Cambogia: il popolo dell'esodo

Cambogia: il popolo dell'esodo DIECI ANNI DOPO, SUL CONFINE DELLA DISPERAZIONE Cambogia: il popolo dell'esodo Nel campo di Bang Poo 55 mila profughi, senza diritti né prospettive, aspettano un po' di riso e pesce disseccato - In un ospedale improvvisato partorienti e feriti di guerra giacciono accanto su stuoie di paglia - Un guerrigliero che fu tra i Khmer rossi racconta i loro eccidi e il suo orrore - Ora essi in parte combattono l'esercito invasore di Hanoi: i massacratori di ieri sono i patrioti di oggi? DAL NOSTRO INVIATO BANG POO — E'la mattina splendente di una giornata tropicale, dolce, non ancora torrida, e il sole sembra fugare le ombre. Le montagne cambogiane si stagliano nitide contro il ciclo turchese pallido, increspato soltanto da, gualche nuVechèW annuncia il puntuale temporale pomeridiano. Nel trionfo di luci il campo di rifugiati non riesce a nascondere ferite e miserie. Il contrasto tra bellezza naturale e desolazione umana è violento. I conflitti indocinesi, storicamente risolti dieci anni or sono, con l'ingresso dei nuzional-comunisti prima a Plutoni Pcnh e poi a Saigon, qui continuano imperterriti cóme se le proclamate villo-.; rie fossero fittizie, fornitili. E' l'impressione che suscitano, le immagini. In un ospedale improvvisato, donne in preda alle doglie del parto e feriti di guerra giacciono affiancali sulle stuoie di paglia intrecciata. Sotto le tettoie di bambù, strette le une alle altre, come stormi di uccelli spossati, centinaia di famiglie aspettano la distribuzione dei viveri Riso e pesce dissecco io.

Luoghi citati: Cambogia, Hanoi, Saigon