Eduardo, Fo e Bene i magnifici tre del teatro italiano

Eduardo, Fo e Bene i magnifici tre del teatro italiano Eduardo, Fo e Bene i magnifici tre del teatro italiano ■i:->..< vy» f- "Jtxtr. n frt-i". ','>■'• r •n:r.rn i*:. vr.- tfo> j<r. ■•j.'./i - Pvyì' ryni-)(y»nMw 's-..vi « //v-ui*> t'vf'iiiirj ìaU j-.iiy'.r. l*s.~.:~ fì—i iarmf.ufi.4t e !'rm~ n^-.t^r, r\jr}**>St Jr*r artù■ i: 1*:,o ì'/ì'ìti ti Agt*rs* Pattr'. I**. Piti*. f*nit;::nl. fa v/M\zvn>so 1\ .v-.n/i Karuttntky fin *ri finto, tono al«j7ii Art eavUoti àti u8-ro, fitto & ftorUt umati* tee*vAf/nali e il eptj»vfi (7i*yatt H poterne vuole essere toméite l'autrice — un 6onM>,vtr> per \nif-r.tìm II linguaggio 1t>:: jrf» appreto dalla •■ivo rss.* e Oall'espe■ ■' ■ a ffuotiólana degli •ir»,.«»i stetti. L'ultimo capitolo comprende una serie di riflessioni critiche sulle ultime tre niennalt veneziane. infatti una ripetizione di moduli estetici stereotipi, in cui 11 regista si dimostra persino .troppo umano., tende a trasfigurare lo spettacolo (è 11 caso dell'ultimo Strehler) o, all'opposto, a enfatizzarlo In direzione patologica, tardo positivista (e qui Colomba scrive pagine di acre Ironia sul talento di Lavla). Dal canto loro 1 grandi teatri pubblici, invece di lavorare a cambiare 11 teatro attraverso serie analisi socioculturali o coraggiose scelte di tendenza artistiche, non fanno che diversificare genericamente 1 modi della produzione (per ' esempio, in direzione dell'elefantiasi spettacolare: altre pagine sferzanti su Missiroli e su vari organismi stabili, come il .prediletto. Ater). ma non compiono scelte termali radicalmente alternative (semmai le hanno compiute le sparse cooperative, negli anni del loro rigogliosi fermenti, e su tutte Colomba sembra privilegiare, a ritroso 11 Gruppo della Rocca degU Anni Settanta: ma è un'esperienza che sembra lontana, conclusa in se stessa). Lo sforzo pm radicale di ricercare una nuova spettacolarità, di tramutare la •differenza. In .diversità* l'ha forse realizzato 11 Terzo Teatro, termine che Colomba usa con molta duttilità, accostando le esperienze di Barba e dcll'Odin Teatret a quelle di Carlo Ce echi, quelle dei Magazzini Criminali a quelle di Leo De Bcrardlnls. Qui il critico mi sembra scriva le sue pagine più equilibrate, piene d'attenzione amorosa verso 11. •nomadismo», la «circolarltà-, la «linearità, di .quelle compagnie, ma senza cedere a facili infatuazioni, anzi malinconicamente consapevole del divario frequente tra fre¬ m. d. C.

Persone citate: Ater, Barba, Fo, Leo De Bcrardlnls, Missiroli, Strehler