Ora si ultima parla di un decreto legge spiaggia anti-referendum di Gian Carlo Fossi

Ora si ultima parla di un decreto legge spiaggia anti-referendum I * ■ Dovrebbe prevedere una riduzione delle tasse sulla busta paga Ora si ultima parla di un decreto legge spiaggia anti-referendum ROMA — A questo punto, dopo il nuovo «no» della Conflndustrla sul decimali e 1 contraccolpi negativi negli schieramenti politici e sindacali, solo un decreto-legge (pur molto discutibile, anche sotto 11 profilo costituzionale) potrebbe evitare 11 referendum comunista sulla scala mobile. Il governo, si sussurra in ambienti autorevoli, potrebbe predisporre un provvedimento schematico, ricercare su di esso rapidamente il consenso delle parti sociali e presentarlo in Parlamento in tempo utile per essere approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale entro là fine di maggio. La chiave di volta dell'iniziativa dovrebbe essere un congruo recupero già per il 1985 del .fiscal drag», il drenaggio fiscale sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti alimentato dall'inflazione in modo abnorme; ma per seguire questa strada a indispensabile superare le forti resistenze dei ministri Visentini e Goria, e determinare un orientamento favorevole dell'intera compagine ministeriale. Al recupero fiscale verrebbero aggregate altre due o tre misure dirette soprattutto a rilanciare l'occupazione attraverso una sensibile modifica delle norme sul mercato del lavoro. Nonostante l'irrigidimento delle posizioni, non tutti si sono dati per vinti e continuano a battersi non tanto per Individuare possibilità di intese fra imprenditori e sindacati, quanto -percorsi nuovi, originali-, -E'giusto —sostiene il vicepresidente del Consiglio, Arnaldo Forlani — che il governo continui a ricercare ogni eventuale base di discussione e di trattativa, indicando nel modo più obiettivo compatibilità e possibili soluzioni*. Un ruolo, dunque, più attivo del governo rispetto al tentativi di conciliazione delle ultime settimane, particolarmente rispettoso della libertà delle parti. «Ogni sforzo — aggiunge Forlani — va compiuto e al più presto. Con il referendum il partito comunista decreta la morte di questa scala mobile, puntando non ad obiettivi sindacali, 7na politici, di inasprimento del confronto e di crisi dell'attuale maggioranza». Gli stessi comunisti, peraltro, non sottovalutano i rischi di una sollecita crescita dell'inflazione, del conseguente progressivo aggravarsi della crisi economica, delle immediate ripercussioni negative sull'occupazione. Ed è proprio Giuseppe D'Alema, dirigente dèi dipartimento economico del pel, che mette in luce un tragitto sul quale già stanno riflettendo ambienti di governo e della maggioranza. Sul referendum, afferma D'Alema, non pesa soltanto la questione dei decimali contestati dagli industriali, gioca pure il fiscal drag «cioè, se la Confindustrìa non inolia sui decimali precludendo l'incontro tra le parti sociali, ma il governo a sua volta' non fa nulla per il fiscal drag che sta falcidiando salari e stipendi, la consultazione referendaria sarà inevitabile e non per colpa nostra-. Nella stessa direzione spingono esponenti della de, ma anche di altri partiti della maggioranza. «Ora — dice Carlo Donat-Cattin — il pro¬ blema del referendum riguarda il governo, più che le parti sociali. Essendo stata fatta una legge, il governo o se la rimangia oppure trova una soluzione. La de non può che prendere atto della difficoltà di trovare un accordo tra sindacati e imprenditori-. Un -maggiore impegno- è sollecitato da Enrico Manca, re¬ sponsabile del dipartimento economico del psl; Gianni Manzollnl, responsabile dell'ufficio sindacale del psdi, giudica necessario un •■allentamento del fiscal drag-, Perrone Capano, responsabile della politica fiscale del pli, chiede una Iniziativa del governo che elimini da un lato il fiscal drag e dall'altro sostenga lo sviluppo produttivo con la detassazione degli utili reinvestiti dalle Imprese. Interventi del governo più decisi vengono reclamati anche dalle organizzazioni non industriali che hanno pagato i decimali con riserva e che ricevono, un danno dal blocco del confronto causato dalle pregiudiziali Incrociate della Confindustrìa e del sindacati. Segnali interessanti sono attesi dal comitato centrale della Uil convocato a Trevi per oggi e domani, dalla Giunta della Confagricoltura. Intanto, un «placet» utile al rallentamento degli attuali vincoli istituzionali del mercato del lavoro è venuto da un convegno della Fim-Cisl sull'occupazione, insieme alla rivendicazione di una riduzione generalizzata dell'ora rio di lavoro. Gian Carlo Fossi Roma. Benvenuto, Camiti e Lama durante uu recente incontro della segreterìa unitaria

Luoghi citati: Roma, Trevi