Danesi in sciopero contro la cura Thatcher di Mario Ciriello
Danesi in sciopero contro la cura Thaf cher Dopo giorni di caos il Paese recalcitra ancora davanti all'austerity voluta dal premier Danesi in sciopero contro la cura Thaf cher DAL NOSTRO INVIATO COPENAGHEN — Niente televisione, niente radio, niente giornali, niente autobus. Scarseggia la benzina, I treni vanno si e no, l'aeroporto di Copenaghen è ancora semichiuso. La Danimarca nel caos? No. Sono gli ultimi ruggiti di una confederazione sindacale, dolorosamente sconfitta da un governo conservatore, 11 primo dall'inizio del secolo. Ruggiti — e tutti ne sono consapevoli — che non dureranno oltre questa settimana di Pasqua. Il premier Poul Schluter ha vinto, ha ottenuto l'assenso del Parlamento a una strategia che Impone non soltanto una draconiana politica del redditi ma anche l'obbligo di tornare al lavoro, e subito. Ogni protesta sarebbe vana. E vane sono state infatti le dimostrazioni di lunedi, alcune assai violente, contro l'entrata in vigore, ventiquattro ore prima, delle nuove misure. Oltre centomila persone hanno urlato la loro rabbia nelle piazze e nelle vie dell'antico cuore di Copenaghen; manipoli inferociti hanno tentato d'invadere il Parlamento: pattuglie di estremisti si sono azzuffate con la polizia; giovani sindacalisti hanno fermato vari treni. Ma, ieri, la furia si era smorzata 81 scioperava ancora, e alle astensioni «ufficiali» si affiancavano i gatti selvaggi: con slancio decrescente, però. Passata la festa, la Danimarca sarà di nuovo al lavoro. L'osservatore straniero domanda: «Quali ferite lascerà questo conflitto?». I danesi rispondono che è troppo presto per cedere al pericoloso fascino delle previsioni. A breve termine, si sa che il sindacato dovrà spiegare ai propri iscritti le cause della disfatta e si sa che, grazie alle nuove leggi, 11 premier potrà irrobu¬ stire I progressi economici Più lontano, però, l'orizzonte si appanna. Oggi come oggi, la maggioranza dei danesi sembra approvare la thatcherlana condotta di Schluter, ma molte sono le perplessità. Si teme l'abrasivltà sociale della sua politica, si teme un logorìo clic, in parte, già favorisce 1 socialdemocratici. Vero è che, già altre volte, in passato, governi danesi, valendosi di poteri costituzionali, avevano «imposto» patii salariali e normativi. Ma quasi tutti questi accordi decretati dall'alto si ispiravano a compromessi suggeriti dai mediatori ufficiali. Questa primavera '85 ha offerto invece un nuovo scenarlo. Le proposte del mediatore sono state respinte da entrambe le parti: e la coalizione governativa minoritaria — conservatori, liberali, democratici di centro, partito del popolo cristiano, con il vitale appoggio esterno del repubblicani — ha fatto di testa sua. Un vistoso esempio di «decisionismo». Schluter ha anteposto la salute economica nazionale a ogni considerazione politica e sociale. Schluter ha giocato duro perché aveva buone carte: la coraggiosa abolizione nell'83 dell'Indicizzazione del salari; 1 tagli alla spesa pubblica; un aumento di ben il 4 e mezzo per cento nel prodotto lordo e un'ascesa del 3 per cento dell'occupazione nel settore privato, durante l'84; un previsto calo dell'inflazione, entro quest'anno, dal 6 per cento al 4 e forse al 3. Sull'onda di tali successi, Schluter ha ignorato l'ira sindacale, e di migliala di cittadini, e ha convinto i suoi alleati in Parlamento ad approvare otto leggi. Soltanto le sinistre hanno votato contro. Tre sono le innovazioni di maggior peso: 1) gli aumenti salariali fra la primavera '85 e la primavera '80 non dovranno superare il 2 per cento e, nei dodici mesi successivi, l'I e mezzo. Tali maggiorazioni, le più magre in Occidente, non saranno necessariamente concesse. 2) La settimana lavorativa non sarà più di 40 ore, ma neppure di 38, come richiesto dalle Unions. Sarà di 39; e dall'87. 3) Le imposte sulle società saliranno dal 40 al 50 per conto. Il lungo sciopero, il più infuocato dalla fine della guerra; l'arresto quasi totale della produzione Industriale; le esplosioni di violenza: tutte queste drammatiche sequenze hanno distratto l'attenzione dal nucleo centrale della disputa. Il negoziato collettivo nazionale, tipico del mondo scandinavo, è in crisi. Nei mesi passati, anche 11 governo socialista svedese ha dovuto Istituire una politica dei redditi. Mario Ciriello
Persone citate: Poul Schluter, Schluter
Luoghi citati: Copenaghen, Danimarca
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