La sua favola variopinta si incupì con la guerra

La sua favola variopinta si incupì con la guerra La sua favola variopinta si incupì con la guerra Scompare con Chaeall l'ultimo dei maestri dell'avanguardia slorica. Nato nel 1887 a Vitebsk in seno ad una comunità ebrea «hassidim» di piccoli commercianti, artigiani, contadini, appartenne alla stessa generazione — nel giro di un decennio — di Klee, Picasso, Boccioni, Draque, Malevidi, Tatlin, Modigliani, Iìrnst. E si conclude una delle p,iù «ingqlari vicende delja,cultura artistica contemporanea. J'rani .massimi protagonisti nella Parigi della prima metà degli anni 1910, fu talora considerato un fantastico «naYf» di genio, mentre stava perfettamente fondendo i primi fermenti dell'avanguardia «primitivista» in patria con quelli cubisti e orfici. E quando fu riconosciuto fra i maestri della «Scuola di Parigi» fra le due. guerre — dopo la parentesi russa rivoluzionaria —, il profondo e creativo legame con la memoria collettiva, culturale e mistica, della comunità d'origine era ormai divenuto solo un inesausto serbatoio soggettivo di immagini simboliche, al servizio di una sublime fantasia c di un'opulenza pittori-' ca paragonabile solo a Soutinc, Kokoshka, Mirò. Alcune fra le prime opere, risalenti al periodo di studi artistici a Pietroburgo fra 1907 c 1910 — fra gli altri maestri,1 Leon Bakst — , come il Ri/ratto della sorella Mania e la Fidanzata coi guanti neri (Bella Rosenfeld sarà per più di trentanni una delle più intime e appassionate fonti di ispirazione), sono allineate agli interessi dei giovani «europeisti» pietroburghesi per i Nabis e Gauguin. Ma altre (come 11 morto e Le nozze) sono connesse con la nascente avanguardia moscovita «primitivista popolare», di giovani come Larionov, la Gontcharova, Tatlin, Malcvich, David Burliuk.In tale contesto, è già tipico di Chagall il riferimento e l'immersione nella visionarietà «hassidim», con la sua fusione emozionale fra piccola realtà quotidiana e trascendenza fantastica e spirituale. Montparnasse Nel 1910 raggiunge Parigi, con l'aiuto del mecenate Vinaver, c alla fine del 1911 ha lo studio nella famosa «Ruche» in Passage de Dantzig a Montparnasse, accanto a Legcr, Archipenko, Modigliani, Soutine. Particolarmente stretto è il rapporto con Delaunay c con letterati d'avanguardia, Apollinairc c Ricciotto Canudo in testa, e inoltre Cendrars, Jacob. Il distacco fisico proietta il «piccolo mondo» ebraico di Vitebsk in una definitiva dimensione memoriale c fantastica, che ne sprigiona tutto il potenziale simbolico, con la compresenza mistica di bene e di male, di drammi collettivi e di novelle familiari {Io e il villaggio; Alla Russia, agli asini e agli altri; Il soldato mie), Ma Chagall sa proiettare c coinvolgere nello stesso clima Parigi, gli amici, lo straordinario amore di Bella: Alla mia fidanzata; Il poeta; Adamo ed Eva dedicato ad Apollinare. E' forse il momento più alto e complesso dell'artista: l'identificazione genuina con l'amore «hassidim» per la vita degli uòmini, degli animali, della natura nella sua globalità"*} misteriosa di materia e di spirito trova perfetto rispecchiamento nel colore espressionista e simbolico (soprattutto rossi, verdi, gialli aciduli e densi) e nelle fratture e ricomposizioni angolari e sferiche, solo esteriormente imparenta-to con il Cubismo, l'Orfismo| di Delaunay, il Futurismo. Più che a Parigi, dove Chagall espone solamente nel 1912 agli Indépcndents e al Salon d'Automnc, l'affermazione europea avviene nella Germania del «Blaue Reiter» e dell'evoluzione dell'Espressionismo. Presso la galleria «Dcr Sturm» di Berlino il pittore partecipa al Salone d'Autunno tedesco del 191 i e tiene una personale nel 1914, subito prima di tornare in Russia, dove sposa Bella nel 1915. Nei rari dipinti russi fino al 1917, accanto a stupende opere «ebraiche» (L'ebreo in rosa; Il padre) assistiamo ad una sorta di rovesciamento di ter-' mini: nel Doppio ritratto col bicchiere di vino notiamo una nostalgia per le forme e lo spirito della «Rauche», Vitebsk e la Dvina sembrano trasformarsi in Parigi e la Senna. Poi, la Rivoluzione, la speranza fra mistica e palingcnctica rievocata nel 1937 in un grande quadro poi distrutto dal pittore, l'assunzione dell'amico parigino Lunacharski al Commissariato per la Cultura,' la creazione della scuola d'arte di Vitebsk dove approdano El Lissitzky e Malevich. Con il primo, vi è una breve stagione di consonanza fra correligionari,'0¥i^.»rs l'asrratto-^igow; «suprematista» del secondo l'urto è insanabile, e Chagall è soccombente: la sua mistica palingenctica ha poche speranze nella Russia produttivista del NEP e dei «Soviet più elettrificazione». Forme simbolo Dopo il lavoro nel 1920-22 al teatro ebraico di Mosca di Granovskij con le stupende scenografie d'avanguardia per Gogol, per Synge, per Scholcm Alcichem, abbandona definitivamente la Russia per Berlino, dove inizia l'attività che ne farà uno dei massimi illustratori contemporanei. Si tratta delle litografie per la Mia Vita, pubblicate da Cassirer senza il testo, che uscirà in edizione francese a Parigi 10 anni dopo. In essa, il mistero quotidiano, gli incanti della memoria infantile sono materiale di raffinata narrazione e fonte, da ora in avanti, dell'inesauribile «favola dipinta», con le sue forme-simbolo del pesce e del gallo, della pendolai del violino, con il capilla¬ re rapporto fra segno e colore illimpidito e sontuoso di rossi: e di azzurri. La favola di Vitebsk si intreccia con l'amore di Bella, con il mondo del circo come metafora della realtà, con l'incontro con i grandi testi, da Gogol e La Fontaine alla Bibbia. L'esperienza anche spirituale delle 105 acqueforti della Bibbia (1931-39) coincide con la tragedia» degli ebrei tede^dii^con le crescenti nubili guerra, culminando còri iì'tìr fugio negli Stati Uniti nel 1941 e con la morte di Bella nel 1944. Come nel caso di Klee, la «favola» s'incupisce in tragedia universale, il rosso è quello degli incendii dei «pogrom» e degli angeli caduti su bianchi e grigi illividiti e funerei, dalla grande Crocifissione bianca del 1938 alla Caduta dell'angelo, iniziata nel già lontano 1923 ma portata a termine nel 1947. Rientrato a Parigi in quell'anno, stabilitosi a Vence nel 1950 ed entrato in rapporto con Aimé Maeght, Chagall riesce ancora a recuperare, al di là degli ormai immutabili «standards» iconografici, la freschezza fantastica e cromatica degii Anni 1920. Non solo, ma affronta con entusiasmo giovanile l'arte monumentale dell'affresco, della vetrata, del mosaico: Assy nel 1957, Metz, la sinagoga dell'ospedale Hadassah di Gerusalemme, l'Opera di Parigi, l'Università di Nizza, nel 1974 una piazza a Chicago, la chiesa Fraumiinster a Zurigo, Reims. Marco Rosei