Sorrisi negli States
Sorrisi negli S Sorrisi negli States di ALDO RIZZO Sono quasi quarant'anni che i capi di governo italiani vanno in visita alla Casa Bianca, molto più di quanto i presidenti degli Stati Uniti non vengano a Roma o nelle altre capitali europee. Questo è nella logica di un'alleanza, che ha nell'America il massimo punto di riferimento, in termini di potenza c di autorità politica. La prima visita fu quella di IX' Gaspcri, nel 1947. La maggioranza degli italiani la ricorda come l'avvio di uno stretto c necessario rapporto, in coincidenza con una scelta di campo, che fu legittimata dal voto popolare. L'opposizione di sinistra l'ha invece considerata a lungc un atto di subordinazione del nostro Paese alla maggiore potenza occidentale. Ma, successivamente, anche i comunisti hanno riconosciuto l'Alleanza atlantica, arrivando sii JÉela'^et*' 'Sufi sii JÉela'^et*.' ■'Sufi Craxi accollo da una donna in a Salvador, in Brasile, nel via dire, con Berlinguer, clic essa era utile anche al pei. L'accusa di subordinazione è stata ripetuta nei giorni scorsi con parole velate (ma non tanto) dal ministro sovietico Gromyko, durante la sua visita a Roma. E ancora l'altro ieri il giornale «Izvcstija» se la prendeva con quegli «ambienti politici americani» che vorrebbero riservare agli Stati dell'Europa occidentale «la parte di comparse nella scena internazionale». Ciononostante, sia Gromyko che le «Izvcstija» si sono dichiarati soddisfatti dei colloqui di Roma, scorgendovi uno sviluppo importante «del dialogo politico sovictico-italiano, che non è mai cessato in tutti questi anni». E questo dimostra che la leale e convinta (Segue a pag. 2 - 8' col.) s
Persone citate: Berlinguer, Craxi, Gromyko
Luoghi citati: America, Brasile, Europa, Roma, Stati Uniti
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