Era dei «neri» di Alessandria la molotov lanciata sul tram

CRONACA CRONACA Era dei «neri» di Alessandria la molotov lanciata sul tram L'attentato venne compiuto la sera dell'I 1 marzo in via Borgaro - Dei quattro solo Andrea Cosso era già stato arrestato - Aveva armi in un castello ad Al mese Probabilmente sono quelli del tram gli estremisti neri protagonisti della tragica sparatoria con la polizia ad Alessandria. Quelli che quindici giorni fa hanno incendiato una vettura lanciando fra i passeggeri una bottiglia molotov. Ma per tre dei quattro giovani coinvolti nel tragico conflitto a fuoco con gli agenti questo è uno dei pochi elementi emersi sinora. Ad eccezione di Andrea Cosso, 23 anni, via Coni Zugna 2/6, già arrestato nell'ottobre dell'82 per partecipazione a banda armata, nessuno aveva precedenti. L' attentato commesso in città la sera dell'I 1 marzo, contro un tram della linea tre sarebbe, almeno in parte, opera dei quattro. Le indagini della Dlgos stabilirono che vi parteciparono tre individui: probabilmente proprio Diego Macciò, 20 anni, volontario nei paracadustlsti, corso Racconigi 173; Enrico Ferrerò, diplomato alle magistrali, 20 anni, via Beinette 5 (questi due morti); e Andrea Cosso, via Coni Zugna 2/6, congedato di recente dall'Aeronautica. Francesco Ferrerò, padre di Enrico, non ha più visto il figlio da venerdì scorso, quando il ragazzo era uscito di casa dopo cena dicendo che andava in montagna con degli amici. Ieri pomerìggio l'uomo era nel suo alloggio, inebetito dal dolore. •Non sono andato ad Alessandria perché nessuno ufficialmente mi ha detto niente. Ilo solo sentito un cognome alla televisione. Non è possibile che sia mio figlio...'. Non è ancora stato possibile verificare invece se durante l'assalto al tram abbia in qualche modo collaborato anche la ragazza, Raffaella Furiozzl, 19 anni, legata sentimentalmente al Macciò e residente con la famiglia in corso Orbassano 191/7. Studentessa di Scienze politiche, blonda, occhi verdi', un fratello paracadutista,'i vicini e la gente al bar sotto casa, la ricordano come una simpatizzante di estrema destra. La bomba molotov contro la vettura non provocò vittime solo per caso. A bordo c'era una decina di passeggeri. Accade alle alle 21,50, quando il tram si fermò in via Borgaro angolo via Pier della Francesca. Racconterà il manovratore: 'Sulla pensilina c'era un piccolo gruppo di persone. Ho aperto le porte, tre giovani si sono diretti verso la porta posteriore, ma invece di salire hanno lanciato un oggetto all'interno: La bottiglia era stata fortunatamente «confezionata» in modo rudimentale, prima di esplodere è rotolata per cinque o sei metri lasciando una scia di fuoco. Un passeggero ha riferito: •Abbiamo fatto in tempo a vedere le fiamme, poi c'è stata II pittore Roma l'esplosione, abbastanza violenta. Per fortuna siamo riusciti ad abbandonare il tram in tempo dalle porte ancora aperte», il manovratore ha spento l'incendio con l'estintore in dotazione portando poi il tram nel vicino deposito di corso Tortona da dove è anche stato dato l'allarme alla polizia. Nel frattempo una voce maschile aveva già Singolare man telefonato al 113 per rivendicare l'attentato. Perché la Dlgos sospetta che anche Raffaella Furlozzi possa aver partecipato all'attentato? La vettura tranciarla che seguiva quella incendiata è stata imbrattata nella parte posteriore con spray nero: la croce uncinata nazifascista racchiusa In un cerchio. Nessuno ha vjsto chi abbia tracciato il simbolo, ma forse una quarta persona era sulla scena dell'attentato. L'unica figura del quartetto neofascista con i contorni ben delineati è quella di Andrea Cosso. Balza prepotentemente alla ribalta della cronaca nell'ottobre 82 con l'accusa di partecipazione a banda armata: 1 carabinieri arrestano con lui Alberto Maggiora, 30 anni, figlio dell'ex titolare del blscottifico •Maggiora», Mauro Ansaldi, 28 anni, Tommaso Fernandez, 26 anni, e Guglielmo Allemanno, 38 anni. Il gruppo eversivo avrebbe cercato di riorganizzare il terrorismo nero in città. In un •castelletto < di Almese, isolato su una collinetta e in parte restaurato dopo anni ifestazione con di abbandono, 11 Maggiora aveva allestito una specie di' base fortificata (c'era persino un locale adibito a poligono con molte sagome crivellate di pallottole) come quartiere generale per sé ed il suo gruppo. Secondo i carabinieri i Nar (Nuclei armati rivoluzionari) pensavano di servirsi anche della base come rifugio sicuro per i terroristi braccati ed In procinto di lasciare l'Italia dai valichi della Val di Susa L'inchiesta, avviata dal sostituto procuratore Miletto, si ridimensionò in parte quando giunse in istruttoria ed il difensore di Andrea Cosso, l'avvocato Trebbi, riuscì a far derubricare l'imputazione per il suo cliente in •favoreggiamento». Da parte sua Andrea Cosso, dopo la concessione della libertà provvisoria, ufficialmente si allontanò dagli ambienti dell'estrema destra. Era, evidentemente, un modo per non compromettere altri simpatizzanti dell'eversione di cui la Digos avrebbe potuto troppo sospettare. I fatti di Ales. sandria ne sono la conferma. iti. v. autotreni in cor Le proteste de

Luoghi citati: Ales, Alessandria, Almese, Italia, Roma