Aiuti dei contribuenti alla Chiesa d'accordo solo il 14,7% degli italiani di Marco Tosatti

Aiuti dei contribuenti alla Chiesa d'accordo solo il 14,7% degli italiani Un sondaggio Doxa sul sistema previsto dal nuovo Concordato Aiuti dei contribuenti alla Chiesa d'accordo solo il 14,7% degli italiani ROMA — Solo il 14,7 per cento della popolazione italiana è disposto a finanziare la Chiesa cattolica con lo 0,8 dell'Imposta sulle persone fisiche (Irpef). Il 66,6 per cento invece è orientato a Indirizzare la sua quota alle opere di beneficenza finanziale direttamente dallo Stato, mentre appena lo 0,6 per cento orienta 11 contributo verso religioni differenti dalla cattolica. Sono questi i risultati soprendentl, e allarmanti per il futuro finanziario della Chiesa, di un'inchiesta Doxa commissionata dalla Fondazione Einaudi. Il momento scelto per rendere pubblici questi dati non può essere più opportuno: domani alla Camera riprenderà il dibattito sulle leggi di applicazione del «nuovo Concordato», finanziamento della Chiesa compreso. La conclusione dell'inchiesta Doxa, che smentisce quanto è stato affermato nei giorni scorsi in Parlamento dagli esponenti del fronte di opposizione al Concordato (radicali, demoproletarl e si- nistra indipendente) è che la Chiesa italiana si troverà in grave difficoltà nell'immediato futuro. Quando, nel 1990. le nuove norme di finanziamento religioso entreranno in vigore, secondo la Doxa. la Chiesa cattolica «oltre alle oblazioni volontarie riceverebbe ben poco, assai meno di quanto non riceva oggi; essa non sarebbe pertanto in grado di continuare a sopravvivere, almeno con le attuali strutture.. La Conferenza episcopale italiana sarà messa di fronte .ad un problema finanziario senza precedenti. tanto più che essa, avendo creato un sistema rigido di determinazione della spesa, almeno per quanto riguarda il mantenimento del clero, non potrà in alcun modo comprimere i costi.. Il nuovo Concordato stabilisce due principi: il primo offre la possibilità di detrarre dall'Imponibile Irpef fino a due milioni l'anno di «offerte» fatte alla Chiesa; il secondo riguarda tutti i contribuenti, che potranno indicare a chi destinare — o alla Chiesa o allo Stato — lo 0,8 per cento dell'imposta Irpef. Secondo le percentuali che la Doxa fornisce come orientamento degli italiani (14,7 alla Chiesa cattolica, 66,6 per cento allo Stato, 0,6 per cento alle altre religioni) nelle casse dell'Istituto per il sostentamento del clero cattolico andrebbero a finire — facendo i calcoli sull'Irpef prevista quest'anno — 74 miliardi. Il finanziamento attuale dello Stato alla Chiesa è di 300 miliardi annui. L'indagine contribuisce con elementi nuovi a illuminare un campo forse non ancora in piena luce. La maggioranza degli italiani interpellati (45,1 per cento) si è espressa contro la deduzione dall'imponibile fiscale di un contributo in denaro per la Chiesa o per le opere di beneficenza, mentre le risposte incerte sono il 13,5 per cento. Una maggioranza ampia (59 per cento) è favorevole al nuovo sistema, mentre i contrari sono il 30 per cento. Il 44 per cento di chi va regolarmente a messa è disposto ad assumere in proprio l'onere della sua fede. Come afferma l'indagine, «esiste una consistente disponibilità dei cattolici praticanti a pagarsi direttamente il paradiso, o quanto meno la consapevolezza che non è possibile scroccare corse gratis per il paradiso.. I praticanti italiani sarebbero, secondo la Doxa, il 30 per cento della popolazione. Ma salirebbero al 70 per cento — e questa è una sorpresa — quelli che vivono più o meno intensamente secondo i principi cattolici. Quasi il 60_ per cento dei simpatizzanti demòt^tlanj-e assiduo alle funzioni, mentre questa quota scende al solo 4.1 per cento fra 1 comunisti dichiarati. Sono più vicine alla Chiesa le persone più anziane, più povere, meno istruite, che vivono nei comuni più piccoli, e le donne. Il 52,3 degli interpellati infine ritiene giusto che le spese per la Chiesa siano sopportate solo dal fedeii, e non da tutti i cittadini. Marco Tosatti

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