II muro di Hanoi taglia l'Indocina

II muro di Hanoi] taglia l'Indocina IL VIETNAM DIECI ANNI DOPO II muro di Hanoi] taglia l'Indocina DAL NOSTRO INVIATO BANG POO — Dieci anni dopo. Un appuntamento mancato. Le stesse facce, disperate dietro la sorridente rassegnazione, gli stessi corpi, sudati e disossati, su questo confine che continua a vomitare profughi. La macchina da guerra di Hanoi è ancora in azione, a pochi chilometri da qui: insegue guerriglieri, sposta popolazioni, scava trincee, costruisce bunker. Innalza un «muro di Berlino», per ben definire la linea di demarcazione tra l'Indocina vietnamizzata, ferita mal cicatrizzata, e la Thailandia in preda alle vertigini di un benessere economico quasi miracoloso. Alcuni angoli geografici, spesso remoti, non certo privilegiati, sono come piaghe aperte, scavate per dividere due realtà. E' questo 11 caso del campo di Bang Poo: rigurgita di rifugiati cambogiani, sfuggiti alla violenza che ancora imperversa nel loro Paese, ma non ammessi, non accettati dalla Thailandia gelosa della nuova, fragile ricchezza, timorosa di essere contagiata dall'ascesso indocinese. Bang Poo è un tragico purgatorio, con scarse speranze di redenzione, in cui si agitano cinquantamila anime mantenute dalla carità internazionale. E' soltanto una porzione, sia pure cospicua, della massa di profughi che i Paesi vicini riversano, quali vulcani in eruzione, su questo versante della frontiera. Bang Poo è al tempo stesso un punto di osservazione al margini dell'Indocina, dieci Ianni dopo la definitiva vittoria. Oet movimenti riazlonalcomunistJ In Laos, in Cambo- già e in Vietnam. Ed è qui, dopo tanto tempo, che ci si accorge del mancato appuntamento con la pace. Stretta da una cintura sanitaria, l'Indocina è ancora una penisola di povertà e violenza, mentre 11 Sud-Est asiatico è diventato uno degli epicentri della rivoluzione economica che ha spostato l'asse del grandi scambi commerciali dall'Atlantico al Pacifico. Dal 1980, l'Asia orientale ha sostituito l'Europa occidentale come principale area di scambi con l'America. Insieme al Giappone, la Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong, i sei Paesi dell'Asean' (Associatlon of Southeast Aslan Nations) hanno contribuito a spostare il centro di gravità del commercio mondiale. Questa manciata di nazioni, che sembravano condannate all'Indigenza e a incontrollabili convulsioni politiche , hanno conosciuto negli ultimi anni una crescita me dia del 7 per cento. Le più favorite sono la Malesia, la Thailandia, Brunei, Singapore; quelle ancora incerte l'Indonesia e le Filippine. Insieme, questi sei Paesi, nel quali vivono 287 milioni di persone, rappresentano un prodotto nazionale lordo di più di duecento miliardi di dollari. E, sempre insieme, costituiscono il quinto partner commerciale degli Stati Uniti. L'Anno Duemila è atteso come l'inizio del «secolo dell'Asia», dal quale per ora la penisola indocinese (Vietnam, Laos e Cambogia) sembra esclusa. Mentre le aree a economia di mercato registrano uno sviluppo senza precedemi, le aree gestite dai comunisti stagnano nel sottosviluppo. Le prime, ad eccezione delle Filippine, vivono In una quiete insperata, le seBernardo Valli ifimMmm a pagina 2 In prima colonna) CINA

Persone citate: Ianni