Teheran, attentato al Presidente iraniano che dice: useremo anche noi armi chimiche

, attentato 11 Presidente iraniano che dice: useremo anche noi armi chimiche .*■ Sei mortiferi* cui ii« terrorista* illeso Khamenei durante la «preghiera del venerdì I» , attentato 11 Presidente iraniano che dice: useremo anche noi armi chimiche TEHERAN — L'esplosione di una bomba artigianale legata alla cintura dell'attentatore ha ucciso ieri sei persone e ne ha ferite altre dieci durante la «preghiera del venerdì', all'università di Teheran. L'esplosione, molto violenta, ha interrotto per alcuni minuti il normale svolgimento della cerimonia e il discorso del presidente della Repubblica Khamenei, ma non ha provocato panico tra i presenti. Tra le vittime c'è anche l'attentatore. Quando Kìiamenel ha ripreso li suo discorso la folla ha gridato -Allah Akbar. (Dio è grande). Khamenei ha subito attribuito l'attentato ai mujahiddln del popolo, l'organizzazione di resistenza islamica il cui capo, Massoud Radiavi, si trova in esilio a Parigi dal 1981. Un portavoce dei mujahiddln ha più tardi smentito ogni responsabilità dell'organizzazione. Mezz'ora dopo l'esplosione, a Teheran è scattato l'allar¬ me aereo, mentre un gruppo di caccia iracheni si avvicinavano alla capitale iraniana. Indifferente al colpi della contraerea, il presidente Khamenei ha continuato il suo discorso. Il capo dello Stato iraniano ha sottolineato che l'Iran non ha mai voluto alimentare la spirale delle rappresaglie contro i centri abitati, ma vi è stato costretto dagli attacchi iracheni e dalla passività delle organizzazioni internazionali. Khamenei ha minacciato di far ricorso alle armi chimiche: •Siamo capaci di impiegarle più e meglio degli iracheni-, ha detto. Ha aggiunto che l'Iran è in grado dì produrle da sé, mentre l'Iraq deve importarle. Il Presidente iraniano ha poi respinto le iniziative del Consiglio di sicurezza deli'Onu, riunito su richiesta dell'Iraq per adottare una risoluzione sul conflitto. -Non abbiamo niente a che fare con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite — ha detto — Non fondiamo alcuna speranza su di esso e non ci aspettiamo niente-. Continuano le notizie contraddittorie sul conflitto. Giornali iracheni parlano di migliaia di soldati iraniani uccisi in una controffensiva delle truppe di Baghdad, nelle regioni meridionali del Paese. Lo stato maggiore iraniano annuncia al contrarlo la cattura di altri duecento nemici e la distruzione di oltre ottanta mezzi blindati. L'operazione, secondo Teheran, minaccia la strada che collega Baghdad a Bassora, asse vitale per l'Iraq. Quel che è certo è jche la battaglia continua, lungo il fronte meridionale. L'ampiezza degli scontri è testimoniata dalla presenza del ministro iracheno della Difesa, generale Adnan Khalrallah, che dirige personalmente le operazioni, e dalla visita al fronte, giovedì, del presidente Saddam Hussein. Anche ieri l'aviazione irachena ha continuato la «guerra delle città», con nuovi raid contro Hamadan e Arak, duecentoelnquanta chilometri all'interno del territorio iraniano. A Parigi, un comunicato del mujahiddln sottolinea che finora sono stati uccisi «almeno quindicimila iraniani» e che migliaia di feriti sono stati trasportati negli ultimi giorni dal fronte agli ospedali di numerose città. Migliaia dì vittime, secondo il comunicato, sarebbero state abbandonate e sepolte in fosse comuni. Il comunicato conclude condannando «i bombardamenti

Persone citate: Adnan Khalrallah, Khamenei, Massoud Radiavi, Saddam Hussein