Volevano formare una nuova banda i terroristi bioccati ad Alessandria

Volevano formare una nuova banda i terroristi bioccati ad Alessandria Prime ammissioni davanti al magistrato dei due superstiti della sparatoria Volevano formare una nuova banda i terroristi bioccati ad Alessandria Tre bombe molotov, abbandonate nella campagna dai quattro giovani torinesi poco prima dello scontro a fuoco, sono state recuperate dalla polizia - Un interrogatorio durato venti ore Anarea Cosso, Raffaella Furiozzi, Diego Macciò e Enrico Ferrerò, neofascisti con velleità terroristiche, tornavano da Roma carichi di armi e bombe molotov per potenziare il loro scarso arsenale. Cosa avessero Intenzione di fare con tutti quegli strumenti di morte, forse, nemmeno loro lo sapevano ancora. Il folle progetto della banda, comunque, si interruppe sul piazzale del casello di Alessandria Est (San Michele) della ..Autostrada dei vini., dove, in uno scontro a fuoco contro una pattuglia della polizia, morirono Diego Macciè- e Enrico Ferrerò e rimase ferito l'agente Maurilio Pastorino. L'ipotesi che volessero costituire una banda terroristica emergerebbe dalle dichiarazioni fatte da Raffaella Furiozzi e Andrea Cosso (anche loro rimasti feriti, sia pur in modo leggero, nella sparatoria del 24 marzo scorso) in quasi venti ore d'interrogatorio al procuratore della Repubblica di Alessandria, Enrico Buzio, e al sostituto procuratore torinese, Alberlo Bernardi. Intanto polizia e carabinieri hanno recuperato in una località dell'Alessandrino, di cui non è stata rivelata l'ubicazione, tre bombe molotov e un pezzo del fucile a canne mozze rinvenuto sulla 127 su cui viaggiava il commando. Pare assodato che il quartetto stesse tornando da Roma dove avrebbe «recuperato.. — non si sa, a questo proposito, fino a che punto si è spinta la collaborazione della Furiozzi e del Cosso, entrambi difesi dall'avv. Trebbi — le bombe molotov, il fucile a canne mozze, la bomba a mano, due pistole e altro materiale. Molotov confezionate con non molta perizia (del resto, anche le pistole pare siano dei i-catenacci..) se è vero, come sembra, che, durante il viaggio verso Torino, da tutte e tre le bottiglie filtrò benzina, tanto da consigliare il gruppetto a disfarsi del pericolosi ordigni. Per questo motivo, il commando avrebbe deciso di uscire dall'autostrada al casello di Alessandria. Cadono quindi le ipotesi di attentati dei neofascisti nell'Alessandrino, cosi come l'esistenza di un covo «nero» in quella zona. Più probabile, invece, che bombe e armi dovessero servire alla banda per colpire qualche obiettivo a Torino come accadde all'inizio di marzo, quando sconosciuti assaltarono con una bomba molotov un tram della linea 3 (sia la Furiozzi che il Cosso negano, comunque, di avervi preso parte). I due giovani, intanto, dopo un'ultima visita del perito medico-legale, dottor Camillo Pollarolo, sono stati dimessi dallo speciale reparto dell'ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria e trasferiti al carcere. * Giancarlo Furiozzi, 11 padre della ragazza ferita ad Alessandria nello scontro a fuoco fra terroristi neri e polizia, è un commissionarlo In titoli di Borsa. Lo precisa l'interessato (confermando di non appartenere all'Associazione Commissionari di Borsa, che è facoltativa) e dichiarando di esercitare con pieno diritto l'attività In base alla licenza n° 13-B-80-3" rilasciata dalla Questura di Torino e con Iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Agricoltura n° 575233. Raffaella Furiozzi continua a rispondere ai giudici