Il rondò della forca

Il rondò della forca A CACCIA DI CURIOSITÀ' TORINESI Il rondò della forca . 'Sdarmagi ca jampico gnun>: peccate che non impicchino nessuno. Un tempocommentavano cosi le belle giornate. Tanto belle, appunto, da meritare uno spettacolo particolare da offrire a eh; volesse bighellonare fra le strade e le piazze della citta Ci si divertiva con poco, insomma. Il detto è caduto in disuso, insieme — fortunatamente — alla pena capitale Ma potrebbe comunque ispirare un singolare itinerario per chi volesse rivisitare i lucer.: in cui, a Torino, venivano eseguite le condanne a mone. Il più noto è il 'Rondò dia force-, la piazza formata dal1 incrocio di corso Regina Margherita e corso Principe Eugenio. Proprio lì in mezzo veniva eretto il patibolo e i corpi dei giustiziati venivasno poi portati non molto lontano, nella chiesa di Sant Agostino. L'esecutore di giustizia, chiamato anche .boia attiiv e perseverante dell'Illustrissima Casa*, vive¬ va con la sua famiglia in via Bonelli, fin dal XVI secolo. Lui ed i suoi famigliari venivano tumulati nel campanile della chiesa di Sant'Agostino, mentre alle salme dei giustiziati era riservato il chiostro. In quella chiesa, fino a una sessantina di anni fa. c'era ancora la panca personale de! boia, posta in disparte rispetto a quelle degli altri fedeli. Ma Torino non ospitò solo la forca. Dal 1799 al 1814 vi funzionò la ghigliottina. La sanguinaria macchina d'importazione transalpina veniva rizzata, nelle grandi occasioni, in quella che i francesi chiamavano Place de la Liberté, che poi non è altro che piazza Carlo Emanuele II. Dopo l'uso la ghigliottina veniva smontata e custodita nel chiostro del Carmine. Chiusa la parentesi francese, si tornò all'uso della forca, nonostante certi «inconrenienii. che esso presentava: non sempre infatti, l'esecuzione riusciva perfettamente. Un esempio lo riportano le vecchie cronache: nella primavera del 1853 un certo Negrotto. parricida, incappò in un boia maldestro, e quando il suo corpo fu staccato dal patibolo e portato in chiesa per i servizi funebri, ci si accorse che respirava ancora. Spirò solo dopo quattro ore. L'episodio fini alla Camera, suscitando aspre discussioni sull'opportunità di abolire la pena di morte. d. co. Il drammatico rito della ghigliottina in un'antica stampa

Persone citate: Negrotto

Luoghi citati: Torino