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Il flauto di Rampai suona Il flauto di Rampai suona l'America di Joplin parti improvvisate, affermava un nuovo modo di fare musica In America. Rampai, che non è americano, che non è Jazzman di mestiere, ma che suona 11 flauto come nessun altro al mondo, legge e interpreta la partitura jopliniana da par suo. il risultato è un sorprendente recital dove si riscoprono mondi e sapori perduti (il cinema western e quindi la vecchia America di Pord ma anche quefla'di Chaplin e del muto), il «saloon», i brutti ceffi che sparano al pianista, Fregoli e la New York raccontata da Doctorow. E", musica che non costringe'a pensare ma non per quésto da buttare nel cestino cessato l'uso. L'operazione appare infatti come 11 nobile omaggio che un celebrato solista europeo vuole offrire alla musica' di uno dei primi autentici autori americani. Agli appassionati del jazz si suggerisce di soffermarsi anche sulle parti eseguite dal bassotuba e sulla deliziosa quanto colta percussione di Shelly Manne. A New York anche le bande musicali hanno swing. La «Dirty Dozen Brass Band» è quella che ha più swing di tutte. Per questo motivo, l'impresario George Wein. quello del Festival di Newport, pubblica ora l'esordio di-' scografico di questo gruppo. La formazione è quella classica delle parate: due trombe, un trombone, un sassofono, tre percussioni, un tuba. La musica è per noi inconsueta perché il suono e il ritmo di una banda non è uguale in tutto 11 mondo: a Carmagnola infatti non suonano come a New Orleans o a Rio de Janeiro. Questo disco ci riconcilia con le bande, ci diverte e ci stupisce. Lungi dal volersi mettere in concorrenza con il fragore delle batterie elettroniche dell'attualità, i tre tamburini macinano e inventano ritmi con lo stile di un Baby Dodds che incontra la poliritmia neolatina e si diverte a sovrapporre, a incrociare. Eccezionale il ruolo del bassotuba, si chiama Kirk Joseph che ottiene la so¬