La salsedine uccide le colonne romane simbolo di Brindisi di Salvatore Gentile

La salsedine u€€ide le €olonne romane simbolo di Brindisi Lanciato un appello per salvarle La salsedine u€€ide le €olonne romane simbolo di Brindisi Costruite duemila anni fa, si affacciano sul porto, alla fine della via Appia BRINDISI — •Salviamo le colonne romane»: è l'appello, che viene rinnovato a Brindisi per evitare la completa ro-. vlna delle due belle colonne di marmo bianco che segnano la fine della via Appla. Affacciate sul porto, sono poste al centro di una terrazza trapezoidale (dove i turisti In at-. tesa di imbarcarsi per la Oreeia scattano molte foto ricordo). Le colonne non stanno resistendo alla salsedine ed agli agenti atmosferici che corrodono il marmo. Qualche giorno fa si sono staccati due blocchi del peso di 70 chilogrammi ed ancora una volta 11 problema è tornato di attualità. In altre occasioni sono caduti altri pezzi di marmo, ma mai di dimensioni cosi grandi. La malattia di cui soffrono le colonne è una specie di tarlo che provoca decoesione ed esfoliazione. In pratica gli agenti atmosferici penetrano ■ nella pietra che con il trascorrere degli anni perde la compattezza. La decoeslone fa perdere in superficie la caratteristica lucentezza e solidità. L'esfollazione. invece, è più pericolosa in quanto comporta la caduta del materiale sotto forma di grosse scaglie. La diagnosi della malattia che ha colpito le celebri colonne fu fatta due anni fa dal dottor Costantino Meuccl, esperto chimico dell'Istituto Centrale di Restauro di Roma. Dopo quella visita fu detto che bisognava intervenire con urgenza per porre rimedio quando ancora si era in tempo. Poi la burocrazia, l'instabilità amministrativa della citta di Brindisi (attualmente il governo della città è affidato ad un commissario prefettizio) forse ha fatto passare in secondo piano il problema. Le due colonne che hanno oltre duemila anni di storia, segnano la fine della via Appla che partiva da Roma ed attraverso l'Italia meridionale permetteva di far giungere soldati ed armi da destinare alle conquiste sul fronte orientale dell'impero. Il censore Claudio Appio diede inizio alla costruzione della via Appia nel 312 avanti Cristo e questa strada di comunicazione divenne ben presto molto importante. Le due colonne sembrano quasi a guardia del porto che 1 romani chiamavano Brundislum. Con la loro altezza, con la loro funzione storico-monumentale propongono, ancora oggi, «una affascinante ipotesi interpretativa». Sono sistemate su due grandi basamenti, proprio di fronte all'imboccatura del porto. Per ammirarle da vicino bisogna salire una grande scalinata (oltre 50 gradini). A fianco alle due colonne c'è una pio cola casa dove secondo alcuni storici mori il poeta Virgilio. Un angolo, questo, che racchiude testimonianze di storia, ma che rischia di essere chiuso per la salvaguardia dell'incolumità pubblica. Delle due colonne una è più alta ed è completa di capitello, l'altra è «mozza» perché gran parte del blocchi di marmo fanno parte della colonna della piazza centrale di Lec'èéfdbve tvrronòportati tre secoli fa. Salvatore Gentile

Luoghi citati: Brindisi, Italia, Roma