Ti telefono o no? E quanti ascoltano?

La bufera dei giudici di Torino riaccende la polemica sulle intercettazioni La bufera dei giudici di Torino riaccende la polemica sulle intercettazioni Ti telefono o no? E quanti ascoltano? Ai controlli non sfugge nessuno Intervista con Tom Ponzi. «Tutto quello che so sul controllo dei telefoni: i vecchi e i nuovi/trucchi, i contro-trucchi e...» Si spiava anche un Papa TORINO — Da dieci anni a questa parte tutti 1 grandi processi di droga, mafia e corruzione sono almeno partiti, se non in gran parte basati, sulle intercettazioni telefoniche. Le centrali di ascolto presso le Procure della Repubblica, lunghi banchi con tanti registratori Uhver e selettori che individuano 11 numero dell'apparecchio, l'ora e 11 giorno, non risparmiano nessuno. Basta che qualcuno alzi la cornetta del telefono .intercettato» e automaticamente il registratore si mette a girare, un relais individua 11 numero da cui viene o cui è indirizzata la chiamata. E'allc intercettazioni, chieste dalla polizia giudiziaria in base a indagini in corso e autorizzate dal magistrarto, non sfugge nessuno, neppure i giudici. L'ultima bufera giudiziaria, con le clamorose procedure di trasferimento decise dal Consiglio superiore della magistratura per alcuni magistrati piemontesi fra cui una componente del collegio giudicante per il processo delle tangenti, nasce anche da esse. Ma quante sono, in una grande città come Torino, le «utenze» ascoltate alla Procura della Repubblica? -Nell'ordine delle centinaia — è la risposta di un «superesperto, in questo settore, il professr Aurelio Ohio — e proprio coloro che sanno o sospettano di essere ascoltati svelano spesso attraverso il telefono molti dei loro segreti. Cominciano magari dicendo: parliamo poco, perette l'apparecchio e sotto controllo, e poi invece si raccontano tutto». •Non solo, ma chi è sospettato di un reato — Insiste l'avvocato Fulvio Gianarla — finisce -col parlare al telefono in modo sempre più cifrato, proprio per non tradirsi. E non si rende conto che, in tribunale o in istruttoria, dovrà dare delle spiegazioni su quelle strane frasi. Spiegazioni a l'ulte imbarazzanti*. Ma su un'utenza controllata per 1 più svariati motivi (anche per un'indagine che magari non darà alcun risultato) arrivano ogni genere di telefonate: tutto il .privato» di decine e decine di cittadini che non hanno alcun conto In sospeso con la giustizia. Che fine farà? • La legge del 74 è molto severa al proposito — spiega l'avvocato Oianaria — : vuole l'autorizzazione del magistrato, prevede in casi in cui può essere disposta lintercettaeione (stupefacenti, anni, contrabbando, molestie telefoniche e tutti i delitti la cui pena massima sia supcriore a 5 anni), richiede che l'enga steso un verbale accurato e vuole che le bobine siano tmmediatamente trasmesse al procuratore o al giudice in un involucro sigillato. Poi il magistrato disporrà la trascrizione, affidandola a un perito. Su richiesta del ministero dell'Interno, il procurarote può anche autorizzare intercettazioni particolari utilizzabili solo per la prosecuzione delle indagini. Se invece le decidesse lui, dovrebbe dare agli intercettati comunicazione giudiziaria, il che vanificherebbe l'utilità del controllo*. Il perito dovrebbe trascrivere solo ciò che riguarda l'Istruttoria. *Ma non conosce gli atti, e Quindi è invalso l'uso che trascriva tutto* è la conclusione del professor Ghio. Poi questa interminabile serie di telefonate entra nel processo. Si dovrebbe cancellare ciò che 11 magistrato non considera utile, ma -data l'enorme mole di lavoro questo — sono ancora parole del perito — non avviene quasi mai*. E fino a che il processo non sia giunto in Cassazione, i nastri se ne stanno negli archivi del tribunali. Una vera e propria nebulosa di informazioni su migliala di cittadini, vietata a tutti fuorché al giudice, ma realtà accessibile cor* una certa facilità da un .addetto al lavori- che volesse violare la legge e .prelevare» qualche telefonata che gli interessi per fini suoi. Il risultato? Nelle cantine dei tribunali giace per anni una rudimentale .banca dati» su sospettati, imputati e gente di cui tutti costoro hanno chiacchierato per telefono, o con cui hanno avuto delle conversazioni. Una prospettiva non molto rassicurante. MILANO — Diffidente, sospettosissimo, guardingo. «Un'intennista? JVo, non mi fido: voi giornalisti con quella brutta faccenda dello spionaggio telefonico mi avete rovinato*. Tom Ponzi, 63 anni, 125 chili. Detective privato in attesa di riottenere la licenza. Una regola di fondo: avere sempre una solida parete alle spalle, al ristorante come in ufficio. Tre stanze a pianterreno in via Oherardinl 2. Un armadio a vetri con gli arnesi del mestiere, «attrezzature da museo*, le definisce lui: microtrasmettitori, microfoni d'ambiente, apparecchiature miniaturizzate. Su uno scaffale, dietro la scrivania, tutti i romanzi di Jan Fleming: solo James Bond ha il permesso di stare alle spalle di Tom Ponzi. Dal cassetto sbuca un malloppo di carte che va a sbattere sul tavolo: *Nel febbraio 73 mi accusarono di avere intercettato telefonate di politici, industriali, giornalisti. Tutte balle: sono stato assolto con formula piena, ho sempre svolto il mio lavoro con serietà e onestà. Ho vinto 14 processi penali: qui ci sono le fotocopie. Se le legga*. E" stato un uomo chiacchierato, ma su telefoni, privacy e controlli la sa lunga. Ora si occupa di bonifica telefonica. •Avete il sospetto che il vostro telefono sia sotto controllo? — dice un annuncio pubblicitario —. C'è Tom Ponzi, l'esperto Dopo l'ardita te dell'intercettazione telefonica per giusta causa*. Quante microspie ri sono in questo ufficio? •Neppure una: sono stato sempre leale*. Sicuro? •Non mi è mai piaciuto tradire. E poi stia bene a sentire: chi mi dice che lei non abbia un microfono nascosto nel tacco di una scarpa e comunichi con la sua auto posteggiata qui vicino, a 100 metri?*. Che cosa? «Le chiedo l'autorizzazione, quando usciamo, a esaminare la sua auto*. Autorizzazione concessa. Piuttosto, è facile mettere sotto controllo un telefono? • Non bisogna mettere sotto controllo i telefoni: è proibito dalla legge, si rischiano dai 4 ai S anni di galera. Ma in giro ci sono tanti briganti e i sistemi non mancano*. Quali? ■ Le apparecchiature le conoscono tutti: c'è stata un'invasione del mercato nel 73, prima dell'inasprimento delle pene, e in qualsiasi negozio di elettronica con diecimila lire si potevano comprare microfoni d'ambiente, microfoni direzionali, microfoni a spillo, sensibilissimi, molto precisi. Bastava tìitnenticare in un ufficio una penna biro con il microfono incorporato o sistemare sotto una scrivania un piccolo apparecchio a ventosa e il gioco era fatto: tutte le conversazioni venivano registrate. Oggi è dii'erso lefonata tra una perché anche chi vende questi apparecchi rischia l'arresto. E mi sembra giusto: il cittadino deve essere tutelato*. Come si può violare la privacy di un cittadino? •Non voglio elencare i sistemi: vorrebbe dire istigare a delinquere i malintenzionati. L'elettronica ci permette di tutto: ci sono apparecchiature favolose che possono stuzzicare l'appetito e che sono utilizzabili — dal mio punto di vista — per difendere la privacy del cittadino ma anche per neutralizzare lo spionaggio industriale, il furto di documenti, ecc. Si possono ottenere risultati strepitosi con l'Infinit, un microfono portentoso clie può trasmettere fino a 5 mila miglia, 9 mila chilometri*. Come funziona? • E'il microfono die ha permesso alla polizia Usa di dare un duro colpo a Cosa Nostra. Washington chiama Miami, sulla linea è applicato un Infinit: l'apparecchio del destinatario continua a funzionare da microfono ancfie quando viene appoggiata la cornetta. Quando il sospettato ha finito di parlare al telefono e si allontana dall'apparecchio, la linea non si interrompe: la cornetta continua a funzionare come microfono e dà modo a chi ascolta di sentire e registrare tutto quanto avviene in quell'ambiente*. Come si fa una bonifica telefonica? «Ho un apparecchio, un gentildonna e il m pezzo da novanta che arriva dall'America, che mi dà la possibilità, andando sul posto, di sapere se c'è un microtrasmettitore nel telefono o sulla linea. In questo caso impartisco istruzioni precise ai miei collaboratori: non toccare nulla, invitare il cliente a chiamare l'avvocato, effettuare una denuncia contro ignoti e presentarla alla magistratura». Capita che parlando al telefono si sentano strani rumori: vuol dire che l'apparecchio è sotto controllo? •Sono dei fessi quelli che volendo controllare provocano rumori*. Che