La settima di Mahler è una miniera Abbado la sua luce di Giorgio Pestelli

La settima dì Mahler è una miniera Abbado la sua luce La settima dì Mahler è una miniera Abbado la sua luce Mahler fotografato nel rsulla base di un costante fascino sonoro. Cosa che non guasta, anzi, finisce per offrire all'attenzione dell'ascoltatore l'unico motivo d'interesse nei passi in cui l'invenzione tematica del discorso si fa meno pregnante. Attraverso questa esaltazione dei colori orchestrali Abbado mette in evidenza 11 ruolo storico di Mahler In quel processo di Riproposte: il du ridotto del Teatro dell'Opera di Viemancipazione del timbro che porterà alla cosiddetta •Klangfarbenmelodie* di Schoenberg e della sua scuola. Sotto tale profilo la Settima Sinfonia è un'autentica miniera d'invenzioni geniali e l'incontro di questa partitura con il virtuosismo analitico del direttore italiano riesce particolarmente felice. Si ascoltino ad esemplo i tre movi¬ o De Vito-Fischer profondità; nello scherzo, la danza spettrale (Schaltenhaft indica esplicitamente il compositore) esaurisce le profondità del demonico, mentre nella seconda Nachtmusik sono gli spazi notturni delle antiche serenate che Invadono la scena con i loro profumi sottili. Abbado è bravissimo nel rendere il contrasto fra i tre movimenti notturni e il senso di solare vitalità che emana dal primo e, soprattutto, dall'ultimo movimento, dove gli sviluppi tematici conducono talvolta l'ascoltatore in indistricabill e un po' soffocanti labirinti; ma lo smalto sinfonico dell'esecuzione è tale da impedire, come s'è detto, il rilassarsi dell'attenzione. Inutile sottolineare la prova dell'orchestra di Chicago, con i suol pirotecnici ottoni, che è una delle migliori d'America: ed è tutto detto. enna, nel 1907, da Mori? Nahr menti centrali, ossia le ,due «Musiche della notte., e lo Scherzo: l'incantesimo e il terrore dell'oscurità si risolvono continuamente l'uno nell'altro. Nella prima Nachtmusik Abbado coglie perfettamente il tono di racconto, il lirismo da ballata leggendaria che trapela nelle sonorità misteriose dei legni, nei lunghi appelli dei corni evocanti immense Paolo Gallarati Mahler: «Sinfonia n. 7», Chicago Symphony Orchestra diretta da Claudio Abbado. Deutsche Grammaphon 2 L.P. e fra i grandi nati alla fine dell'Ottocento era uno dei più estrosi e personali. Nel finale della Sonata op. 78. staccato dai due artisti 'Allegro molto moderato- come prescritto da Brahms, non ci si aspetti che Fischer faccia intendere tutte le note, con articolazione granulare; ma dove trovare un chiaroscuro equivalente, una musicalità cosi incantevole e imprevedibile? Veramente questo Brahms suonato da Fischer con la De Vito va collocato accanto ai memorabili duo con la Schwarzkopf, con Mainardi, al Quinto concer-1 to di Beethoven e al Secondo di Brahms con Furtwaengler, insomma, fra le sue realizzazioni più memorabili. Giorgio Pestelli Brahms, Sonate per violi-' no e pianoforte n. 1 e n. 3. Gioconda De Vito violino, Edwin Fischer pianoforte. EMI 2902571 M.

Luoghi citati: America, Chicago