Il Foreign Office ha smorzato la polemica con Washington di Paolo Patruno

Il Foreign Office ha smorzato la polemica con Washington Incontro con Howe siriFallarganiento Cee e la difesa spaziale Il Foreign Office ha smorzato la polemica con Washington DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — All'antivigilia del Consiglio Cee di Bruxelles, partono da Londra segnali di buona volontà destinati a dare un colpo di spugna ai vecchi litigi contabili sul contributi alle casse della Comunità. Lo stesso clima distensivo, favorito dall'invito americano agli alleati Nato a collaborare sul progetto di difesa spaziale, ammorbidisce pure la controversia sulla -Strategie de/ence initiativefra il ministro degli Esteri Howe e il Pentagono. Queste sono le principali indicazioni scaturite da un incontro al Foreign Office, su invito del ministro degli Esteri, tra lo stesso Howe e un ristretto gruppo di corrispondenti di giornali europei (fra cui La Stampa). Howe. l'altra mattina, prima di accompagnare a Lisbona la regina Elisabetta e di trasferirsi quindi a Bruxelles per il vertice Cee. ha espresso la sua -speranza perché l'ampliamento della Comunità si compia il 1" gennaio, anche perché questo successo avrebbe un significato simbolico per l'unità dell'Europa Occidentale-, Per fugare le ombre del passato, Howe ha voluto ribadire che -l'Inghilterra è irrevocabilmente legata ad un'Europa destinata ad essere ancora più forte-. Ma proprio sul futuro di questa Europa si scontrano, secondo i commentatori, la visione pragmatica dei britannici e quella idealista degli altri partners comunitari. Il titolare del Foreign Office ha riconosciuto questa tendenza, spiegando però che la posizione inglese, dettata da -realismo e praticità-, è diventata ultimamente un -miscuglio di pragmatismo e ideologia-. Questo atteggiamento ha consentito, secondo il mini¬ stro inglese, di avvicinare le posizioni sulla cooperazione politica, anche nella prospettiva di riforma delle istituzioni. Londra pare adesso propensa ad accettare anche un ampliamento del voto maggioritario, senza mutare comunque i trattati esistenti («richiederebbe troppo tempo-) e senza eliminare quel diritto di veto sulle «questioni vitali» alle quali ogni Paese, ha ricordato Howe, è tenacemente attaccato. Il secondo punto toccato dal ministro degli Esteri è stato il progetto «guerre stellari». Howe non ha accettato di polemizzare con il sottosegretario al Pentagono Perle che l'aveva aspramente attaccato per le «riserve» espresse una settimana fa e sintetizzabili nella formula «Maglnot del XXI secolo, attribuita al controverso progetto di difesa spaziale. Howe ha voluto anzi smorzare ì toni, ribadendo -il completo appoggio britannico al programma di ricerche-, ma distinguendo questo stadio da quello della realizzazione pratica. Per evitare equivoci, il ministro ha però richiamato i quattro punti dell'intesa Reagan-Thatcher raggiunta in dicembre. Primo: l'Occidente non ricerca una superiorità, non vuole lanciare una corsa al riarmo spaziale ma Intende perseguire un equilibrio degli armamenti; secondo: l'inizio del progetto «Sdì» sarebbe sottoposto a negoziato sulla base dei trattati esistenti; terzo: la politica di deterrenza verso l'Urss basata sulla «reciproca distruzione assicurata- verrà mantenuta; quarto: gli occidentali ricercano un accordo di disarmo al più basso livello possibile. Paolo Patruno

Persone citate: Elisabetta, Howe, Thatcher