consiglio darebbe a un cittadino geloso della sua privacy? •Non parli al telefono-. A che cosa serve allora II telefono? •Serve alle persone perbene che non hanno scopi disonesti e non si imbarcano in associazioni a delinquere». Chi viene a chiedere l'installazione di microspie? • Sono venuti dei giovani che volevano installare microtrasmettitori nell'ufficio della commissione d'esame. Li ho cacciati via: ma siamo matti? E' proibito dalla legge». Si alza dalla scrivania. Cerca un aggeggio nell'armadio. • Facciamo questo controllo sulla sua auto*. Arriva fino al marciapiedi, poi ci ripensa. • Ma no, voglio fidarmi». Mauro Anselmo marito ministro Spie, microspie e... incidenti sul lavoro (un disegno di Marantonio per «Stampa Sera») — il «duce» mise al torchio intercettatorio non solo gli avversari dichiarati, ma tutti i principali alberghi d'Italia (possibili covi di cospiratori e sicure alcove di gerarchi da schedare per il giorno del ricatto) e parecchie persone dabbene, quali Corrado Alvaro, Alba De Cespedes, Maria Bullona, persino Trllussa. Di quest'ultimo — all'insaputa del poeta, sotto ascolto — Mussolini conobbe In anteprima una poesia satirica, L'Idolo, e, contrariamente a quanto Trilussa temeva, ci si diverti e ne autorizzò la pubblicazione sul Giornale d'Italia siglando con la vistosa «M» un .S/> sulla velina che gliene sottopose la trascrizione dalla registrazione stenografica. Già! Perché a quel tempo gl'intercettatori stenografavano. In assenza di nastri magnetici, un esercito di 400 stenografi (dai 20 ch'erano prima dell'avvento di Mussolini) giorno e notte, cuffia in testa, spinellava da Badoglio a Graziani, da Malaparte a Starace, da Balbo alla Sarratti, da Ciano al Marcello Petacci contrabbandiere di valuta, sempre in caccia di qualche chiacchiera compromettente da trascrivere per il mattinale di Sua Eccellenza il duce. Stratega di quell'insonne auscultazione generale tu un funzionario dal nome fatidico: Salvatore Introna. • Segreto» — perché le sue vittime non dovevan saperne nulla — ma «ufficiale» — perché ordinato, sia pur riservatissimamente, dal governo e attuato dallo Stato — lo spionaggio telefonico tini per funzionare in pieno solo ai danni dei... polli. Il servizio divenne Infatti necessariamente cosi esleso — come in qualsiasi gioco di scatole cinesi — da mettere sul chi vive anche I lontani parenti delle persone di servizio degli amici di quanti avevano il telefono sotto controllo e ben lo sapevano perché facevano parte a loro volta del sistema che ordinava spionaggio e controspionaggio. E' pur vero che. sul numero, qualche pollo continuò comunque a finir nella rete. Ma i più. fra gli «auscultati» — basta rileggere le veline del regime per constatarlo — cominciarono a farsi registrare solo i pensieri che volevan far conoscere al «duce»: quelli veri se li tennero per sé, andarono a scambiarseli a quattr'occhi nelle trincee, sui fronti di guerra e, infine, li misero su carta per spiazzare il .Capo» quel 25 luglio del 1943 Ecco. Come in una fiaba, la parola scritta tornò ad aver la meglio su quella via cavo. Caduto il regime, gli orecchi nei ruoli dello Stato rimasero al loro posto. Servirono la transizione dal fascismo ai governi di Cln, poi la ricostruzione degaspenana e via ascoltanto sussurri e grida di una repubblica (ondata sull'intercettazione. Crispi, Giolitti. Mussolini, ecc. ecc.. Tutti come il tiranno Dionigi di Siracusa che dall'alto della celebre caverna acustica carpiva i lamenti dei prigionieri condannati ai lavori forzati nell'orrendo latomia Che però neppure allora faceva rima con democrazia. a a m Alzi la mano chi, sentendo d'essersi Involontariamente Inserito per qualsiasi contatto In una telefonata altrui, d'Istinto non ha provato almeno un momento di curiosità e ha esitato a riattaccare. Anche questo Impulso, per quanto Involontario, può contribuire a spiegare II malcostume; gli, con tranquille dellnquenzlelltà, sembra svere Inserito sulla catena di montaggio le spiate e I controlli telefonici tanto da non costituire • quasi più per nessuno, dal punto di vista morale, un reato preciso e perseguito dal codice. Lo sviluppo di questo arbitrio ere da mettere d'altronde In qualche modo In conto con lo sviluppo selvaggio del telefono nel rapporti umani d'ogni tipo, dal lavoro all'amore, dall'Industria