Al «virus delta» il premio Faisal di Ezio Minetto

Al «virus delta» il premio Faisal Scoperto dieci anni fa Al «virus delta» il premio Faisal E' avvenuta 10 anni fa, a Torino, quella .fortunata osservazione' che lia portato Mario Rizzetto alla scoperta del virus delta e che domani, a Riad. verrà premiata con quii prestigioso .Nobel d'Arabia» che è il King Faisal International Prize in Medicine. Se ne stava nascosto in natura da millenni, quell'ultramicroscopico virus — tra ; più piccoli che si conoscono, non più grande di quei . n'roidi- che causano certe malattie nelle piante — sino a quando il «caso, lo ha fatto incontrare, come curiosa presenza, in corso di ricerche con anticorpi marcati su materiale di biopsia epatica di malati di epatite B. Che cosera quella particella strana, inspiegabilmente coesistente con il virus B? Poiché le scoperte 'fortuite' non esistono e il .caso, premia soltanto gli spiriti preparati, l'osservazione non è andata perduta e — nonostante certi scetticismi iniziali di ehi affermava che il fenomeno era di poco conto. ■ caratteristico solo degli italiani- — ha dato il via — da Torino al National Institute of Health di Bethesda e all'Università di Georgetown — alla più instancabile e contrappunta 'Caccia al virus* di quest'ultimo quarto di secolo. Il •trilione, delta è una particella di 35-37 nm. contenente RNA o antigene-delta, ricoperto di antigeni -presi in prestito- da! virus B. Oggi tutto il mondo scientifico è ormai d'accordo con M. Rizzetto — e con l'equipe torinese di G. Verme fF. Bonino. A. Ponzetto. G. Actis. O. Crivelli. A. Smedile) che il -delta, è un nuovo patogeno, diverso dal virus dell'epatite B ma a questo associato, per qualche sua biologica necessità, come fanno i .virus difettivi' (incapaci a replicarsi se non In presenza di un virus .hclpcr. complementare). Per far ammalare, 11 virus delta — che è sempre patogeno ma. da solo, è praticamente inoffensivo — ha bisogno di «complicità, a 'due.: e, quando la trova, le sue conseguenze sono sempre manifestamente peggiorative. Quali sono i suoi effetti, visto 11 suo obbligato legame di .dipendenza' dal virus B? Non farà mai una .epatite delta, il soggetto Immunizzato contro l'epatite B (teniamone conto nella campagna di profilassi vaccinica dei soggetti a rischio): ma chi ammala di «epatite B» può associare l'infezlone-delta (preoccupiamoci di diagnosticarla con i «markers. virali delta) e chi è .portatore sano, dell'antigene B più di 250 milioni nel mondo) può sviluppare grave e complicata epatite. Oggi si sa che il .delta» è altamente endemico in Medio Oriente. Amazzonia. Africa Orientale. Venezuela e terre dell'Oceano Pacilico del Sud. mentre in Italia la situazione è relativamente rassicurante. Il rischio infettivo si fa concreto in comunità ad alta prevalenza di portatori sani del virus B (emofilicì, drogati, molto meno i dializzatl). La via inlettiva (e quella parentelare •■inapparente» da contatti intimi) è responsabile delle epidemie nei drogati. L'inlettività del virus delta non è limitata ai primati: anche animali di scala Inferiore — come la marmotta americana .woodcliuck. — sono suscettibili all'agentc-delta umano, se portatori di un virus simile al «B. dell'uomo (woodeuck-hepatitis virus.). Questo dato apre qualche remoto ma inquietante interrogativo sulle possibilità di «serbatoi animali, di contagio per l'uomo. .La scopertta del virus delta, conte RNA "difettivo", patogeno per l'uomo e per alcuni animali — dichiara Il prof. Giorgio Verme — apre probabilmente lo studio di una nuova famiglia di "viroidi". con caratteristiche diverse dai i-irus umani sinora noti, le cui implicazioni biologiche potranno venire a pesare sulle nostre future conoscenze scientifiche'. Ezio Minetto

Persone citate: Actis, Arabia, Bonino, Giorgio Verme, M. Rizzetto, Mario Rizzetto, Ponzetto, Smedile

Luoghi citati: Africa Orientale, Italia, Medio Oriente, Riad, Torino, Venezuela