Migliaia di «cervelli» peri computer-mostro

Migliaia di f<€ervelli» peri computer-mostro Migliaia di f<€ervelli» peri computer-mostro In America, infinitamente più veloci di quelli attuali DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — Una nuova generazione di supercomputer sta nascendo negli Stati Uniti. Si basa sul sistema cosiddetto in parallelo, cioè sul coordinamento di più elaboratori normali (i personal computer), per ora alcune centinaia, in futuro, probabilmente, alcune migliaia. I nuovi supercomputer, tutti in fase sperimentale, sono in grado di sviluppare i>elocità assai superiori a quelle dei supercomputer odierni. I sistemi dell'attuale generazione sono composti di un solo elaboratore di straordinaria potenza, chiamato main fraine per distinguerlo dal personal computer (fino a 800 milioni di istruzioni per secondo). Oggi, il singolo supercomputer alle prese con equazioni che comportano milioni di calcoli funziona così: suddivide le operazioni a gruppi, prima le moltiplicazioni. poi le divisioni e via di seguito. Ciò gli consente di procedere con straordinaria velocità, evitando le perdite di tempo che il continuo passaggio da un tipo di calcolo a un altro altrimenti causerebbe. Ma con poche eccezioni — occorrono programmi appositi — il supercomputer si blocca davanti alla soluzione di problemi non immediatamente riducibili alle loro equazioni, o li risolve a fatica, raggiungendo appena il 15-20 per cento della sua ivlocità ottimale. Il nuovo supercomputer non riorganizza le equazioni. Ciascuna delle sue parti — i suoi cento o mille elaboratori personali — si incarica di un calcolo, in parallelo ma indipendentemente dall'altra. L'idea è vecchia: non poteva essere attuata sino a poco tempo fa perché non esistevano ancora i circuiti integrati su larga scala, i Visi, oppure erano troppo costosi. Il nuovo supercomputer incontra però una grossa difficoltà: la sincronizzazione di tutte le sue parti. Capita infatti che alcuni dei personal computer che lo formano eseguano lo stesso calcolo, o si contendano l'accesso alla stessa informazione, causando un intasamen to. Il professor Jacob Schivarle della New York University, uno dei massimi esperti della nuova generazione di supercomputer, ritiene die si possa superare l'ostacolo con una memoria collettiva, oltre a quella individuale dei cento o mille elaboratori personali. Egli sta lavorando con Hbm, il colosso del settore, a un sistema di 512 personal computer. La Intel Corporation ne sta preparando un altro con centoventotto. Nessuno dei due sistemi arriva ancora alla velocità dei supercomputer tradizionali: ma, secondo il professor Schivarle, il sorpasso at>verrà entro 10 anni.

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