L'altra logica del terrorismo

L'altra logica del terrorismo Che cosa vogliono davvero? L'altra logica del terrorismo Ogni atto terroristico suscita un acceso e quasi sempre incocludcntc dibattito circa i suoi scopi e i suoi effetti. Il dibattito nasce dal fatto che di ogni atto terroristico, sia di quello indiscriminato sia di quello rivolto verso un obicttivo specifico, è estremamente difficile stabilire gli scopi. Ed c estremamente difficile stabilirne gli scopi perché non c facile prevederne gli effetti. L'assassinio del prof. Tarantclli è stato immediatamente collegato alla campagna in corso prò c contro il referendum. Ma a guardar bene questo collegamento c stato fatto nei modi più diversi. 1 problemi connessi col referendum sono due: a) se si debba svolgere, secondo l'indicazione della Corte Costituzionale, o debba essere evitato; b) se una volta che sia stato deciso di lasciarlo svolgere, quale delle due parti in contrasto lo vincerà. Ebbene, rispetto a entrambi i problemi, credo che nessuno sia in grado di prevedere esattamente se l'assassinio del prof. Tarantclli avrà delle conseguenze c quali saranno. Rispetto al primo problema l'assassinio e destinato a favorire coloro che il nodo della scala mobile preferiscono tagliarlo con il ricorso al voto popolare oppure coloro che preferiscono scioglierlo attraverso un compromesso fra le parti in cui non dovrebbero esservi né vincitori né vinti? Rispetto al secondo, questo sangue» è destinato a far aumentare il voto del <sì.j oppure il voto contrario? Posto il problema degli scopi c degli effetti di questo nuovo atto di terrorismo, e non si vede come possa essere posto altrimenti, si capisce subito che le risposte possibili sono molte, e anche opposte fra loro. Di fatto, a giudicare dalla polemica subito sorta fra uomini politici delle diverse parti, ognuno dà una interpretazione diversa secondo il proprio punto di vista. Ciò dimostra ancora una volta che la logica dell'atto terroristico non può essere giudicata alla stregua della logica dell'azione poitica comune, che mette in diretta connessione il mezzo col fine, e che di fronte a un'azione in cui non riesce a cogliere il nesso mezzo-fine è tentata di considerarla irrazionale (o folci. Una delle ragioni per cui c .osi difficile dare un giudizio politico su un atto di terrorismo c che ci si sofferma troppo poco sul suo aspetto meramente punitivo o vendicativo. Il terrorista c o crede di essere, prima di tutto, un giustiziere. Ciò che a noi che ci meniamo dal punto di vista dell'ordinamento delle leggi dello Slato c un assassinio, per il terrorista he non accetta l'ordinamento dello Stato, che considera lo Stalo il principale nemico da abbatiere, c una condanna a morte. DI un atto di giustizia e perfettamente inutile cercare quali siano gli scopi e gli citelli ulteriori. In un atto di giustizia lo scopo dell'atto è il rendere giustizia, è intrinseco all'atto stesso. L'ano di giustizia non pone alcuna domanda che vada al di là dell'atto perché c esso stesso una risposta, ed e una risposta che chiù-, de un ciclo di azioni c reazioni, c non ne apre uno nuovo. Che ogni atto di giustizia, sopratiutio poi quando è cosi spietato, possa avere anche lo scopo di intimidazione e quindi di avvertimento nei riguardi di futuri colpevoli, non si può escludere, sebbene uno scopo di questo genere sia molto più evidente nella giustizia di un'istituzione regolata da norme generali ed astratte com'è l'ordinamento giuridico dello StaNorberto Bobbio (Continua a pagina 2 in nona colonna)

Persone citate: Bobbio