Perché la Bella è addormentata?

Perché la Bella è addormentata? Perché la Bella è addormentata? fosi, nello specchio dei tempi. Ma forse l'ombra assopita di una fanciulla s'intravede ancora, oggi, dietro alle Belle della letteratura. «Rovesciata o corrosa magari nelle sue incarnazioni moderne, da Madame Bovary alla lini ne "La storia" della Morante», dice Fster Zago dell'Università di Botilder, Colorado. 'Una donna spezzata: le fanciulle, si sa, come le rose, nascondono spine. Ma accanto alle «Rosaspine» problematiche, quelle edulcorale. Vergini di zucchero che rinascono sempre, bambine immortali nei fotoromanzi e nel boom editoriale della letteratura rosa per signorine di questi anni. ('Come un'Araba Fenice che resta ancora sullo sfondo — spiega Giovanna Franci dell'Università di Bologna — sempre più sbiadila, sempre più parodiala». «Ma in fondo — interviene Feo, che si dichiara sentimentale sostenitore della Bella come "forma eccelsa" di una fiaba che ritorna su se stessa, dall'aulica Zcllandina a Giulietta — perché non recuperare oggi una nozione "forte" di serialità? Il dolce piacere di un ritornello, insomma, che non ha niente a che fare, certo, con quello degradato delle epopee alla Dallas». «Rosaspina». intanto, attende silenziosa ' BOLOGNA — Belle Addormentate di oggi, Belle Addormenlate di ieri. Bionde e trasognate sui loro letti di rose e fiordalisi, riposano per sempre tra boschi di spine piccole fanciulle in fiore. 1.' la storia sciita fine delle donne silenziose, in attesa di baci e di parole. La parabola di una ini/iasione sentimentale nella favola che diventa realtà. K, di belle dormienti, hanno parlato giovedì sera, in una tavola rotonda al Circolo della stampa (per la presentazione di (il.a Bella Addormentata. Genesi e metamorfosi di una fiaba-; di Giovanna Franci e Ester Zago, con illustrazioni di Paola l'allottino; ed. Dedalo, Bari), insieme alle autrici, Antonio Faeti, Umberto Feo e Flisabetta Rasy, Una serata dedicata a qualche sorpresa, su principi e fanciulle, baci e risvegli, nei pastelli del femminile. Un mito antichissimo, che abbraccia secoli e culture, arricchendosi di una cangiante iconografia, permeando di sé fantasie popolari e realtà letterarie. Dai racconti indiani ni poemi cavallereschi, dai fratelli Grimm ai cartoni animati di Disney. Belle di tutti i tipi, di tutti i colori. Che raccontano l'inesaurìbile vitalità della fiaba, attraverso le sue varianti e le sue metamor¬ mentala in una illuslra/iotie del Dorè Siena passività storica nella nostra fiaba è un'immagine da sfatare — riprende la Zago — una sovrastruttura romantica che nasce con i Grimm e con il mito borghese della donna neoangelicata. Per riapparire nel Novecento, come lettura al negativo nella contestazione femminista. La solita, stanca dicotomia delle F.ve, e delle Marie. Ma, nella loro lunga vita di "Addormentate", non tutte le "Rosaspine" sono state delle sante...». S), anche se, stando a quello che raccontano le immagini, il modello potrebbe proprio essere quello, come spiega la Pallottino, docente all'Università di Bologna, «la posizione stessa delle fanciulle e dei loro principi ricalcherebbe le figure di tante Annuncia/ioni, con l'Arcangelo a sinistra e la Vergine a destra». Ma c'è ancora chi propone (Faeti, amichevolmente incoraggiato da 1 eoi con un pizzico di ironia, questa volta tutta al maschile, un misterioso inedito iconografico senza data, che finora era sfuggito anche alle più accurate filologhe. Un uomo, un bacio, una fanciulla. Proprio come nelle fiabe. Ma il mito ha cambiato sesso; dunque questa volta sembra proprio che siano gli uomini, e non le Belle, ad essere addormentati. le sue illazioni. Insomma, «Il grande sonno» della Bella Addormentata. Un sonno che è anche fuga al femminile. «Allontanamento dal reale — dice Faeti, pedagogista all'Università di Bologna — e metafora di una morte apparente, che è il preludio di una vita nuova simile a quella strana assenza che coglie le adolescenti, come tante piccole "Belle" un po' assonnate». Un silenzio addormentato nel bosco dunque (dove il bosco è, per eccellenza, il luogo stesso della detenzione femminile) che «ricorda — dice ancora Faeti — i percorsi patologici dell'isteria e dell'afasia. F. adorai ecco che riappare il principe n salvare la sua fanciulla travestito da analista sopra il lettino della sua paziente...». Ma il sonno è anche sogno; recupero di uno spazio fiabesco che è solo delle donne. ■ I " il tempo, lungo, delle favole, rispetto al tempo accelerato della storia — spiega Elisabetta Rasy, scrittrice e giornalista — Non solo e non più simbolo psicanalizzato di un silenzio da "risvegliare", ma attività onirica fantastica e fantasmatica». «Il sonno delle Belle» è un sonno lungo e oscuro; indecifrabile, come le parole (e i silenzi) delle donne, che delle donne racconta l'affascinante ambiguità. «Ma quella Leopoldina l'alio!ta Firenze Karel Appel. A Palazzo Medici Riccardi, circa 25 olii e una cinquantina di disegni, datati dal 1947 al 1983. di uno dei maggiori artisti olandesi contemporanei, cofondatore negli Anni 50 del famoso gruppo Cobra. La mostra è organizzata in collaborazione con l'IIaags Gcmeentemuseum e l'Istituto Olandese di Storia dell'Arie di Firenze. Da oggi.

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