Queste Usl non piacciono ai cittadini e al Parlamento di Guido Rampoldi

pgjQueste Usi non piacciono ai cittadini e al Parlamento Il 70 per cento degli italiani lamentajuiiccesgivo burocraticismo i pgjQueste Usi non piacciono ai cittadini e al Parlamento Vìi e pr, separatamente, hanno deciso di promuovere un referendum abrogativo dei Comitati di gestione - Ma al Senato è ferma una proposta delininisjroPe^ per razionalizzare la sanità ROMA — Liberali e radicali hanno deciso di promuovere un referendum per abrogare i comitali di gestione delle Usi, quei «Consigli di ammlnistrazione>' che stabiliscono assunzioni, acquisti, convenzioni, indirizzi nella sanità locale. Le due iniziative partono distinte ma muovono dalla stessa critica. -Inrece che aziende tecniche — ci dice Valerio Zanonc. segretario del pli — le Usi sono /iella realtà enti di politicizzazione impropria-. «Hanno lottizzato la sanità-, fa eco Francesco Rutelli, capogruppo radicale alla Camera. Cosi ieri mattina Zanonc ha incaricalo i suoi uomini di reclutare medici insigni e rappresentanti di associazioni che lavorano «sul campo» per formare 11 Comitato promotore. Più lesti, i radicali ieri erano già in Cassazione, dove hanno depositato la richiesta di referendum. -Probabilmente le due richieste finiranno per convergere-, prevede Rutelli, che comunque rivendica al suo partito maggiore coerenza: -Siamo gli unici che, pur potendo, abbiamo rifiutato di nominare nostri consiglieri nelle Usi-, I liberali ritireranno i loro? - Ormai i Consigli delle Usi sono scaduti, a che servirebbe?-, risponde Zanone. Stando alle statistiche, se si arrivasse davvero ad un referendum i «si. avrebbero buone prospettive di vittoria. Le Usi non convincono gli italiani: quasi il 70%, secondo il Ccnsls, lamenta l'eccessivo burocraticismo del sistema sanitario nazionale c l'inutile complessità delle procedure. Cosi come funzionano non piacciono neppure al Parlamento, che le istituì nel 1978. Un breve sondaggio dell'agenzia di stampa Adn-Kronos dimostra che, per quanto solo nel psdi si auspichi il referendum. l'Insoddisfazione 6 generale. Da partiti di maggioranza e di opposizione si caldeggia una riforma della Riforma. Malgrado questa concordia al Senato languc quello che secondo il governo è lo strumento per razionalizzare le Usi: Il disegno di legge del ministro della Sanità, Degan. Risultato di una lunga mediazione, giudicato -timidodal liberali e criticalo anche all'interno della maggioranza, il progetto tenta di limitare il peso delle Usi negli ospedali (è previsto un direttore «tecnico..) e di istituire forme di controllo e di revoca per i Comitati di gestione. Giusto o imperfetto, ò comunque un punto di partenza. Ma non va avanti. I liberali denunciano -resistenze interne a forze stesse della maggioranza interessate al controllo politico della Sanità-. Racconta Zanone: -Anche nel vertice di febbraio ho cercato di ottenere un impegno a procedere con urgenza. Ma non ho ottenuto nulla di concreto. E allora il pli Ila deciso di promuovere il referendum, coti l'obiettivo di chiamare la democrazìa diretta a correggere l'inerzia della democrazia rappresentativa-. Secondo Zanone, la necessità di uno scossone è sentita soprattutlo tra gli imputati, gli amministratori delle Usi: -In guata precampagna elettorale, faccio due province al frloriio e sento sempre la stessa difesa, tra i diretti interessati. La colpa non è nostra, dicono, ma dell'ordinamento-. Probabilmente anche gli uomini hanno le loro responsabilità, se è vero quanto riporta il recente libro bianco della UH, secondo cui la Corle dei Conti avrebbe trovato irregolarità nel 75% dei bilanci delle Usi. Ma il problema, aggiungono liberali e radicali, sta nel sistema delle nomine, che affida compiti delicati ad un personale poco professionale, talvolta più ligio agli interessi di partito che al proprio ruolo istituzionale. Emanazione del Consiglio comunale, o più realisticamente della giunta, 1 Comitati di gestione rispecchino — rivela una ricerca dell'lsls — la geo-politica del potere locale. Cosi, ad esempio, nella capitale il 407» dei presidentiUsi sono comunisti (in giunta il pei rappresenta il 47,4%), il 25% del psl (26,3% in giunta),' 15% repubblicani (10,5%), il 10% del psdi (15,8%). I dati nazionali però si discostano dalle percentuali elettorali: sui 647 presidenti di Usi censiti dall'Isis alla fine del 1983, 374 erano de, 125 comunisti, 115 socialisti, 15 del psdi. 7 del pri, 1 del pli e 1 del pdup. Guido Rampoldi

Persone citate: Corle, Degan, Francesco Rutelli, Rutelli, Valerio Zanonc, Zanone

Luoghi citati: Roma