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All'ex Sant'Uffizio non piace il nuovo catechismo francese Ratzinger critica il modo di insegnare la fede ai bambini All'ex Sant'Uffizio non piace il nuovo catechismo francese CITTA' DEL VATICANO — I vescovi francesi e la Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant'Uffizio) sono ai ferri corti: come già accadde per i catechismi olandesi, e, In parte, per quelli italiani, il campo di battaglia di questa partita è costituito dai catechismi. In quale modo è opportuno insegnare le verità fondamentali di fe«e.i.»p«»lalmefl*e d tombini? n prefetto della Congregazione della fede, Ratzinger, che trova al suo fianco anche il cardinale Silvio Oddi, prefetto della Congregazione per 11 clero, e i vescovi francesi danno risposte molto diverse. E di conseguenza Ratzinger ha chiesto ai presuli d'Oltralpe, forte della sua autorità e di quella della Congregazione, di rivedere 11 loro pensiero e 1 loro atteggiamenti. Ridottfti ainjftseenzlaft. >Ja. contesa si può spiegare^cosl: da una parte (Curia romana) si pensa che il catechismo debba essere uno strumento per dare un quadro di elementi «certi» sulla fede. E anche la forma dovrebbe essere molto chiara: è nella memoria comune il catechismo, ancora oggi usato o rimpianto da non pochi parroci, di San Pio X, a formule di domanda e risposta. Dall'altra — gli episcopati delle nazioni avanzate soprattutto!, e* in questo caso quello francese — si è cercato di sostituire il formularlo con dei testi che partissero dall'esperienza umana, quotidiana, e conducessero, tramite un'esperienza personale 1 catechizzati alle verità di fede. Un cammino non sempre facile, né comprensibile a tutti. Dal 1967 la Francia non ha più un catechismo unico nazionale. In compenso, dopo due lustri di esperimenti, nel 1980 la Conferenza episcopale ha creato una serie di libri • Pietre vive: un'antologia di brani della Sacra Scrittura, accompagnati, in ogni diocesi, da un «percorso», composto da tre o quattro altri testi. Ma sin dalla sua nascita • Pietre vive» non ha avuto vita facille. Due lettere della Congregazione per il clero, nell'80 e nell'82, mettevano In rilievo quelle che a Roma erano giudicate le carenze. Le sollecitazioni della Curia portavano a una revisione del testo, compiuta nell'84. Nel gennaio scorso infatti la Conferenza episcopale francese riceveva dal card. Ratzinger una lettera piuttosto dura nel contenuti, quanto diplomatica nella forma. In sostanza si diceva che 11 fatto che le modifiche richieste fossero state apportate non significava che «Pierres vivantes» era stato approvato come testo catechistico dalle Congregazioni a ciò destinate in base al nuovo codice di diritto canonico. DI conseguenza — scriveva il cardinale — ia Francia non ha un catechismo, e invece sarebbe necessario un 'testo destinato a tutto il suo territorio, un testo di base incontestato-. La risposta dell'episcopato francese è stata morbic'a, e dà l'impressione che si voglia smorzare il rumore sull'argomento: entro l'B5 — hanno annunciato i vescovi — uscirà un'altra edizione di «Pietre vive» ulteriormente corretta e con l'imprimatur' del vescovi. E dopo aver incontrato nel giorni scorsi a Roma Ratzinger, 11 presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Jean Viinet, ha ammesso che si sarebbe dovuto pensare per il futuro a un'esposizione «orpanica c completa della fede». C'è già chi lavora in questa direzione: senza voler riportare in piena auge il catechismo di San Pio X, ancora molto utilizzato e ristampato, sta per essere varato, dalla Congregazione per il clero un •testo di base», che serva di guida alle Conferenze episcopali, o ai singoli vescovi, che desiderino utilizzarlo. Il documento dovrebbe essere pronto entro 11 maggio 1985, ma non si fanno previsioni sulla data di pubblicazione. Cosi come ci sono molti dubbi sulla volontà delle Conferenze episcopali più «progressiste» di adottarlo; anche se una scappatola esiste: il codice di diritto canonico, infatti, all'art. 775, dà libertà al vescovo di preparare un testo per la catechesi, con l'approvazione della Sede Apostoli¬ ca. Marco Tosatti