L'arnia tipo fai-da-te per avere miele genuino di Leonardo Osella

L'arnia tipo fai-da-te per avere miele genuino L'arnia tipo fai-da-te per avere miele genuino SEMPRE più spesso, nei paesi e anche nella periferia delle città, capita di scorgere nel giardino di qualche villetta una o due arnie, all'ombra di un albero o sotto una piccola tettoia. La schiera degli apicoltori dilettanti è in aumento. La primavera è il momento più propizio per chi vuole dare il via a una piccola produzione: l'impegno, dicono gli esperti, non è eccessivo e il miele ottenuto consentirà un non disprezzabile risparmio (oltre alla soddisfazione di consumare un prodotto confezionato in proprio). «Ma attenzione, è indispensabile seguire in precedenza un corso teorico-pratico sulla biologia dell'ape, la conduzione dell'alveare, la tecnica di produzione, la patologia», dice il professor Carlo Vidano, direttore dell'istituto di Entomologia Agraria e Apicoltura dell'u- I)a sin.: fuco, operaia, regina niversità di Torino. «Poi, una volta avviato il lavoro, occorre tenersi in stretto contatto con apicoltori esperti, per avvalersi del loro consigli.. La migliore soluzione è di aderire a cooperative o associazioni: di solito la spesa è contenuta e i vantaggi sono notevoli, a cominciare dalla possibilità di usufruire di una valida assistenza tecnica e sanitaria Quanto costa allestire un'arnia? Franco Mlnesi, ir della Cooperativa emilianoromagnola apicoltori, fornisce alcuni dati indicativi: .Un'arnia già in grado di produrre, completa di dieci telainl. si può acquistare con 230-240 mila lire. Invece una famiglia non ancora produttiva costa sulle 85 mila lire, più 42 mila per la cassa vuota. Un affumicatore costa sulle 10 mila lire senza protezione, 12 mila con un dispositivo antiscottature: per una maschera rigida occorrono 12 mila lire, 18-20 mila per quella a camiciotto». «Il tipo più diffuso di arnia è quello chiamato "italica-Carlinl"., afferma il professor Vidano. Quelle utilizzate per 11 nomadismo, cioè trasportate in montagna d'estate per utilizzare la flora alpina, sono dotate di un avancorpo, che evita alle api un eccesso di calore durante il tragitto. «Di fondamentale importanza è l'esposizione dell'arnia», aggiunge Costanzo Ruella, che ha un avviato allevamento. «L'ingresso va orientato preferenzialmente In direzione Sud-Est, per sfruttare meglio il primo sole. D'estate è importante l'ombra: In mancanza di al¬ beri, va benìssimo anche una piccola tettoia. Bisogna anche assicurarsi che sia disponibile una riserva d'acqua». Inoltre, come sottolinea il professor Vidano, sono avvantaggiate da un punto di vista apistico le zone poco Interessate dall'agricoltura, poiché i trattamenti con antiparassitari e diserbanti (nel frutteto, nella vigna, nel pioppeto) influiscono negativamente. Seguendo attentamente la vita dell'alveare, si comincia a ottenere il miele. Quest'ultimo si estrae dai telainl con lo smielatore (sulle 180 mila lire), utilizzando la forza centrifuga. Il miele si lascia poi riposare per 15 giorni in un recipiente: alla fine si toglie la leggera schiuma con le impurità e si chiude nel vasetti (di vetro, è la raccomandazione degli esperti). Altre precauzioni da prendere, per evitare amare sorprese: cambiare la regina ogni due anni (costa sulle 12.500 lire), controllare che non vi sia un eccessivo accumulo di miele per evitare la sciamatura, informarsi frequentemente sulla presenza di.eventuali ma¬ lattie nel dintorni (un cattivo odore nell'amia è segno, ma ormai tardivo, di una gravissima patologia in atto: l'unico provvedimento in questo caso è la distruzione dell'arnia). Le principali forme di malattia delle api sono (in ordine crescente di gravità): peste europea, micosi, acariosl, nosemlasl, diarrea, peste americana, vari-oasi (è la più micidiale, ma per ora diffusa soltanto in alcune regioni). I tipi di miele variano da zona a zona. Il più diffuso, comune praticamente a tutta Italia, è il millefiori di montagna. Caratteristici del Nord sono quelli di tarassaco, robinia, castagno; del Centro quelli di lupino, corbezzolo, erica, girasole e eucalipto; i mieli tipici del Sud e delle Isole sono a base di arancio e mandarino, mandorlo e corbezzolo. In Sardegna, come si sa, si produce anche un miele amaro. Può essere utile, per concludere, un piccolo elenco di libri sull'argomento: •L'allevamento moderno delle api» di Melchiorre Biri (De Vecchi Editore); .Diventare apicoltore, di Alfonso Crivelli (Ed. Ottaviano); «Oulda moderna per l'apicoltore, di Roger A. Morse (Edagricole) e, in francese, «Apiculture, di Pierre Jean Prost (Ed. J. B. Balllière, Parigi). Consigliabili, anche perché di divertente lettura nonostante il carattere rigorosamente scientifico, due libri del massimo esperto sull'argomento, l'etologo Karl von Frisch: «Nel mondo delle api. (Edagricole) e •Il linguaggio delle api. (Borlnghierl), che descrive l'ingegnoso sistema con il quale questi insetti comunicano tra loro. Leonardo Osella

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