E' stata la Sanremo dei misteri
Il successo dell'olandese Kuiper contrasta con i metodi fantascientifici di Moser e rispolvera il ciclismo all'antica Il successo dell'olandese Kuiper contrasta con i metodi fantascientifici di Moser e rispolvera il ciclismo all'antica E9 sfata la Sanremo dei misteri Sanremo. Per Francesco Moser u U ■ sa disfatta dello stesso ciclismo, non tanto di Moser, che può permettersi di non vincere, quanto del nostri vitellini d'oro, che non possono permettersi di perdere, o almeno di perdere male. E casomai la Sanremo può apparire come un trionfo di un certo ciclismo all'antica, rude e terribile, esaltato dalle Intemperie climatiche: roba fiamminga, non solo olandese, e il secondo è Van Vliet, il quarto è Vanderaerden, i miglorl italiani sono Ricco e Mantovani, due del genere «corridore disperato, fachiro». A questo punto, dire che non si capisce molto secondo noi è però Insieme onesta ammissione e legittima difesa. E nella corsa, la cronaca non aluta. La pioggia gelata prima, 11 vento freddissimo poi hanno esaltato valori del ciclismo tradizionale, compresa la lunga Inutile fuga di due suicidi rituali, ieri l'altro rispondenti al nomi di Sarraplo spagnolo e Van der Knoop olandese, presi dopo 207 chilometri, passati da un vantaggio massimo di 21' alla sparizione dall'ordine d'arrivo (128 arrivati su 240 partiti). COSI' AL TRAGUARDO: 1. Kuiper (Ola) km 294 In 7 ore 36*34", media km/h 38,636; 2. Van Vliet (Ola) a 8"; 3. Ricco (Ita); 4. Vanderaerden (Bel) a 11"; 5. Mantovani (Ita) ; 6. Castaing; 7. Kelly; 8. Baner; 10. De Wllde; 31. Moser; 50. Saronni, tutti col tempo di Vanderaerden. Partiti 240, arrivati 128. di GIAN PAOLO ORMEZZANO Tutto sembrerebbe logico e tutto Invece è misterioso: un anno e due mesi fa Moser, allora di 32 anni e mezzo, stabilisce in cinque giorni due primati mondiali dell'ora, un anno fa spaccato vince la Sanremo, il verbo nuovo (alimentazione, preparazione, tecnologia) di Moser conquista 11 ciclismo, il «guru» di Moser, Francesco Conconi scienziato del trapianto di sangue eccetera, proclama e dimostra la piena apertura o riapertura del grande ciclismo ai vecchioni, l'olandese quasi trentanovenne Zoetemelk vince quest'anno la Tirreno-Adriatlco, l'olandese ultratrentaseienne Kuiper vince la Milano-Sanremo. Entrambe le corse si sono disputate nel maltempo, che eccita di più gli olandesi che gli italiani: Infatti. Ma c'è 11 fatto, anzi il problema, che nè Zoetemelk nè Kuiper praticano 1 sistemi di Moser. Per la verità, Zoetemelk si sottomise ad autoemoperfuslone, ma è roba di quasi dieci anni fa, una volta sola, per reagire ad una carenza di globuli rossi dopo caduta con complicazioni meningee (e intanto, chi dice che Moser abbia fatto mai l'autoemoperfuslone?). E dunque la Sanremo numero 76, anziché essere un trionfo del ciclismo scientifico all'italiana, può anche passare per una misterio¬ na edizione poco brillante della Milano-Sanremo dopo il trionfo '84 Il Cipressa ha pulito il gruppo dal di dentro, togliendo forze anche se non dando distacchi. Il Poggio è servito a tre, Ricco Van Vliet Kuiper, in salita, a uno, Kuiper, in discesa: Kuiper — allenatosi alla TirrenoAdrlatico — ha raggiunto 1 due che lo avevano staccato senza farlo neanche apposta (Van Vliet è suo gregario), è scattato, ha preso il vantaggino giusto. Kuiper è un grande furbo corridore che si è riempito la carriera di vittorie rade e bellissime: campione olimpico a Monaco 1972, campione del mondo del professionisti a Vvolr 1975, vincitore di una Parlgi-Roubalx, un Giro di Lombardia un Giro delle Fiandre e anche un Giro di Svizzera, e due volte secondo al Tour, dietro a Thévenet 1977 e Zoetemelk 1980. Il suo succe£<__on fa un male generico al ciclismo, come nome e stazza di campione. L'anagrafe «pesante» è un'altra cosa: per questo diciamo di non capirci niente. Alla grande festa sanremese della «Gazzetta dello Sport», che ha inteso ripristinare l'abitudine bella del ritrovarsi qualche ora dopo la corsa, Moser e Saronni, uno regolarmente allegro l'altro regolarmente cupo, hanno ritirato anche un premio speciale per Kuiper, che in fondo ha salvato un po' tutti, proprio' con 11 suo mistero, però di grana nobile. Nessuno ha tentato di disegnare la fisionomia nuova e ormai acclarata di questa corsa, che dal 1981 (De Wolf) si consegna ad un corridore solo, e che nel 1983 con la novità del Cipressa guastagambe ha dimostrato che 1 distacchi anche minimi sul Poggio contano moltissimo. Il mistero non sempre è bello, ma quasi sempre è comodo. SI, stavolta serve davvero a tutti, il mistero. Non c'è bisogno di spiegare niente, non si può. Non partono grandi processi a piccoli uomini: fra l'altro con quel tempaccio sono un po' tutti «primi al traguardo del mio cuore», come scriveva un poeta al seguito del Giro d'Italia, anni ruggenti. Nessuno osa mettere In discussione niente: una giornata «cosi», ecco tutto. Una Sanremo bella grazie al palmarès di Kuiper, più che all'impresa di Kuiper. E Moser? Sta bene, aveva allestito tante cose per vincere, un amico gli aveva preparato un brodo ristretto di carne con tanto parmigiano, per poco non gli aveva anche trova-, to l'olio di marmotta antifreddo. E' riuscito a perdere la Milano-Sanremo senzaperderenlente d'altro. Ci hanno rimesso di più Saronni e Argentiti e anche Kelly, che si è allenato sulle strade del finale della corsa ma che alla fine non è esistito. Anche lui Immerso nel mistero omo alla pedaliera.
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