« Perché voglio le armi spaziali »

« Perché voglio le armi spaziali » Intervista del segretario alla Difesa americano Weinberger sui progetti delle guerre stellari « Perché voglio le armi spaziali » «l^e nostre ricerche mirano a stabilire se sia possibile arrivare a una difesa assolutamente sicura: oggi non lo sappiamo noi e non lo sa nessuno» - «Sono molto soddisfatto della prima risposta degli europei alla richiesta Usa di collaborazione» - «Non cerchiamo alcuna superiorità, i sovietici invece hanno già violato, con il radar piazzato a Krasnojarsk, il trattato ABM» - Le spese per varare 1"«SDI» PARIGI — Il segretario alla Difesa americano Caspar Weinberger si trova attualmente in Francia per tentare di convincere 11 governo di Parigi a unire le sue forze negli studi per l'.lniziatlva di difesa strategica». Mitterrand ha detto al capo del Pentagono che esaminerà •con interesse- Tofferta. Ieri Weinberger ha visitato una base dell'esercito, a Suippes, interessandosi al progetto «Rita» (Rete integrata di trasmissione automatica, un sistema per la trasmissione di comunicazioni militari). I francesi, da parte loro, avrebbero manifestato la volontà di acquistare quattro Awacs (radar volanti). Sul progetto delle «guerre stellari» e sull'offerta americana agli alleati europei, Weinberger ha rilasciato a Le Monde questa Intervista. L'Iniziativa di difesa strategica (SDÌ), lanciata da Ronald Reagan, negli ultimi tempi sta rivelandosi un serio motivo di divisione tra gli Usa e I loro alleati. E' anche questa la sua Impressione? Io non credo che si tratti del classico «pomo della discordia». Il mio augurio è che su questo argomento sia fatta la massima chiarezza. L'SDI (il cosiddetto progetto delle «guerre stellari», ndr) rappresenta una svolta importante nel pensiero strategico, un mutamento che noi a Washington chiamiamo prudenza convemionaìe. Essa vuole che le due parti (Est e Ovest, ndr) possono vivere in perfetta sicurezza se entrambe sono persuase di essere vulnerabili. Il Presidente non crede questo, e punta a un'altra forma di difesa, se ciò è possibile. Noi non sappiamo ancora se possiamo arrivare all'SDl, ma intendiamo fare un grande sforzo di ricerca, uno sforzo al quale, noi speriamo, si associno numerosi Paesi amici, in un modo o nell'altro, per poi decidere se tale difesa sia realizzabile. Lo scopo è di avere una difesa assolutamente sicura contro I missili sovietici intercontinentali e di teatro. Molta gente ritiene che la difesa sia possibile, ma che essa non sarà mai completamente sicura. Nessuno lo sa e noi non lo sappiamo, perché non abbiamo completato le nostre ricerche. Ma noi non crediamo che quanto abbiamo fatto finora renda irraglunglbile il nostro obiettivo. Abbiamo già fatto prove con missili: 11 sistema di difesa a bordo delle navette spaziali ha già consentito di distruggere missili con altri missili; siamo già riusciti a neutralizzare un missile intercontinentale con un altro missile. Noi oggi non possiamo raggiungere gli arsenali atomici sovietici. Molta gente dice che ciò non è possibile, e io ne sono convinto, ma noi vogliamo accertare se ciò sarà possibile. Noi possiamo Ipotecare il risultato finale. L'SDI non si occupa degli altri vettori nucleari, aerei e missili da crociera. Lavorate anche a una difesa contro di essi? SI. Non possiamo restare senza una difesa adeguata. I sovietici l'hanno sempre rifiutato. Loro non hanno mai accettato la teoria della -non difesa-. Hanno la difesa antiaerea più forte del mondo, un'enorme rete di difesa anti-mlssilistlca, sistemi collocati in profondi sili sotterranei intorno a Mosca. Circa la metà del loro budget militare è destinato alla difesa. E' sostanzialmente falso credere che 1 sovietici abbiano accettato la teoria della non difesa e che si voglia da parte nostra mettere in campo qualche cosa che vada a distruggere non so quale equilibrio. Un'altra obiezione è che un certo consenso (sia consentito l'eufemismo) era stato laboriosamente stabilito intorno alla dissuasione con I soli mezzi offensivi. L'SDI non distrugge tale consenso? Assolutamente, non distruggiamo alcun consenso. Noi facciamo del nostro meglio per convincere la gente che dobbiamo mantenere la pace attraverso tre sistemi di armi offensive, non esistendo oggi un metodo migliore. E' sufficiente dare uno sguardo al nostro