prima, lasciavano qualcosa ai nordcoreani, per propaganda politica. Sono l'esaltazione e il limite di uno sport che a Goeteborg, in questi giorni, sta ingiallendo in due sensi: scese dal primo gruppo Italia e Danimarca, ci sono ora le due Cine, le due Coree, il Giappone, l'India, gli Usa con i suoi oriundi giapponesi e cinesi, tutte squadre di colore, più nove europee. Le cineserie di vertice possono provocare anche un ingiallimento di tipo autunnale: le due finali a squadre sono infatti state noiosissime. A Seul 1988 ti tennistavolo, sport neo-olimpico, darà ai cinesi quattro medaglie d'oro, i due singoli e i due doppi. La speranza è che i cinesi facciano grande questo sport anziché fare piccoli gli altri. Un polacco, Grubba, e uno svedese, Waldner, che guadagna mezzo miliardo l'anno, comunque sono già come gioco veloce e preciso abbastanza ctnesl. L'idea è che tutta la Cina giochi a tennistavolo: ma se è vero che mezzo miliardo di cinesi, uno su due, Impugnano la racchetta, è andte vero che a fare attività sportiva sono 'Soltantomezzo milione. «Può accadere a noi quello che è accaduto ai giapponesi nel judo, dopo l'introduzione del loro sport al Giochi: che altri cioè li battano, ma che que- sto sia un buon affare per il nostro sport»; lo dice il sorridente scafatissimo Huang Liang, uno dei tre tecnici cinesi della nostra federazione, •E poi — sempre Huang Liang — c'è calo d'interesse e di praticanti, in Cina. Il calcio sta dominando, ormal. La gioventù fra l'altro ha ripreso gusto a studiare, dopo che la rivoluzione culturale aveva preteso di esasperare i concetti di Mao, spedendo tutti a zappare la terra. E lo studio da noi è ancora abbastanza nemico dello sport». Huang Liang è da quasi due anni In Italia, parla bene la lingua: «Sono successe tante cose in Cina, Zuangh Zetung è stato tre volte campione del mondo, poi ministro dello Sport, ora, dopo la fine della rivoluzione culturale, è da qualche parte a studiare quanto è stato cattivo». Huang Liang da giocatore ha dovuto cedergli un titolo mondiale individuale, per ordine di squadra, cioè di partito. Nel match i cinesi non regalano più niente (nel 1972, prima tournée nostra laggiù, ci offrirono persino una vittoria). Non si sentono più missionari di uno sport che comunque mica è nato in Cina, dove se ne parla soltanto dal 1950, per via di un una scoperta e innamoramento personale del presidente Mao. Mandano tecnici in giro facendoseli pagare in dollari. Idem peri giocatori: ne offrono da 800, da 1000, da 1200 dollari. Noi ne abbiamo quattro, per il campionato di club. Vivono in castità assoluta, stanno una stagione, due, come i tecnici, tornano a casa. Costano, per una stagione, compreso vitto, alloggio e argent de poche, sui 25 milioni. E' stato in Italia anche Shu Shao Fa, passando per Parigi dove, con strabiliante passaporto cinese individuale, aveva raggiunto la moglie, figlia di un cinese fuoruscito. Ora è il responsabile massimo del tennistavolo di Cina, Non c'è uno splendido, perfetto pianeta-Cina del ping-pong: hanno i loro problemi, problemoni, problemacci. «Vinciamo molto perché possediamo agilità, velocità, concentrazione. Ma sono cose che si possono in parte creare dentro un uomo» dice Huang Liang. E quell'altro, Shu Shao Fa: •E' finito 11 tempo delle invenzioni, delle trovatine, del materiali esclusivi. Conta il lavoro». / giovani cinesi promettenti vengono tolti alle famiglie quando hanno quattordici anni, messi in centri di lavoro sportivo, fatti anche studiare, ma non troppo. Se diventano campioni del mondo hanno diritto al 50 per cento 'in più' rispetto al cittadino medio: salario, metri quadrati di abitazione, vacanze, buoni per acquisto di generi speciali. Poi fanno gli istruttori, sempre trattati bene. In giro per il mondo appaiono perfetti, monastici, allegri e gentili come fratomoli, anche verso i cinesi di Formosa. Gian Paolo Ormezzano II polacco Andrzej Grubba

Persone citate: Andrzej Grubba, Huang Liang, Mao, Shu Shao Fa, Waldner