Rapiti 3 diplomatici francesi dalla Jihad islamica a Beirut

Rapiti 3 diplomatici francesi dalla Jihad islamica a Beirut Il viceconsole, il funzionario del protocollo e sua figlia Rapiti 3 diplomatici francesi dalla Jihad islamica a Beirut Per l'«assistenza militare data da Parigi a Baghdad» - Sgomento dopo l'uccisione di due dipendenti di una tv Usa da parte degli israeliani durante un rastrellamento (20 morti) NOSTRO SERVIZIO BEIRUT — La vita degli europei e degli americani a Beirut Ovest, il settore musulmano della capitale libanese, da ieri si è fatta sempre più rischiosa: due diplomatici francesi (tra i quali il viceconsole) e la figlia di uno di loro sono stati rapiti nel giro di poche ore. I sequestri sono stati rivendicati poco dopo dall'organizzazione della «Jihad Islamica», che già afferma di tenere prigionieri due inglesi e un giornalista ame¬ ricano rapiti nella capitale la settimana scorsa. Il viceconsole di Parigi, Marcel Fontaine, è stato spinto a forza in una Bmw da tre uomini armati vicino alla via Bllss, mentre andava in ufficio a piedi. L'ambasciata francese ha annunciato più tardi che anche il funzionario del protocollo, Marcel Carlton. e la figlia Danielle Perez, che lavora nella rappresentanza come segretaria, non erano mai arrivati al lavoro. Nel primo pomeriggio, le agenzie di stampa occidentali a Beirut hanno sentito al telefono la voce ormai familiare del misterioso interlocutore annunciare che la «Jihad Islamica, aveva in mano i tre prigionieri; il sequestro, ha aggiunto la voce, è stato deciso a causa dell'appoggio dato dalla Francia all'Arabia Saudita e all'Iraq, dell'assistenza militare al regime di Baghdad nella guerra contro l'Iran. E' la prima volta, a quanto si sa, che una donna viene rapita dal movimento terroristico. E questo sembra il segnale dell'.apertura della caccia, agli occidentali che vivono a Beirut. Né i familiari, né la polizia libanese, impotente di fronte a questi sequestri, sanno per ora dove e in quali condizioni i tre siano detenuti. Grande impressione ha destato l'uccisione, giovedì, di due membri della troupe della tv Usa Cbs da parte di un carro armato israeliano a Kfar Melkl, un villaggio del Libano Sud. durante un rastrellamento nel quale sono morti venti •terroristi*. Il premier di Gerusalemme, Shimon Peres, ha sostenuto che il cameraman Tewfiq Ghazawi e il tecnico del suono Bahlje Metni avevano •preso posizione- nel villaggio con uomini armati. Ma gli abitanti di Kfar Mclki hanno smentito, e cosi ha fatto la troupe della Upi. -Gli israeliani — ha detto ieri Vladimir Popov, della Upi — sapevano che c'eravamo, e sapevano che cosa stavamo facendo*. Ghazawi e Metni filmavano in una via del villaggio. Un carro armato Merkava (secondo Popov era a 700-800 metri di distanza) ha aperto il fuoco; un proiettile è esploso tra le gambe del cameraman. Le due vittime sono state sepolte ieri a Beirut; una era cristiana, l'altra musulmana, 1 funerali si sono svolti separatamente nel settore Est e nel settore Ovest, A New York, il presidente della Cbs, Edward Joyce, ha condannato aspramente l'uccisione di Ghazawi e Metni, e ha sollecitato un'inchiesta ufficiale israeliana su quello che «i testimotii oculari hanno definito un attacco deliberato, sema die vi fosse stata provocazione-. Il mese scorso, l'esercito di Gerusalemme aveva chiuso la zona d'occupazione ai giornalisti, affermando che avrebbero potuto essere vittime di -attacchi involontari-. I giornalisti occidentali avevano però rifiutato di accettare il provvedimento, „ _,. , Robert Fisk C'op) righi «Tinu-s Netupapm» € ptT l'Italia i I.n Stampa»