Dudovich, dandy del manifesto

Dudovich, dandy del manifesto CENTO CARTELLONI E BOZZETTI IN MOSTRA A MILANO Dudovich, dandy del manifesto MILANO — Cominciò, era il 1906, con un cappello duro, nero, posato sul giallo di una poltroncina Luigi XV. E fu subito Marcello Dudovich, 11 dandy delle affiches, il pubblicitario che Simplizissimus inviava come ^reporter dell'immagine», ogni stagione fino alla grande guerra, nelle località alla moda: Londra. Montecarlo. Parigi. Dcauvllle. I colori erano accesi, in larghe campiture: il disegno fulmineo, in una elegante sintesi geometrica. Dudovich era un triestino che aveva studiato a Monaco, che era sceso a Milano nel 1897 alle Officine Grafiche Ricordi. Poi era stato (1899-1902) a Bologna: era allo, magro, elegante, viveur, aveva le mani bucate. E per il Premiato Stabilimento del dott. Chappuis diventò • </ pittore delle donnine^. Frequentava Carducci, Oriani. Stecchetti, Panzacchl. Federzoni, Respighl, Murri. De Carolis: la pubblicità era una nuova avventura che colorava arditamente 1 muri, che cambiava gli occhi alla gente. Una ditta di Napoli, i Grandi Magazzini Mele, furono la sua esclusiva ed erano in tutta Italia ciò che poi sarà la Rinascente: simbolo di elegante modernità, di praticità e buon gusto. Cento manifesti e bozzetti di Marcello Dudovich (1678i 1962) sono esposti a Milano, al sesto piano della Rinascente di Piazza Duomo, a celebrare «te cose un po'sbia- dite dal tempo che definiscono un'epoca, uno stile-. Perché 11 sodalizio di Dudovich e del Grande Magazzino durò trentaelnque anni, dal 1921 al 1956: e in quel tempo gli italiani abbienti, gli Italiani allora agiati, andarono in vacanza sulle stelle marine di Dudovich-La Rinascente, si protessero lui con cappottoni e feltro da agente segreto X9 e lei con mantelli alla Marlene Dietrich, si Impellicciarono come la sua signora abbracciata all'orso polare, si fecero 11 corredo alle vendile di casalinghi, viaggiarono con le sue valigie che navigavano nel ciclo, Inseguirono i suol terrier che avevano rubato una sottoveste, calzarono come l'uomo adagiato in una scarpa, salirono sulle «Balllla> che una sua ex donnina — ahimé oramai Ingrassata come una maggiorata dell'incalzante Boccaslle — avvicinava con una falcata non più da «maschietto- ma da domestica Silvana Pampanini. C'è anche un bel catalogo delle edizioni Fabbri a raccontare (la mostra chiuderà li 30 aprile) questa storia un poco dimenticata di un enfant prodige attivo per tanto tempo. Dagli anni delle garconnes sofisticate e sportive con sigarette spavalde e profili veloci a quelli delle soffici signore Anni Trenta tipo Paola Barbara: dalle misteriose eloches per ippodromi e Bugatll fino al' fazzoletlonl un po' agrari del periodo fascista. Dalla Vie Parisienne. Insomma, alle signorine Grandi Firme e, finalmente, alle maggiorate povere ma belle del dopoguerra: neorealista ma di nuovo .romano- e dunque appesantito, molto borghese, un po' greve. Ne) catalogo ci spiegano che Dudovich. come cartellonista, non fu né 11 fiammeggiante Capplello genio del Thermogenc. del Campari, del Cinzano, né l'intelligentissimo Sepo tutore del panettone Motta: 1 due altri italiani che disegnarono la cronaca commerciale europea. Ma. ci dicono. Dudovich fu tuttavia (anche se alutato dal genero) l'ultimo a produrre un «manifesto d'autore.: fascinoso per 11 pubblico, romantico, disegnato senza qompulcr o prospezioni di mercato o regole pslcografiche. Istinto, e quasi soltanto quello. Dilati! 1 profili e sorrisi delle sue donnine, le loro •bocche da vampiro., non seppero che in ritardo i «trucchi- del futurismo, del cubismo, del Novecento: ma erano riconoscibili, rendevano famigliari Scopertine de La Lettura, invitavano alle «Feste di Primavera., alle «Fiere del Bianco., alle crociere del Conte Verde, a consumi che erano ancora un piacere: sennò, che piacere è? Claudio Savonuzzi Marcello l)udo\ich: (particolare)