Ricordo di Valdo Fusi simbolo della Resistenza

Ricordo di Valdo Fusi, simbolo della Resistenza Ricordo di Valdo Fusi, simbolo della Resistenza ' Sabato, con un Convegno promosso dal Centro Studi «Pannunzio», si sono sporto la manifestazioni In onoro di Valdo Fusi, in occasiona dal decannala dalla morta. Il presidente Pedini ha Inviato un messaggio di adesione. Abbiamo chiesto a Pier Franco Quagliarti, che ha organizzato la manifestazione a ohe di Fusi lu amico, di tratteggiarne la figura. Come al fa a «commemorare» Valdo Fusi, l'uomo che, come ha osservato Firpo, si sarebbe giocato la carriera per II gusto dalla bai-, tuta? SI può al massimo «ricordare» Valdo, anche se è impossibile lar rivivere le ora trascorse con lui, parlando, scherzando, passando dall'ironia più bonaria all'Invettiva più feroce. Su tutt'altro versante e In modi molto diversi, lo ricordo solo Longanesi, ma In Fusi c'era una tensione morale, un ri¬ gore civile che rendono quasi una «bestemmia» questo parallelo. Egli ci appare, a dieci anni dalla sua immatura ed Improvvisa scomparsa, nello stesso istante, lontano e vicino: lontano perché appartiene ormai a quella «Torino civile», per dirla con la parafrasi di un celebre titolo di Bobbio, di cui fatti recenti e recentissimi hanno fatto perdere le tracce: vicino perché è proprio a uomini come lui che bisogna guardare per uscire dalla palude. Partigiano, membro del Comitato militare del Cln piemontese, subì l'arresto ed fi processo che condusse nel '44 gli uomini del gen. Peroni davanti al plotone d'esecuzione al Martinetto. Nel dopoguerra fu deputato, consigliere comunale, presidente dell'Ept e dell'Ordine Mauriziano, ma lo stesso Fusi considerò tutto ciò una «parentesi». Era un uomo fat¬ to non per la politica intesa in modo settario o per soddisfare pur legittime ambizioni, ma semmai per l'impegno civile. CI ha lasciato due libri, «Fiori rossi al Martinetto» e «Torino un' po'» che, a parere di molti critici, ci possono far parlare anche di un Fusi scrittore. Sono testimonianze preziose, libri che vanno letti e che soprattutto si è portati naturaliter a rileggere, per II modo con cui sono stati scritti. Vorrei In particolare ricordare due tratti della sua personalità che mi sembrano importanti e che finora non sono stati abbastanza messi in luce. Fusi fu cattolico di fede indiscussa, ma certo fu anche Il più laico ed II meno clericale del cattolici. La civiltà a cui si richiamava era quella fondata sulla tolleranza e sul rispetto per le idee degli altri, come aveva appreso da Augusto Monti al Liceo d'Azeglio. vr - Nella esperienza tragica del processo davanti al Tribunale Speciale e nel corso della Resistenza, aveva imparato a conoscere e ad apprezzare uomini come II comunista Eusebio Giambone, partigiani di «G. L.» e di altre formazioni, con cui collaborò senza manicheismi. Era un cattolico che leggeva il • Mondo» di Pannunzio, tanto per citare un esempio. Lo stesso Fusi, uomo della Resistenza, è totalmente diverso da tanti altri pur eroici partigiani.- La lezione dell'antifascismo e della Resistenza non si vanificava in lui nel «reducismo» fine a se stesso. Nel trentennale delia-Liberazione si rifiutò di tenere commemorazioni, dicendomi: «Sai, non credo più in queste manifestazioni: stanno Imbalsamando la Resistenza». Quando, dieci anni fa, salii a Isola d'Asti per dargli, insieme a tanti altri, l'e¬ stremo saluto, Mario Bonfantlnl, che era vicino a me, disse che quella collina astigiana era «un paese di dolce grazia fantasiosa che sottende un duro fondo eroico, ed aggiunse che tutto ciò gli faceva pensare all'intima personalità di Valdo, che solo noi, suoi amici, abbiamo avuto modo di co-' noscere e di apprezzare. ■ E' significativo che la Giunta di sinistre, presieduta da Diego Novelli, abbia deliberato, a pochi mesi dalla sua morte, di dedicargli una piazza torinese. Di fronte a Fusi non contano le distinzioni di parte, vale soltanto la stima per un uomo che non smise mal di desiderare un'altra Italia, divèrsa da quella in cui era vissuto, un'Italia pulita e più giusta per la quale I suoi compagni caddero al Martinetto. Pier Franco Quagllenl

Luoghi citati: Asti, Italia, Torino