Sindacato in allarme per la Fabocart la crisi può investire anche la Burgo di Ugo Bertone
Sindacato in allarme per la Fabocart la crisi può investire anche la Burgo Dopo il no del giudice di Monza alla richiesta di concordato preventivo Sindacato in allarme per la Fabocart la crisi può investire anche la Burgo MILANO — Presidi sindacali, invocazioni al ministero dell'Industria, preoccupazioni in Borsa e la più assoluta incertezza sul futuro dell'Industria italiana della carta. E' questa la prima conseguenza dell'inattesa sentenza con cui, in data 25 marzo, il tribunale di Monza (giudice Lamattina e commissario giudiziale il dottor Corno) ha respinto la proposta di concordato preventivo presentata dal gruppo Fabocart: 5 società per un fatturato complessivo di 700 miliardi di lire e 3500 dipendenti che fanno della Fabocart, il secondo impero della carta italiana. Ma la stessa Burgo (vendite per 900 miliardi) può essere coinvolta dalle scelte del giudice che, rifiutando la proposta di concordato preventivo presentata dalle varie società ha fatto richiesta perché il gruppo venga ammesso all'amministrazione controllata. Giovanni Fabbri, proprietario della Fabocart, è anche l'azionista di maggioranza relativa della Burgo con una quota del 24%. Il pacchetto è attualmente In garanzia del debiti del gruppo Fabocart (poco meno di 200 miliardi) verso 11 sistema bancario. La Burgo, poi, è alla vigilia di un aumento di capitale garanti- to da Mediobanca (secondo azionista seguito dalla Gaie di Camillo De Benedetti, da Jody Vender e De Nora) che dovrebbe avvenire a maggio. «Ma questo — spiega un industriale del settore — valeva prima della decisione del tribunale che, in caso di assenso, avrebbe permesso di sbloccare le azioni di Fabbri. Adesso tutto è rimesso nelle mani del commissario che sarà nominato da Altissimo*. I tempi Insomma stringono. *Ma al ministero — accusa Ghiglienl segretario nazionale della Fisi che parla a nome della triplice — tutto tace e noi intendiamo mobilitare a livello confederale presidi contro il ministero*. «Ci deve ancora pervenire — replica 11 sottosegretario Zito — la richiesta del tribunale. La decisione non verrà presa prima di una settimana*. Intanto, dopo la pausa pasquale, l'attività dovrebbe riprendere regolarmente nelle cartiere del gruppo che, a detta di fonti interne, dispongono di un portafoglio ordini per alcuni mesi. Prima di allora, però, si spera In qualche novità che possa rilanciare la candidatura della Cartiera Sud Europa, il grup¬ po presieduto dall'industriale Georg Mandi che avrebbe dovuto rilevare la Fabocart soddisfacendo 1 creditori (i quali hanno espresso il parere favorevole in tribunale a questa soluzione). E' probabile che il no del giudice dipenda dal sospetto che dietro alla Cartiera Sud Europa ci fosse di nuovo l'ombra di Giovanni Fabbri. La società infatti, fa capo alla Forest Product del Lussemburgo, le cui azioni sono al portatore. Solo tre soci (la Gulf di Ginevra con 11 30% del capitale, lo stesso Mandi e Hans Widerkeher) sono usciti allo scoperto. Troppo poco, evidentemente, anche se i sindacati non nascondono le loro perplessità. .11 giudice — dicono 1 segretari nazionali della Fisi — esprime nella sentenza giudizi sindacali, politici, economici opinabili tanto più die il commissario giudiziale ci aveva detto tre giorni prima di stare tranquilli*. Intanto, 11 29 marzo, la Cartiera Sud Europa aveva versato il capitale richiesto di 30 miliardi nei termini stabiliti; ma II giudice, senza attendere, aveva già emesso 4 giorni prima la sua decisione. Ugo Bertone iti m&f® s'è $£r€$f$§*«8f<£8 {radiografia «fot tittar* à«ì 'T9 « 9**1)
Luoghi citati: Europa, Ginevra, Lussemburgo, Milano, Monza
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