Una poltrona del '700 per guardare le gondole di Remo Lugli

Una poltrona del '700 per guardare le gondole Una poltrona del '700 per guardare le gondole SE ogni cosa fosse al posto giusto forse sarebbe più facile essere felici. Rodolfo Bragadin, vecchio pescatore di Burano. passava le sue giornate seduto In poltrona, In cucina. La sua vita ormai era chiusa in questo locale, a piano terreno, la cui unica finestra dava sul canale. Il davanzale era basso e Bragadin riusciva a intravedere qualcosa di quello che accadeva all'esterno: i passanti sul marciapiedi, gli alberi delle barche e le teste dei pescatori. Al mattino la nuora lo alzava dal letto, lo aiutava a vestirsi, lo accompagnava, passetto dietro passetto, fino alla cucina dove, con manovra lenta, il vecchio si sedeva sulla poltrona. Questo ormai da dieci anni, da quando, più che settantenne, era stato colpito da una emiparesi che gli aveva offeso la gamba sinistra. Poi. nel giro di qualche mese, si era un poco ripreso, ma solo per poter vegetare cosi, in casa. Per fortuna c'era la poltrona, comoda, che si era trasformata per lui in un piedistallo, quello della sua statua diurna. Era una poltrona che nulla aveva a che fare con l'arredamento povero di quella casa. Era imbottita nel sedile e nello schienale, aveva i braccioli, pure imbottiti, le gambe erano arcuate e terminavano sul fondo con un ricciolino. Tutta la struttura di legno era intagliata e dorata. Sia nella fascia anteriore sottostante il sedile, sia in quella più alta che sovrastava lo schienale, erano raffigurate volute che rappresentavano piccoli fiori e foglie. Rilievi che la nuora odiava perché, diceva, erano trappole che raccoglievano la polvere ed erano difficili da pulire. Nessuno della famiglia sapeva come fosse finita in casa quella poltrona. 11 vecchio, anni prima, quando aveva ancora la memoria agile, raccontava di un'eredità che suo padre aveva ricevuto da un signore di Venezia, presso il quale era stato a servizio. Ma il figlio del Bragadin. Anselniino, ricordava die da ragazzo aveva sentito il padre raccontare una storia diversa: che il nonno aveva vinto la poltrona giocando d'azzardo. Ad ogni modo la poltrona c'era, era una realtà anche se non in armonia con il resto della casa. Ed era comoda; peccato fosse cosi pesante da essere quasi inamovibile. Non sarebbe dispiaciuto a Bragadin sostare alternativamente in punti diversi rispetto alla finestra per variare la visuale e rendere la sua giornata più attraente. Un giorno era entrata in cucina una signora. Girava casa per casa chiedendo se avessero da vendere mobili e suppellettili d'altri tempi. Di fronte a Bragadin seduto era rimasta senza fiato. Intagliata in legno massiccio e dorata, imbottita nel sedile e nello schienale, con i braccioli e le gambe arcuate, come era capitata in quella povera casa? Aveva cercato di dissimulare 11 proprio stupore e la propria gioia per quel pezzo che il suo occhio esperto aveva già classificato del '700 e quasi una rarità per la finezza dell'intaglio. • Questa poltrona mi potrebbe interessare., aveva cominciato a dire. La nuora si era fatta avanti incuriosita. Non sapeva se rallegrarsi o dispiacersi. Pensava a come era difficile da spolverare quel legno bitorzoluto; però senza poltrona il nonno dove avrebbe passato le sue giornate? «Non possiamo venderla, lui non saprebbe dove sedersi., aveva detto timidamente. Rodolfo Bragadin stava ad ascoltare e a guardare con aria istupidita. Come? Gli volevano portar via la poltrona? E dopo? Ma non sapeva trovare parole. Istintivamente si abbandonava agli eventi. L'antiquaria diceva: «Come fa. non- no. a restare fermo qui sopra tutta la giornata? Non sarebbe meglio per lei una bella sedia a rotelle? Potrebbe muoversi, andare fin fuori sul marciapiede». Era stata, quella proposta, come un lampo nella notte. Nuora e suocero erano rimasti storditi da questa idea abbagliante, alla quale nessuno aveva mai pensato. Già, come sarebbe stata comoda una sedia con le ruote! La casa per Rodolfo avrebbe assunto un'altra dimensione, ogni stanza sarebbe