Gorbaciov accetta di vedere Reagan

Gorbaciov accetta di vedere Regga» Il vertice forse in settembre, all'Orni Gorbaciov accetta di vedere Regga» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Gorbaciov incontrerà Reagan: dove e quando non è ancora stato deciso. La data più probabile è settembre, la località il Palazzo di vetro. Lo ha indicato ieri lo stesso Presiderite in un'intervista alla Washington Post, nella quale ha detto di aver ricevuto «una risposta* dal leader sovietico e di ■ sperare» che il vertice abbia luogo. E lo ha confermato all'autorevole quotidiano la Casa Bianca, definendo la risposta di Gorbaciov «positiva»: la sua lettera, ha dichiarato un alto funzionario, •■conferma l'idea di un summit». La proposta del vertice era stata avanzata da Reagan alle esequie di Ccrnenko a Mosca, tramite il vicepresidente Bush. Rompendo il silenzio di Gorbaciov, Reagan aveva parlato dell'Onu e di settembre in una conferenza stampa il mese passato. Il «si» di Gorbaciov risale alla scorsa settimana, dopo l'uccisione nella Germania Orientale del maggiore americano Nicholson da parte di una sentinella sovietica. Per dare l'annuncio, il Presidente ha atteso che il segretario di Stato Shultz risolvesse — sabato — l'incidente con l'ambasciatore sovietico a Washington Dobrynin. Evidentemente d'intesa col Cremlino, Reagan si è mantenuto sul vago. «Non rivelo mai il contenuto delle comunicazioni tra capi di Stato», ha detto riferendosi alla lettera di Gorbaciov. «Ho scritto, mi ha risposto, stiarno ne¬ gdudrIesgdcpctcrcznsen—cm—cmcd goziando». A un'altra domanda ha risposto: «Avrei voluto un vertice anche coi suoi predecessori. Continuo a lavorarci, e spcio che lo terremo». Interrogato sulla morte del maggiore Nicholson, ha esclamato: «E' stato un assassinio, un assassinio a sangue freddo... che riflette la differenza tra le nostre società... è una ragione in più per incontrarci... ed essere sicuri die non capiterà di nuovo». Nell'intervista, il Presidente ha precisato che l'incontro con Gorbaciov non lo spingerebbe comunque a fare concessioni di principio ai negoziati sul disarmo di Ginevra, né a ridurre gli armamenti senza un accordo preciso. Ha esaltato lo scudo spaziale, l'iniziativa di difesa strategica — sostenendo che l'Urss ha cominciato a impostarlo prima ancora degli Stati Uniti — e il supermissile MX, necessario, ha affermato, a mantenere l'equilibrio atomico. Reagan è apparso molto duro nei confronti dei Paesi • che appoggiano il terrorismo internazionale», rifiutandosi però di indicare quali rappresaglie attuerebbe nei loro confronti in caso di altri attentati. Secondo il New York THmes, il segretario di Stato shultz ha ammonito l'Iran che, se i sei americani tenuti in ostaggio da gruppi terroristici in Libano venissero uccisi, l'America «punirebbe» Teheran. Shultz avrebbe prospettato un'azione militare, ma il Presidente si è limitato a dire che gli Stati Uniti «risalircbbero alla fonte», cioè ai governi responsabili. La Washington Post ha messo Reagan sulla difensiva chiedendogli perché, nella visita in Germania a maggio, non visiterà un ex campo di concentramento. «Non dobbiamo mai dimenticare l'olocausto», ha spiegato il Presidente. «Non si deve mai più ripetere... ma tra i tedeschi, la cui maggioranza oggi non ebbe nessuna responsabilità, c'è già un profondo senso di colpa... credo che sia meglio ricordare la fine della seconda guerra mondiale come linizio di 40 anni di pace, di una nuova amicizia, dell'apertura di un altro capitolo nella storia dell'umanità». La parte iniziale dell'intervista, Reagan l'ha dedicata al Nicaragua, la sua ossessione. Ha sostenuto che la maggioranza dei nicaraguegni è più ostile ai sandinisti di quanto non lo fosse stata al dittatore Somoza. Ha accusato i sovietici e i cubani di aver sparso con successo «disinformazioni» sul Centro America: «Hanno un apparato che noi non riusciremo mai a egua¬ gliare» Ennio Caretto Ijù ha rivelato il Presidente americano: «Stiamo negoziando» Il «sì» dopo l'uccisione dell'ufficiale americano in Germania Est