Se la dose uccide omicidio colposo

Se la dose uccide omicidio colpose Se la dose uccide omicidio colpose Condannato a 3 anni l'uomo che fornì la droga ad un giovane morto nel febbraio '84 Ieri, al processo, davanti ai giudici della prima sezione del tribunale (pres. Cirillo), Emanuele Parisi, che era difeso dall'avv. Zancan, ha ripetuto quanto aveva già detto alla polizia al momento dell'arresto: «Non ho inai conosciuto Damiano. La dose l'ho ceduta a Giuseppe Chiti. Non so se fosse eroina tagliata». Una difesa che non ha attenuato le sue responsabilità. Per 11 pubblico ministero Ferrando «fi piccolo spacciatore tossicodipendente che ricava dalla vendita di modiche quantità di droga quanto gli basta per alimentare il proprio vizio è il veicolo principale, della diffusione degli stupefacenti, una piaga sociale die lux ormai assunto proporzioni allarmanti-. Il rappresentante dell'accusa ha chiesto nella sua requisitoria 4 anni e mezzo di reclusione per lo spaccio di modica quantità e un anno di carcere per l'omicidio colposo. Il difensore di Parisi, avv. Zancan, ha offerto ai giudici una diversa ricostruzione dei fatti: «Il mattino di quell'll febbraio dell'S4 Damiano Chiti, che era assieme ad una amica di Pinerolo, Gaetana Bernardone, 19 anni, aveva già comprato una dose di eroina che doveva servire ad entrambi. Dopo aver assunto lo stupefacente, la ragazza si senti male e fini ricoverata all'ospedale di Pinerolo, Damiano tornò a casa dal fratello Giuseppe, che intanto si era procurato un'altra dose. Non sappiamo se a provocare la tragedia sia stata la seconda dose di eroina". Una vicenda complessa, dove però tutti i protagonisti erano legati dal denominatore comune della schiavitù all'eroina. I giudici del tribunale hanno ridotto la pena chiesta dal pubblico ministero ma riaffermato il principio che, in caso di morte di un tossicodipendente, lo spacciatore responsabile di avergli fornito la dose deve essere condannato per omicidio colposo. Emanuele Parisi, 42 anni, piccolo trafficante di eroina, è staio condannato a 3 anni e due mesi di reclusione, di cui 2 anni e mezzo per spaccio di modica quantità di droga e 8 mesi per omicidio colposo. L'11 febbraio dell'84 Giuseppe Chiti, 26 anni, tossicodipendente, comprò da lui in piazza Vittorio una dose e ne cedette una parte al fratello Damiano, 19 anni. I due giovani si chiusero nel loro rifugio, una stanzetta al terzo plano in corso Einaudi 27, per bucarsi: entrambi si sentirono male, e quando Giuseppe si rese conto di quanto stava succedendo al fratello era ormal troppo tardi per soccorrerlo. Damiano mori prima dì giungere all'ospedale Maurizlano. ir Agostino Petruzzelli, di Banchette, del direttivo di dp, è comparso davanti al pretore di Ivrea per un manifesto affisso in spazi non consentiti. E' stato assolto per insufficienza di prove.

Persone citate: Agostino Petruzzelli, Damiano Chiti, Emanuele Parisi, Gaetana Bernardone, Giuseppe Chiti, Parisi, Zancan

Luoghi citati: Banchette, Ivrea, Pinerolo