Mai un sequestro così lungo Un'odissea di oltre 13 mesi

Mai un sequestro così lungo Un'odissea di oltre 13 mesi Mai un sequestro così lungo Un'odissea di oltre 13 mesi Il «re della gastronomia» venne assalito nell'androne del negozio in via Lagrange il 21 gennaio dell'84 - Nessun testimone, solo una donna aveva sentito flebili grida d'aiuto Sabato 21 gennaio 1984, ore 7: come ogni mattina, Pietro Castagno arriva con la sua Ford «Flesta» rossa davanti al numero 36 di via Lagrange, scende dall'auto, apre 11 portone di legno per posteggiare nel cortile del suol negozi e si accinge ad entrare. Ma sotto l'androne c'è qualcuno ad aspettarlo. L'odissea dell'anziano «re della gastronomia» torinese, 76 anni, proprietario della catena di alimentari all'angolo fra via Lagrange e via Gramsci (La bottega del maiale. La baita del formaggio e la Salumeria, gastronomia e rosticceria), incomincia cosi. Del sequestro non ci sono testimoni Oli Inquilini dello stabile ricordano di aver sentito «sfrani rumorifra le sette e le sette e un quarto, proprio sotto l'androne e anche in strada: parlano di -tcalpiccii-, -sbattere di portiere: esclamazioni concitate, •stridio di pneumatici: Nessuno ha visto nulla. Soltanto una ragazza è più precisa: alla polizia dichiara di aver' udito una voce di uomo chiedere aiuto. Né 11 mistero si fa meno fitto con 11 ritrovamento della «Flesta»: sull'auto, abbandonata dal rapitori a Moncalleri — in via Del Fieno, vicino al mercato —, non ci sono tracce di sangue e nemmeno impronte digitali Polizia e carabinieri non hanno in mano alcun elemento; la famiglia è angosciata. Per giorni e giorni, da parte del rapitori non arrivano segnali né richieste. Poi, a fine febbraio, la prima telefonata alla moglie di Pietro Castagno, Angela, 73 anni, nella casa di San Mauro. La una macchina fotografica Polaroid. Il 7 settembre, la procura della Repubblica di Torino emette sette ordini di cattura: 1 provvedimenti parlano di -sequestro di persona a fini di estorsione-. Ma V-anonima- si affretta a smentire, ancora con un messaggio, a «Stampa Sera» prima e poi a «La Stampa»: •E' inutile scrivere che hanno preso i sequestratori di Pietro Castagno, non hanno preso nessuno-. Oli indizi contro gli arrestati, però, sono pesanti e le Indagini proseguono. Altre persone vengono prese, sempre In Calabria, e 1 fermati salgono a quindici. La banda sospende 1 contatti ancora una volta. Fino al primi di ottobre, quando alla famiglia arrivano altre prove. Castagno è vivo, Pierluigi vuol pagare. Ma la sera di lunedi 15, giorno fissato per 11 contatto, la polizia si sostituisce agli emissari della famiglia, 1 rapitori se ne accorgono e tutto va all'aria. Passa un altro lungo periodo di silenzio, poi, a fine novembre, arrivano altre fotografie, un messaggio e anche una cassetta registrata con la voce di Pietro Castagno. Intanto, dei quindici arrestati, soltanto quattro persone rimangono in carcere: tre sono fratelli, abitano in via Mazzini. Domenica 27 gennaio, infine, in un bar di Ardore Marina (vicino a Locri, sull'Aspromonte) i carabinieri bloccano due uomini: avevano appena telefonato a Torino, alla famiglia Castagno, per concordare il pagamento dell'ultima tronche di riscatto. La banda è alle corde, la soluzione vicina. fanno sapere che -degli spiccioli» non sanno che farsene e rilanciano la richiesta: 'Vogliamo ancora un miliardo e mezzo-. Poi di nuovo silenzio, fino alle 9 di mercoledì 22, quando una voce maschile dall'accento calabrese telefona a «Stampa Sera», chiede di una cronista e dice: •Abbiamo lasciato qualcosa nella cassetta delle lettere di casa sua. E'da pubblicare-. E' una busta bianca Dentro ci sono una lettera manoscritta di Pietro Castagno e ancora una fotografia Polaroid: l'ostaggio è ritratto con i capelli e la barba lunghissimi, ha una coperta addosso e una catena con un grosso lucchetto al collo. Il tono della lettera è disperato: «... e voglio che tutti sanno che per colpa dei miei cari io già da sette mesi non faccio ritorno a casa ...» scrive l'anziano «re della gastronomia: «£' chiaro che gliela hanno dettata, lui non sa che abbiamo già pagatodice Pierluigi. Ora, gli elementi In mano agli Inquirenti sono parecchi e, la notte fra 11 30 e 11 31 agosto, 1 carabinieri di Locri fermano sette uomini sull'Aspromonte: i sette, tutti calabresi che lavorano a Torino e stani!»- tornando al paese proprio dalla nostra citta, al posto di blocco Ingaggiano un conflitto a fuoco con le forze dell'ordine. Una delle loro due auto (un'Alfasud) riesce a fuggire e forse a bordo c'è Pietro Castagno. Sulla seconda auto (una Renault) e poi nella loro «base» vengono trovati ritagli di -Stampa Sera» e de «La Stampa» in cui si parla del sequestro e conversazione è brevissima, dicono soltanto che richiameranno. E cosi fanno, il 26 marzo, allo studio dell'avvocato Lazzaro: anche qui poche parole, appena trenta secondi di dialogo e una richiesta di riscatto astronomica 81 parla di dieci miliardi. «Sono disposto a trattare, ma su cifre ragionevoli. A quel livello non arriverò mal» dichiara a stampa e televisione 11 figlio di Castagno, Pierluigi, e invita 1 sequestratori a riprendere i contatti presto, perché, spiega, il padre «é malato, era stato operato a dicembre, ha bisogno di cure-. Ricomincia un periodo d'attesa lunghissimo, con contatti sporadici e confusi, poi il silenzio totale per un palo di mesi. Finalmente, a fine giugno, arrivano le prove che Pietro Castagno è vivo: In stretta successione, alla famiglia vengono recapitate due fotografie, una lettera manoscritta dallo stesso rapito, un messaggio compilato con 11 •Dumo* e uno battuto a macchina. Quest'ultimo viene fatto cadere proprio sul bancone del negozio, In pieno pomeriggio, con la •gastronomia- affollata di clienti: contiene le Istruzioni per 11 pagamento della somma convenuta, circa un miliardo. La notte fra il 17 e 1118 luglio, un borsone contenente banconote da cento e cinquantamila viene buttato al di là di una rete metallica sulla tangenziale di Milano. A quanto ammonti la cifra non è chiaro: Pierluigi dice un miliardo, la polizia rifiuta di fornire particolari. I rapitori, comunque, non si accontentano; 11 10 luglio e. fer.

Persone citate: Castagno, Pietro Castagno

Luoghi citati: Ardore, Calabria, Locri, Milano, San Mauro, Torino