stata facilmente raggiungibile: poi, grazie al piano terreno, gli sarebbe stato possibile andare anche fuori, sul marciapiede, a pochi passi dal canale. Il contratto non potè essere immediato, fu necessario attendere qualche giorno, parlare con Anselmino. Una consuetudine di anni e anni veniva infranta: la poltrona dell'avo, la poltrona del signore veneziano, la poltrona per tanti anni davanti alla finestra... Ma le rotelle avevano un grande fascino. E infatti le rotelle arrivarono sotto una sedia cromata. Con li denaro della potrona dorata, di sedie a rotelle se ne sarebbero potute comperare tre. Erano, quelli, giorni di piena primavera. Incominciava a fare caldo, il marciapiedi tra la casa e il canale, largo almeno una quindicina di metri, era sempre animato da gente. Bragadin poteva finalmen- LA capacità di numerosi animali di avvertire anticipatamente e segnalare con il loro comportamento le variazioni atmosferiche è da tempo confermata scientificamente. Tuttavia, questi animali «metereologlci» non cessano di stupire. Un esemplo dei più sorprendenti risale al 1927, quando i piccioni del Palazzo di giustizia di Vienna abbandonarono improvvisamente il luogo dove abitavano da decenni per trasferirsi nel vicino edificio del Parlamento; pochi giorni dopo, mentre si cercava inutilmente di farli tornare nella loro vecchia sede, nel Palazzo di giustizia divampò un furioso incendio. Anche 1 topi prevedono con notevole anticipo l'oscillazione e 11 crollo delle costruzioni dove si annidano; inoltre presagiscono naufragi e terremoti e fuggono Improvvisamente cercando di mettersi in salvo. Particolarmente sensibili alle variazioni atmosferiche sono i ragni che reagiscono al minimo aumento di umidità e pressione barometrica. Scriveva Plinio il Vecchio, nella sua «Storia naturale»; «Ci si può servire dei ragni per prevedere il tempo, perché essi tessono la loro ragnatela in punti più elevati del solito». Quando le api non escono dall'alveare o vi rientrano in tutta fretta significa che sta per piovere. In autunno sono in grado di prevedere se l'inverno sarà rigido o no. Nel primo caso chiudono ermeticamente l'entrata dell'alveare con la cera, lasciando un buco impercettibile; nel secondo l'ingresso rimane aperto. Anche le formiche sono sensibilissime ai mutamenti del tenijio: se costruiscono 1 loro monticeli! più a punta del solito, l'estate sarà asciutta e calda. Se si ritirano nei loro formicai. All'avvicinarsi di un temporale i cavalli nitriscono, i galli cantano ad ore insolite, le pecore nei prati si sbandano, i buoi muggiscono insistentemente. Le rane, poi, gracchiano freneticamente anche 24 ore prima che cada la pioggia. I «nervi» delle zampe anteriori dei gatti hanno la proprietà di rilassarsi se il tempo tende al brutto; è solo in tal caso che riescono a passarsi le zampe dietro le orecchie. Sempre in anticipo sul cattivo tempo, l'asino diventa triste, la marmotta fischia, la volpe e lo sciacallo ululano lamentosamente, le capre invece brucano l'erba con insolita vivacità. Oli uccelli marini si dirigono verso terra, rondini e passeri volano quasi radendo il suolo. te uscire di casa. Con poche spinte di mano al cerchi abbinati alle ruote poteva raggiungere l'esterno, a piacer suo, e andare a godere suoni, gesti, colori, tutte cose che prima gli arrivavano stemperate dalla distanza e attraverso il riquadro della finestra. Era suo tutto lo spettaco¬ lo del canale, delle barche, dei pescatori che attraccavano, scaricavano le cassette di pesce, ripiegavano le reti. E venti metri più in là. sull'altra riva del canale, altra gente, altre voci, altri gesti, altri colori. Rodolfo Bragadin godeva di questa felicità che gli aveva portato la sedia a ro¬ telle. In una calle di Venezia, in una vetrina d'anti-. quartato, la poltrona del '700. con la doratura lucidata, brillava sotto la luce di un faretto. L'antiquaria, nel negozio, ogni tanto allungava lo sguardo al suo nuovo pezzo. Felice. Pensava: «Bel colpo». Remo Lugli

Persone citate: Anselmino, Bragadin, Rodolfo Bragadin

Luoghi citati: Venezia, Vienna