Il Vaticano alla sfida del Duemila

Il Vaticano alla sfida del Duemila Il Vaticano alla sfida del Duemila I>e conseguenze del nuovo Concordato con l'Italia - Una strategia per il Terzo Mondo e i problemi della «teologia della liberazione» Ai yerti€i della Chiesa ci sono oggi un Papa siavo e un bavarese, il tardinal Ratzinger, Prefetto della Fede al Sant'Uffizio - Citi è quest'uomo? Quale influenza eserciterà? Il rapporto Ira la Chiesa che e ntra nel ter/o milk'iinio e il suo popolo, \isto da Marantoilio per «Stampa Sera del Lunedi» •Ma Insomma — dice al teletono Il direttore — Insomma, si può sapere chi è questo Ratzinger che prima sfida I media di tutto II mondo con documenti sulla teologia della liberazione e convocazione di frati sospetti; e poi, zitto zitto,, lascia che si sloghino e, come se niente fosse, esce con questa sua condanna In quattro punti? Non si rende conto che adesso riprenderà la bagarre contro di jul?». «Un momento — dico, scambiando quella foga per una presa di posizione — un momento, direttore. Innanzitutto, più che di una condanna qui si tratta di un'ammonizione a padre Leonardo Boti, senza provvedimenti contro di lui. Certo, anche cosi, tatti del genere sono spiacevoli e credo che Ratzinger sia II primo a rammaricarsene. Ma la modificazione della Congregazione per la dottrina della fede è molto articolata, per. capirla bene bisogna conoscere quello che bolle nel pentolone della teologia contemporanea. Occorre discuterne con calma, evitare di cadere nello schema facilone: arcaica e reazionaria teologia romana contro teologia moderna e amica del poveri. E' una storia dolorosa e complicata, non è mica cosi semplice schierarsi subito da una parte o dall'altra». •Ma lo non dico affatto questo — replica II direttore — al contrarlo: lo sono colpito dal coraggio di questo cardinale che se ne va tranquillo per la sua strada, Inseguendo un suo concetto di rigore. Sta a sentire: me ne fai un centinaio di righe, sono sicuro che alla gente Interessa sapere qualcosa dell'uomo Ratzinger. Saluti e arrivederci ». Riattacca e lo resto solo con II mio disagio. Non sarà che — per avere passato qualche giorno a Intervistare II Pretetto dei Santo Uffizio — qui mi si vuole trasformare nella macchietta del sarto del Promessi sposi, quello che teneva dietro la porta II ritratto del cardinal Federigo per dire agli ospiti che «giacché lui aveva potuto esaminarlo da vicino e con comodo» non era poi tanto somigliante? Il rischio c'è ma gli stenografi aspettano. I lettori anche (almeno secondo l'ottimismo del direttore), converrà dunque dire qualcosa. Dire, ad esemplo, che ciò che colpisce subito In lui è l'austera severità di vita. Per quel colloquio che uscirà Ira poco In libro, l'ho raggiunto e Bressanone dove passa I pochi giorni che strappa In agosto alla calura romana Per conseguenze di quel sassi lanciati In piccionaia Lui sembrava non preoccuparsi che del se - dovere di custode dell'ortodossia della Fede: dire la verità, difendere II gregge affidatogli, ammonire che Cristo ha già vinto II mondo ma che Dio permette a Satana di Insidiare quella vittoria. Parole, le sue, attraversate torse dal bagliori dell'anima tedesca, che sa prendere sul serio II Vangelo anche nelle sue pagine più inquietanti. Un bavarese che non arretra davanti all'ammonimento di Gesù: «Vegliate e pregate per non cadere In tentazione». Eppure, non un visionarlo, ma un lucido ragionatore. Non uno stravolto apocalittico ma'un uomo che conosce quell'antidoto decisivo al fanatismo che è lo humor: ogni tanto, un aneddoto divertente, una battuta, seguiti da una risata liberatoria. Un uomo che guarda alla vita eterna, fiducioso nella preghiera plU che nell'azione: «Per uscire dalla sua crisi — mi ripeteva — la Chiesa non ha bisogno di nuovi rllormatorl ma di nuovi santi, non ha bisogno di manager ma di gente di digiuno e penitenza». Sotto te logge del Santo Uffizio, un suo giovane collaboratore mi rivelava che ogni tanto la sospendere Il lavoro e li convoca tutti In cappella: pregano e poi lui parla, {li ammonisce, dice che Cristo' solo può salvare la sua Chiesa, che bisogna confidare nel sacrificio e nell'orazione più che nel nostro darci da fare. Ratzinger apprezza Roma, mo ne ha lodato l'umanità che prevale sul legalismo, l'antica saggezza che rifugge dall'eccesso di organizzazione. Ma In lui non c'è nulla della nostra superficialità latina, c'è la serietà rigorosa dell'uomo di Germania. Nel Papa che lo ha voluto come suo braccio destro non c'è nulla del nostro scetticismo latino, c'è la passione vigorosa dell'uomo di Polonia. Una coppia Inedita, al vertici della Chiesa: uno slavo e un germano, un coktall mal sperimentato del [quale già si vedono gli effetti. I* ' Vittorio Messori quella breve vacanza non abita In qualche villa o albergo, sta nel seminarlo che affitta e prezzi economici alcune stanze. Nel corridoi e nel refettorio s'Incontrano anziani ecleslasticl attirati 11 dalle rette modiche, s'incrociano comitive di pellegrini In tappa nel viaggio verso Sud. Il cardinal Ratzinger slode allo stesso tavolo con I preti In villeggiatura, mangia le cose preparate per tutti dalle suore sudtirolesi. E' solo, ogni tanto qualche parente viene a trovarlo dalla vicina Baviera. Nelle pause del nostro colloquio, le religiose servivano al giornalista vassoi con caffé, panna, strudel: per sua Eminenza Reverendissima, cardinal Prefetto della Congregazione per la Fede, un piattino con un bicchiere di acqua fresca Il suo studio romano, nel palazzo del Santo Uffizio, è spoglio al punto che qualsiasi Capo di divisione di ministero statale lo rifiuterebbe, considerandolo .poco (dignitoso.. Sulla scrivania dove alliulscono da tutto II mondo I rapporti riservati sullo stato della Chiesa Universale, ad altezza degli occhi del Pretetto, sta II segreto eloquente di quella severità: una croce di legno sulla quale si contorce un Cristo d'avorio. Alle spalle, sulla parete nuda, non qualche tela antica ma un quadretto d'arte popolare africana Maria che stringe al petto II Figlio Nella Chiesa e fuori c'è chi lo ama e c'è chi lo delesta: c'è chi considera II suo lavoro un servizio oggi più che mal prezioso e c'è chi lo giudica la sopravvivenza anacronistica di un potere oppressivo. Amici e nemici, però, concordano su un punto: Ratzinger è uno che ci crede: e sul serio. Rischia di non capire nulla di ciò che la e dice chi non entri nella sola dimensione che davvero gli Interessi, che è quella religiosa Per ore ed ore, davanti al registratore, con tono sommesso e calmo mi diceva oose terribili, che avrebbero suscitato tempeste In tutto il mondo, sulla crisi del cattolicesimo. Il cronista, deformato dal mestiere,^pensava soprattutto «He

Persone citate: Leonardo Boti, Ratzinger, Vittorio Messori

Luoghi citati: Baviera, Bressanone, Germania, Italia, Polonia, Roma