Non è l'oro a fare un gioiello

Non è Foro a fare un gioiello Non è Foro a fare un gioiello Riccie", della Milani in oro di colore diverso, 1825 circa, fu aggiudicato, tre anni fa, ad un milione di lire, certo più bello e meno costoso d'un gioiello di oggi. Di recente un altro periodo sta venendo alla ribalta delle aste, quello degli Anni Quaranta, con l massicci gioielli in oro del tempo di guerra. Ancora convenienti e di nuovo belli per il nostro gusto, gli orologi da polso, come quello in oro giallo, rubini e diamanti, venduto un milione meno della sua stima, appunto ad un milione e ottocentomila, appena un anno fa. Lucia Sollazzo ' .Gioiello. Gli stili e il mercato», Giorgio Mondadori & Associati, 268 pagine, 110.000 lire. «Il valore del gioielli e degli orologi da collezione», Umberto Allemandl & C, 228 pagine, 90.000 lire. per gli esemplari dell'Art Deca, dopo le grandi mostre sul tema a Neiv York, a Parigi e l'esplosione dei falsi. Ecco ora due guide sicure per la storia, i prezzi dei gioielli dall'antichità agli Anni Cinquanta: la prima, edita da Mondadori, con schede di Melissa Gabardi si distingue per maggior scioltezza di cronaca e di costume; la seconda, pubblicata da Allemandl, a cura di Diana Scarisprich, presenta una più ferrata analisi critica e di mercato. Si sfogliano i due libri, ricchissimi di illustrazioni e viene il desiderio di partecipare alle aste: una rara spilla con diamanti e smeraldi proveniente dulia collezione del Duca di Northumbcrland, Londra 1820, costò quasi 400 milioni, ma un braccialetto con smalto, pietre dure montato gioiello sotto il punto di vista del suo significato storico-sociale h vastità della sua collezione cammei, avori, corali: ma anche gioielli di minore in pegno, realizzati in me'.".::' poco costosi, indica le varietà delle scelte poisibi/i per collezionisti potenziali Per l'occhio del conoscitore pezr. di valore intrinseco modesto possono essere più interessami - e lo divengono presto per il mercato — di altn preziosissimi. La ralutazione del gioiello consideralo opera d-arte mette oggi in Ime. il significato formale rispetto al puro contenuto dell'oro, delle gemme Dì qui la difficoltà di aggiraci m-! mondo dei gioielli da collezione, soggetti al tramonta di un gusto o invece esaltati dai revivals, come è accaduto di recente •■.•-'.>. nejff ultimi -.".—..:■.•.■,-<: asili i stata WMBit - letto invalida ep--„-* ln'.vera e per tele/oso oattBnteBienie In contati: : nettali .'e sai* dar.i iti -v,-,io tiferò Lr. iv.-.. ie.: '.'sUzzionismo ■U y.-j* nàto in Inghilufi~t -a Settecento, i ricca ir y>rv.~eonta nudici C*. e. '-.-':. r.rjrrJ! Sir H-.-a .1 '/■-•>. cui colleeio-a ì tentò '-. r.-c lec del BritUH Untemi, orefici come i Castellani i< Psjrrji, donne i jvito tóme H'y.a Poldi e LrJi'y Charlotte 'y.rrfr.'Ar, che tiaggiaia di tontbtno alla, ricerca di fs/Mi: an'.v.'.'.. tempre continta r.'rji c.re^be scoperto leto-r: incompresi dallignor'irù-'i <*r. mercanti Ma la si'jnrjt'i. Oruniy ha contribuìi/, ed educare il pubblico ad aj/pnxzaje il latore di un i : t -■: -■yil.i <i 'x: * wM's. n irti* lui **vi,'»aiv ' ; il'-'. l~. -.-.-ri. A fi; C^> yuv.'A ptìsoes* Ut ~ vs-yrrS^r-*. -Art i -sj>srf.~;A'A Alt* y... Gnaubì ttead rtntttttiò ' -sy; ». fJt'Jt ;-, <t/yA- '.. 's ''».'.•■'.•,-»««ttewWJe 1 ■.■.-JA.jXT'S* iJt ur. ;•• -yy. viSe&sfviU* Ci ncixei sj -».r *' W.-rAef. Isi fjJt nymf/méxei l v?:t: yr.'-.i"-. * f&Uatti ; .irf: > i*;.> i.'y:ur.f.-: ì# yfi -e." : •• '-La scena del dispiacere» di Colomba Ir. ftt tcs.'i***. 4*. attici vrv.rir. Mt/>tart, fotrgi/j Colombe dal 1V7S al fei% de! Carlino, ci pn> y.r.t ^r. l.&ro di arnmir»-. . .'.A.'.'a la &ua d;ar.rs.'-- teli vtatro italiano ■>■/.. Ar.r.i Ottanta Si ìnUt V-ena del ditpia- La diagnosi di Colomba, voglio dirlo subito, t severa persino spietata 8i puù nor, eisere d accordo con lui su singole valutazioni fdi registi, interpreti, copi on. j: ma nell'insieme si deve ammettere che 11 suo pessimismo sulle magnifiche sorti e regressive della scemi italiana è fondato. Diviso in quattro parti o capitoli (e affettuosamente prefato da Ouido Flnk). La scena del dispiacere muove dall'amara costatazione di una sorta di tregua d'armi tra regista e attore, dopo le (oggi vagheggiate con nostalgia) stagioni dei registi tiranni, Luchino Visconti, il primo Strehler. Questa tregua è schezza e provocatorletà inventiva e concreta resa spettacolare. L'adesione di Colomba è totale, Invece, nel quarto e ultimo capitolo, per Eduardo, Fo e Bene: 1 tre attori-autori che a suo avviso portano, davvero, la •scrittura in scena», che marcano realmente una differenza nel monotono. Incolore solco della tradizione. Eduardo, Dario Fo e Carmelo compiono, a giudizio di Colomba, Il coraggioso tentativo di colmare il gran vuoto, il manque ajierto dalla rivoluzione pirandelliana (con la trilogia del teatro nel teatro) con una nuova «totalità originarla», aderendo pa- ' radossalmente alla scommessa di Van Gogh: ' «Quando «I dice: "Io non sono pittore", è allora che bisogna dipingere'. Guido Davico Bonino Sergio Colomba, «La scena del dispiacere., Longo, 230 pagine, 20.000 lire.

Luoghi citati: Londra, Neiv York, Parigi