budget e alle nostre azioni negli ultimi 4 anni. L'unico mezzo di dissuasione a nostra disposizione è oggi l'offensiva strategica. Noi contiamo di ottenere importanti riduzioni dal negoziato (di Ginevra, ndr) alfine di mantenere tale forma di dissuasione al livello più basso. Ma facciamo anche ricerche per vedere se esista una migliore difesa. Il Congresso ha fatto forti resistenze alle vostre richieste di finanziamento di queste armi offensive. Per dodici anni si è discusso del missile MX. L'anno scorso il confronto è stato più senato che quest'anno: al Senato c'è voluta tutta l'autorità del vicepresidente Bush per far pendere la bilancia a favore del governo e alla Camera 11 margine a favore dcìVMX era appena di due voti. Certamente questi programmi non sono popolari. 11 Presidente lo sa... Paul Nitze, consigliere del presidente Reagan, pone due condizioni al dispiegamento delle nuove armi difensive: che esse possano sopravvivere a un attacco e che costino meno degli armamenti offensivi con 1 quali l'avversarlo potrebbe neutralizzarle. Lei pensa che queste condizioni siano realizzabili? Per quanto riguarda 1 costi, non c'è dubbio che se avremo l'SDI — e questo non lo sap¬ piamo ancora — essa sarà molto meno costosa dei sistemi offensivi, che peraltro vanno sempre aggiornali. E' vero che il sistema tradizionale ABM può essere «saturo», ma noi non pensiamo che ciò sia necessariamente vero. I sovietici parlano di un sistema di un ali.ro tipo, quello che essi hanno oggi. Ma noi non parliamo di questo, noi ci riferiamo ai laser o al fasci di particelle, a dispositivi imbarcati su veicoli spazia¬ li e lanciatori. Non pensate che questi sistemi siano più costosi e nello stesso tempo vulnerabili? No. Il loro sviluppo sarà certamente costoso. La ricerca è costosa, ma la ricerca fa parte di tutto il sistema. Ma non sappiamo ancora, non vogliamo decidere prima di sapere ciò che è possibile. Quanto alla vulnerabilità, io non vedo come l'SDI possa esserlo, visto che ancora non ce l'abbiamo. Certamente uno degli aspetti al quali noi guardiamo con attenzione è che questi sistemi possano sopravvivere a un attacco. Ci sono diversi mezzi di lanciare armi che distruggano i missili sovietici attraverso mezzi non nucleari e che le distruggano fuori dell'atmosfera, prima che essi arrivino sui loro bersagli. Che cosa pensa dei suoi colloqui con i ministri degli Esteri della Nato a Lussemburgo? Sono molto soddisfatto. Gli europei sostengono unanimi 1 nostri sforzi di ricerca... hanno accollo 11 nostro invito. E' probabile che questi Paesi abbiamo idee molto valide sul modo di portare in porto il programma stellare. Perché avete esteso l'invito a collaborare all'SDl a Paesi non della Nato come l'Australia e Israele? Perché hanno competenze in questo campo. Cosi come la Corca del Sud. Noi non abbiamo difficoltà a dividerci i compiti con 1 nostri alleati. Quello che non vogliamo è metterci d'accordo con l'Urss senza il consenso degli alleati. Ma II presidente Reagan ha parlato di contrattazione sul l'SDI soltanto con l'Urss. Questo non può essere finché i sistemi non saranno completamente sviluppati; e per dimostrare che il nostro scopo non è quello di acquisire superiorità per scatenare una guerra ci muoviamo sinceramente verso un sistema difensivo. I sovietici hanno fatto tali ricerche; a Krasnoiarsk hanno costruito un radar che viola chiaramente il trattato ABM. E non ci hanno chiesto alcun patteggiamento. La stampa americana ha sollevato la questione della difesa europea dai missili sovietici tattici, gli SS-21, 22, 23... I missili tattici sono un'altra cosa. Sono armi da campo di battaglia. l'SDI non le prende in considerazione, come non tiene conto degli aerei. Ma lavoreremo anche In questa direzione. Stiamo lavorando alla difesa antiaerea e anticarro, continueremo a farlo. E' vero che alcuni collaudi di armi previste nel quadro dell'SDI sono stati aggiornati? No. Non c'è stato bisogno di rinviare nulla, nulla è stato rinvialo. Quando dovremo fare qualcosa richiesto dai nostri programmi di ricerca, valutaremo se ciò richiederà una modifica del trattato ABM. Per ora niente di ciò che facciamo lo richiede. Michel Tatù Copyrighl <'!* Monde» e per l'Italia < La Slampa»

Persone citate: Bush, Caspar Weinberger, Michel Tatù, Mitterrand, Paul Nitze, Ronald Reagan, Weinberger