Per l'abbigliamento sportivo un inverno boom dopo la crisi

Per l'abbigliamento sportivo un inverno boom dopo la crisi Il settore (9000 addetti) si riprende, vendute giacenze di tre anni Per l'abbigliamento sportivo un inverno boom dopo la crisi TORINO - L'inverno freddo ha fatto bene all'Industria dell'abbigliamento sportivo: a gennaio erano già esaurite tutte le giacche a vento e i piumini, e si stavano vuotando 1 magazzini delle rimanenze degli anni precedenti: •£' un andamento registrato in tutta Italia — notano alla Fedcrtessile — sono state vendute scorte in giacenza da tre anni". Si è cosi risollevato un settore che soprattutto nell'84 aveva denunciato una pesante flessione delle vendite: nell'intero comparlo ci sono almeno 350 imprese con più di venti dipendenti che danno lavoro a novcmlla addetti, con un fatturato annuo di almeno 650 miliardi, di cui 300 all'export: senza contare quelle che producono solo in parte abbigliamento sportivo. Per dare un'idea dell'importanza di questo basta considerare che vengono prodotte annualmente circa nove milioni e mezzo di giacche a vento, 600 mila pantaloni da sci. un milione di pantaloncini e gonne da tennis. 2.6 milioni di magliette. Il polso della situazione è venuto da due importanti manifestazioni fieristiche che si sono svolte nei giorni scorsi: il Mlas di Milano e l'I spo di Monaco di Baviera. -Il Miassta assumendo un carat fere sempre più nazionale — afferma Giordano Maioli, presidente degli industriali dell'abbigliamento sportivo e direttore generale della Alpina, una società specializzata nell'abbigliamento per tennis, bagno, sci e tempo libero — alVIspo si Ita invece maggiormente la sensazione a livello internazionale. Dalle due fiere è emersa una tendenza alla stabilizzazione delle vendite, dopo il pesante calo dell'anno scorso, con la sola eccezione degli Usa, dove la rivalutazione del dollaro favorisce le esportazioni italiane:. Ed è stata probabilmente proprio la crisi dell'84 a spingere molte imprese a guardare all'estero: quest'anno, per la prima volta, il Centro este- ro delle Camere di commercio piemontesi ha organizzato la partecipazione di sci ditte all'Ispo. Alla Fiera erano presenti imprese italiane di ogni dimensione. • La crisi del mercato europeo l—25crc delle vendite netl'84) è stata solo parzialmente compensata dai buoni risultati di quello Usa — afferma Gabriele Brustenghi. della Ellesse, una società che fattura 210 miliardi l'anno nel campo dell'abbigliamento (al 90%) e delle calzature per lo sport (10%). mille dipen- Per lo sciopero delle Agenzie di stampa i dati di alcune tabelle sono Incompleti. denti — quest'anno prevediamo di vendere negli Stati Uniti per venti milioni di dollari (circa 40 miliardi), una cifra in assoluto modesta, dovuta alla fascia alta di mercato che andiamo ad occupare. Proprio per evitare di subire l contraccolpi degli alti e bassi dell'abbigliamento la Ellesse sta diversificando la produzione nel campo delle calzature, con l'obiettivo di arrivare ad un maggiore equilibrio nel mix produttivo della società. .L'immagine positiva raggiunta a livello Internazionale nel campo dell'abbtgllamento — sostiene Brustenghi — risulta trainante anche per le scarpe*. Chi non ha risentito della crisi passata sono le piccole aziende con produzione altamente specializzata, come la Monteblanco. La società produce piumini, giacche e sacchi letto In linee da sci. città, alpinismo e trekking. Un po' in controcorrente si è mossa invece la Mct: • Nell'82 abbiamo iniziato a mutare rotta — afferma Marco Boglione. direttore marketing — in questi due anni abbiamo diversificato prodotti e mercati: oggi il portafoglio vendite Italia è sotto il 50% del fatturato, mentre non slamo più unicamente legati al jeans ed alla maglieria classica-. Paolo Giovanelli

Persone citate: Brustenghi, Gabriele Brustenghi, Giordano Maioli, Marco Boglione, Paolo Giovanelli

Luoghi citati: Italia, Milano, Monaco Di Baviera, Stati Uniti, Torino, Usa