al commercio, dalla vendette al ricatto, dalla politica alla delinquenza organizzata. Il poliziesco, Il politico, hanno contribuito a allentare, con I casi clamorosi che ogni tento vengono s galla sulla cronaca, anche nella coscienza singola del privato, la tensione della discrezione e del rispetto della «privacy» del prossimo. Nessuno ormel. Innocente o a sua volta poco o tanto colpevole, In questo senso ò Indenne con sufficiente sicurezza da questa tentazione e da questo rischio. Se ormai si fa tutto per telefono, un decentramento sempre più glgentlflcato di capricci e di delitti gravano — In crescendo — proprio sull'uso e sull'abuso del telefono. Lo spionaggio militare degli opposti servizi segreti mondiali e nazionali, lo spionaggio Industriale e quello mafioso e camorristico, o II controlio telefonico della polizia e della magistratura a carico di mafiosi, terroristi, camorristi e delinquenti comuni, s'Intreccia In mille ricatti e In mille Indagini, squalificando spesso l'antico, ormal anacronistico codice di cavalleria che In certe misura fino a poco tempo fe vigeva enche tra I mafiosi e I delinquenti. Nel montare Indiscriminato di questa rete di controlli e di ricatti, di ordini, In codice o addirittura espliciti, •menati da detenuti eccellentissimi o Imposti dalla polizia par perseguire appunto questi delinquenti spesso onnipotenti enche In galera, o per tendere Imboscate alla polizia e al carabinieri o organizzare un regolamento di conti fra cosche di varia mafia e camorra, ciò che va a picco e rischia di non avere più alcuno spessore sociale e di sicurezza civile, è appunto l'Intimità del cittadini. Finora — calvo eccezioni approvate dalla magistratura — la registrazione telefonica non è riconosciute valida come prova prò o contro nel processi. Ma II peso oggettivo di questo arbitrio lascia un segno sempre determinante e condizionante, e crea costanti sospetti reciproci, sia In chi ne é l'autore eia In chi ne è la vittima. Il boom del telefono, come eostlene lo ecrtttore Cario Castellartela, che all'esplosione dell'uso telefonico he dedicato un volume di racconti anni fa dal titolo «Da un capo all'altro della città», he posto fine e un genere culturale prezioso In passato anche come fenomeno di costume: le lettere d'amore, gli epistolari del cuore. Anche sul filo selvaggio del telefono, oggi la pornografia ha finito per sbancare la telefonata ancora romantica, e dissolvere In vergogne I catti rossori e gli slanci, le esitazioni e gli ardori dell'Innamoramento Iniziale. Anche se tentativi di telefono hard core» sono stati bloccati, I surrogati e gli equivalenti clandestini mietono con furia sogni, sfoghi, psicosi e nevrosi, manie a non finire e spesso anche fruttano rapine massicce di quattrini. Ma lo scandalo primario resta sempre l'arbitrarla violazione del privato, del personale, dell'Intimo. Fe onore al legislatore, dovunque, non aver ancora del tutto ceduto ella legalizzazione di questo sistema d'Investigazione e di prove per determinare le sentenze al processi. Tuttavia la marea degli abusi e degli arbitri tende già a diventare oceano piuttosto agitato. E temo che non vi sarà, che non vi potrà essere facilmente un sicuro precontrollo da parte delle forze di polizia e della magistratura senza sfiorare anche In questi casi II rischio di cadere nel controcontrollo, nella schedatura, anche se sempre autorizzato come rimedio preventivo. Tutti spiamo tutto di tutti, ormai, se lo vogliamo. Gingilli di perfezione complutertstlca e tecnica crescono ogni giorno In misure Infinitesimali • In efficacia sicura. E di fatto ognuno è uh potenziale prigioniero dell'arbitrio altrui. SI dloe che persino Paolo VI, anni fa, avesse subito controlli telefonici clandestini. Personalmente ricordo un prete, ricattato da telefonate registrate a sua Insaputa e denunziato da spie che, secondo II costume vigente tuttora di fatto nel processi canonici, mi chiese aiuto e consiglio. Chi lo denunziò agiva sul sicuro sapendo che mal sarebbero stato messe a confronto le spie con la loro vittima designala. Solo quando quel prete s'ostinò a rifiutare per questo U processo nel tribunale ecclesiastico, esigendo Invece Il tribunale civile per avere II confronto diretto con gli accusatori, accusa a accusatoli si disoleerò subito nel nulla. Nazareno Fabbretti