Momento nero per il cinema fra caso Gaumont e la legge di Simonetta Robiony

Momento nero per il cinema fra caso Gaumont e la legge Domani giornata nazionale di sciopero dello spettacolo per protesta Momento nero per il cinema fra caso Gaumont e la legge ROMA — La Federazione nazionale del sindacato spettacolo, ieri mattina, In una conferenza stampa presso la UIL di Roma, ha proclamato una giornata di sciopero per giovedì 28: coinvolti tutti 1 settori che fanno cinema, dalla distribuzione alla produzione, dalle industrie tecniche alle sale cinematografiche. Lo scioiiero è stato dichiarato tanto in sostegno della vertenza GaumontCannon. quanto per protestare contro un eventuale blocco alla Camera della Legge madre sullo spettacolo. La vertenza Canncn-Gaumont-sindacati, hanno spiegato 1 rappresentanti della Filsi, è a un punto morto. La trattativa all'Anice, sede dei produttori, si è infatti definitivamente arenata una settimana fa quando, mentre 1 sindacati tentavano di ottenere chiarimenti dai rappresentanti dell'azienda, i lavoratori che occupavano 11 Metropolitan venivano fatti sgomberare dalla polizia. A questo punto — dicono i sindacalisti — i stato chiaro per tutti che non si può continuare a parlare con chi seguendo una logica da Anni Cinquanta si avvale della /orsa dell'ordine per ottenere ragione-. La richiesta del sindacato è che a tentare di ricomporre la vertenza siano nuovamente i ministeri interessali: quello del Lavoro, in primo luogo, ma poi anche quelli dello Spettacolo e delle Partecipazioni Statali. Difficoltà anche per la Legge madre sullo spettacolo, che al momento è ferma alla Camera dove avrebbe dovuto essere ratificata in commissione legislativa. Innanzi tutto c'è il caso dell'articolo 14 (che esclude da ogni vantaggio economico i film che non abbiano ottenuto o non abbiano chiesto la programmazione obbligatoria). Presentato dal democristiani ufficialmente per ostacolare il clne- ana icnografico, si è rivelato dannoso anche per quel film che pornografici non sono. Anche se il senatore Carlo Bogglo, responsabile dell'ufficio spettacolo della democrazia cristiana, si è affrettato a riconfermare che proponendo l'articolo 14 l'intenzione del suo partito era solo quella di colpire 1 film a luce rossa, tutti coloro che operano e lavorano nel cinema e sul cinema hanno spiegato che solo l'abolizione di questo articolo liberticida e censorio può far riprendere l'Iter parlamentare alla legge Lagorlo. Il partito comunista, che al Senato è stato il solo a votare contro l'articolo 14, ha tenuto ieri una conferenza stampa per ribadire la sua posizione. Senza la cancellazione di questo emendamento non può esservi il sostegno di tutte le forze politiche intorno alla legge. Nel frattempo.' però, è sopraggiunto un altro ostacolo. Un gruppo di settantaquattro deputati, rappresentanti di tutti 1 partiti con l'esclusione di comunisti e socialdemocratici, ha chiesto che la legge Lagorlo torni In aula perché solo in aula si può far piena luce sul provvedimento detto «tax sheltcr», e cioè una serie di sgravi fiscali che, secondo la nuova legge, sarebbero concessi a chi reinveste gli utili realizzati con il cinema proprio nel cinema. La richiesta del dibattito in aula è stata motivata da eventuali frodi fiscali che tale provvedimento potrebbe favorire. Il partito comunista, nella sua conferenza stampa, ha ribadito che il dibattito in aula non può che rinviare a tempo indeterminato l'approvazione della legge. Ma per evitarlo, non c'è che il ritiro delle settantaquattro firme. Lo spazio perché si arrivi a una legge complessiva sullo spettacolo si è fatto, quindi, assai ristretto. Simonetta Robiony

Persone citate: Carlo Bogglo, Gaumont

Luoghi citati: Roma